Tambellini: “Dall’amministrazione una visione coerente per il recupero della parte sud della Manifattura Tabacchi”
La delibera di attuazione dell’alienazione di circa 50% della parte sud della Manifattura, che discutiamo questa sera in Consiglio comunale, dimostra ancora una volta la coerenza della visione che la mia amministrazione ha mantenuto sul futuro di questo grande immobile industriale, così importante in passato per l’economia lucchese e determinante oggi per la città, con ricadute che vanno ben oltre il centro storico.
L’idea che abbiamo è la stessa che faceva parte della proposta Coima: portare nella parte sud della Manifattura uno stabilimento produttivo di alta rilevanza internazionale con circa 500 dipendenti che lavoreranno all’interno dello storico edificio: in particolare nell’ala che si affaccia su piazza Cittadella e in quella ad essa perpendicolare fra i due cortili dove si vede la ciminiera; il tutto con un evidente beneficio per la rivitalizzazione dell’intero complesso e quindi di tutta la parte ovest del centro storico.
Non occorre essere urbanisti per comprendere come il grande insediamento industriale che ha ospitato fino a 1300 dipendenti, soprattutto donne, abbia fortemente condizionato tutta la zona e come una volta abbandonato sia divenuto una sorta di ‘fortezza’ impenetrabile di difficile recupero. Un edificio di questo tipo avrebbe potuto accogliere funzioni altrettanto importanti come un ministero dello Stato o un organismo internazionale.
Non avevamo un ‘ministero’ da collocarci e non lo avremmo nemmeno voluto, perché è evidente che per la tessitura urbanistica di Lucca, avere una sola funzione non avrebbe risolto i problemi, anzi ne avrebbe portati altri. Abbiamo quindi pensato a delle destinazioni che fossero definite e compatibili con il contesto e non vaghe come quelle che abbiamo trovato nel 2012. Abbiamo pensato quindi a progetti che rendessero la Manifattura permeabile e accessibile su ogni lato.
Per questo ci siamo basati in questi anni su una visione che la vuole restituire a destinazioni e funzioni multiple e complementari per attività pubbliche, culturali, formative, produttive, residenziali e commerciali; quasi un vero intervento di recupero ambientale, dove la ‘simbiosi’ fra i vari attori coinvolti avrebbe prodotto una rivitalizzazione autentica e sostenibile, dove – è bene ricordarlo – la parte pubblica resterà predominante su tutto il grande complesso considerando che la parte nord (per la quale contiamo di riavviare presto i cantieri) è completamente pubblica.
Cosa cambia rispetto al progetto Coima? Semplicemente non c’è una finanza di progetto relativa alla realizzazione e gestione di parcheggi privati. Non ci sono più i rilevanti investimenti privati che avrebbero consentito il recupero di tutta la parte sud del complesso. Le decisioni attuali riprendono la vendita delle due porzioni della parte sud che il Comune propone a un soggetto che abbia interesse a ristrutturarle per affittarle all’impresa internazionale che più volte ha manifestato, anche di recente, l’interesse a trasferirvi la propria sede. E noi ci auguriamo che quel privato possa essere la stessa Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, un’istituzione fondamentale della nostra città che potrebbe così portare un nuovo importante contributo allo sviluppo economico e alla ricomposizione del tessuto urbanistico e sociale di Lucca. Per questa coerenza di intenti abbiamo fatto nostro, con un atto di indirizzo il parere legale che chiarisce la possibilità di insediare immediatamente negli edifici attività industriali di produzione di beni, compresi i prodotti informatici, in continuità con la destinazione ad attività produttive di quegli stessi edifici.
Con i soldi ricavati dalla vendita delle due porzioni della parte sud, il Comune sarebbe subito in grado di ristrutturare i due parcheggi nei cortili interni che – è bene sottolinearlo – rimarrebbero pubblici. Sarebbe inoltre possibile mettere in sicurezza i restanti edifici della parte sud predisponendoli ad accogliere le nuove funzioni che potremo decidere con un percorso partecipato.
Credo come amministratore di non perseguire finalità spericolate o progetti irrealizzabili. La mia amministrazione in questi anni ha avanzato una proposta di estrema concretezza e di veloce attuazione. E per la Manifattura, posso dire con estrema sicurezza che qualsiasi amministratore, qualsiasi sindaco di buon senso avrebbe fatto le stesse cose che abbiamo fatto noi per assicurare la presenza nel centro storico di Lucca di una realtà produttiva che occupa 500 dipendenti.
Dispiace quindi vedere come una parte rilevante dell’opposizione, invece di assumere un atteggiamento costruttivo portando il suo contributo a un’evidente e innegabile opportunità per la città, abbia invece utilizzato la questione ‘Manifattura’ come piazza d’armi nella quale brandire inesattezze e allarmismi al solo scopo di cercare di accumulare consenso. È questo un modo di fare strumentale che non tiene in alcun conto il bene comune e spera di poter celebrare le prossime elezioni amministrative usando come pulpito un edificio fatiscente vista Mura. La mia amministrazione è pienamente legittimata a non abbandonare a sé stessa la Manifattura sud, con la prospettiva di far passare altri lustri senza interventi, in condizione di semiabbandono. Per questo porteremo avanti questi obiettivi lineari di semplice buon senso fino all’ultimo giorno del nostro mandato.
Come ho più volte detto in queste settimane siamo disponibili a discutere con tutti gli altri soggetti locali e cittadini ogni possibile proposta aggiuntiva per la destinazione delle porzioni che resteranno al Comune della parte sud, con un’idea di innovazione a forte valenza culturale di cui stavamo già discutendo anche durante il lavoro svolto per il project financing. Resta un unico limite chiarissimo: le proposte per la destinazione della Manifattura devono essere avanzate sulla base di progetti di fattibilità concreti e soprattutto devono essere sostenibili per l’ente pubblico perché il Comune di Lucca non può sprecare risorse o peggio caricare sul bilancio ordinario costi che alla lunga metterebbero in pericolo la stabilità finanziaria del Comune, ovvero la capacità di spesa nell’area dei servizi, cuore delle funzioni istituzionali dell’ente.
Il sindaco Alessandro Tambellini