Siamo basiti dall’intervista rilasciata a “Un giorno da pecora” dall’ex sindaco di Vagli,  Mario Puglia. E ancora più basiti che l’amministrazione comunale di Vagli, ancora una  volta messa in ombra dall’ex sindaco, non intervenga minimamente sulla vicenda. Il  temporeggiare sulla richiesta di rimuovere la statua di Putin o di ricollocarla nella  “zona” del disonore viene motivato con l’afflusso di turisti e con l’interesse mediatico  che questa vicenda sta suscitando.

Dinnanzi a una guerra la preoccupazione più importante è quella di guardare il proprio  orticello, di ripiegarsi su sé stessi e pensare al proprio tornaconto turistico. Poco  importa se in gioco ci sono le vite di un’intera nazione. L’ex sindaco dice chiaramente  che non è una statua a cambiare la guerra e su questo siamo d’accordo, ma qual è il  messaggio che manda alle nuove generazioni di casa nostra?

Come giovani attivi in politica ci sentiamo di prendere le distanze: i simboli sono  importanti; le statue sono tributi alla figura e alla storia che un uomo rappresenta. La  statua di Putin, oggi, rappresenta l’aggressione di uno Stato sovrano, la morte di  centinaia di civili, le città distrutte, i profughi in fuga. Rappresenta il ritorno della  guerra in Europa, dopo decenni di pace, una pace costruita sulla morte, la distruzione  e il dolore delle guerre mondiali. Sui tornaconti economici devono prevalere i valori e  i principi che si insegnano alle future generazioni, perché la cultura della pace è fragile  e va costruita anche a casa nostra. Ringraziamo il Segretario del PD di Vagli Coltelli  per la sua presa di posizione e gli testimoniamo il nostro supporto e la nostra vicinanza.

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