SI APRE DOMANI LA MOSTRA “LE MADONNE DEL CIVITALI”
Sarà aperta da domani, sabato 19 dicembre, alle 10, nella chiesa di San Franceschetto, parte del Complesso Conventuale di San Francesco, la mostra “Le Madonne del Civitali”, organizzata dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca in collaborazione col Polo Museale della Toscana e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
La mostra è stata aperta stamani in anteprima per la Stampa, nel corso di un incontro al quale sono intervenuti Vittorio Armani, presidente del Comitato Nuovi Eventi, Arturo Lattanzi e Maido Castiglioni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Crl, Rosanna Morozzi, direttrice dei Musei Nazionali di Lucca, e Antonia d’Aniello, del Polo Museale della Toscana.
Come ha spiegato Vittorio Armani, “il Comitato Nuovi Eventi per Lucca ha voluto organizzare questa esposizione cogliendo un’opportunità. Si tratta dell’acquisto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca della Madonna del latte, un’opera di Matteo Civitali che al termine della mostra troverà collocazione nei Musei Nazionali di Villa Guinigi. Il “rientro” a Lucca di quest’opera ha creato i presupposti per un incontro: quello tra questa splendida terracotta e un dipinto che con Matteo Civitali ha un rapporto ancora discusso ma proprio per questo intrigante. Una splendida Madonna in trono di proprietà della Banca del Monte di Lucca”.
“Questa mostra – ha sottolineato Antonia d’Aniello – è dunque l’occasione per una nuova riflessione sul maestro e per proporre degli itinerari alla scoperta delle opere dello scultore. La rappresentazione della Madonna con Bambino come Madonna del latte ne sottolinea l’atmosfera intima e materna e il carattere profondamente umano dei personaggi. L’opera, in terracotta policroma e dorata, è inserita in una nicchia in legno, ornata da una ricca cornice dorata; l’altarolo, destinato alla devozione privata, è sorretto da una mensola al centro della quale è uno stemma a ‘testa di cavallo’, costituito dalla sovrapposizione dei blasoni di due nobili famiglie lucchesi: i Ghivizzani (o da Ghivizzano), costituito da sei pali in rosso e oro alternati sormontati da testa di leone, e i Bernardini, a croce di Sant’Andrea in azzurro”.
La mostra resterà aperta tutti i giorni, escluso il giorno di Natale, fino al 31 gennaio 2016 con il seguente orario: dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
“Architetto e scultore rarissimo”: Matteo Civitali, qualche nota biografica.
Nella chiesa di San Cristoforo, una epigrafe ricorda il luogo dove fu sepolto Matteo Civitali, morto il 12 ottobre del 1501 all’età di sessantacinque anni.
Matteo era nato dunque nel 1436 e il primo documento che lo riguarda lo indica ‘pictor’; come tale si affianca al più anziano Baldassarre di Biagio per l’esecuzione di una tavola per la chiesa di San Michele ad Antraccoli (1467, oggi a Greenville nel South Carolina).
Pur non escludendo un apprendistato in qualche zona della costa toscana tirrenica, gli studiosi concordano sul ruolo che la formazione fiorentina ebbe nella carriera dell’artista che appare inoltre un attento e profondo conoscitore dell’antico e delle soluzioni monumentali romane.
Noto soprattutto per la scultura in marmo, Matteo si dedicò anche alla produzione in terracotta e in legno e ad un’attività, probabilmente non secondaria, nel campo dell’architettura.
Sin dagli anni settanta del quattrocento Matteo diviene indiscusso protagonista dei lavori di rinnovamento della Cattedrale di San Martino per la quale rivestì il ruolo di progettista, esecutore e impresario; attorno a lui ruotarono infatti pittori quali Baldassarre di Biagio, Vincenzo Frediani, Michele Ciampanti, scultori quali Andrea da Carrara, legnaioli come l’ancora misterioso Domenico di Zanobi, organari quali il pratese Domenico di Lorenzo, maestri vetrai quali Pandolfo di Ugolino che tradusse nelle vetrate i cartoni di Vincenzo Frediani.
Fra il 1492 e il 1501 Matteo Civitali è impegnato nella realizzazione delle sculture e dei rilievi in marmo per la cappella di San Giovanni Battista nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova.
A Matteo Civitali e alla sua bottega si devono numerosi tabernacoli viari nei quali più volte è riprodotta l’immagine della Vergine con Bambino che da prototipi in marmo è declinata in altri materiali, primo fra tutti la terracotta policroma ma anche lo stucco colorato, una abitudine alla replica seriale che testimonia del successo che nell’ambito della devozione privata ebbero le invenzioni mariane del Maestro.
Matteo Civitali, La Madonna del latte, c. 1480
Terracotta policroma con tracce di doratura in tabernacolo ligneo, dipinto e dorato
Destinato alla devozione domestica, l’altarolo presenta una sorprendente raffinatezza nella lavorazione di materiali di per sé poveri, quali il legno e la terracotta; ricco di eleganti partiture decorative e esempio di non comune perizia nelle tecniche esecutive, l’opera è attribuita con certezza a Matteo Civitali, raffinato ornamentista e sensibilissimo plastificatore a cui si devono le più delicate e umane rappresentazioni della Vergine in area lucchese.
Lo stemma, fino ad oggi non identificato, è costituito dalla sovrapposizione di due blasoni di nobili famiglie lucchesi: i Ghivizzani (o da Ghivizzano) e i Bernardini. La Vergine e il bambino sono in terracotta realizzati in un unico pezzo applicato al fondo della nicchia tramite un grosso chiodo oggi visibile, ma probabilmente in origine ricoperto da stucco colorato.
La Vergine, seduta sul trono con braccioli a voluta sorretti da due spiritelli di evidente ascendenza donatelliana, è vestita di rosso, con un ampio manto azzurro dal risvolto rosso. Con grande naturalezza, la Madre preme il seno scoperto fra le labbra del bambino nudo e rannicchiato sulle sue ginocchia. Il volto della Vergine, incorniciato da due bande di capelli morbidamente mossi, ha gli occhi bassi a vigilare sul figlio mentre un sorriso appena accennato delle sottili labbra distende i tratti del viso.
L’opera era stata segnalata la prima volta nel 1989 e riferita a Verrocchio e a Leonardo alla metà del 1470 e ritenuta prototipo della Madonna della tosse di Matteo Civitali; Carlo Pedretti (1999) ne ha poi pubblicato la fotografia riferendola ancora ad Andrea Verrocchio e bottega .
Esposta alla Mostra dedicata a Matteo Civitali nel 2004 , e riferita concordemente all’artista, la Madonna del latte è stata acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e destinata ad essere esposta nel Museo nazionale di Villa Guinigi.
Massimo Ferretti (2004) l’ha ritenuta non un prototipo ma un antecedente della Madonna della tosse, oggi nella chiesa della Santissima Trinità a Lucca. Per Francesco Caglioti (2004) la terracotta è “una curiosa sorta di prova generale della Madonna della tosse, senza tuttavia essere un suo vero e proprio modello”. Entrambi gli studiosi hanno sottolineato comunque la dipendenza delle due sculture e soprattutto della particolare postura del Bambino, da un comune modello che è stato proposto essere il dipinto su tavola di Jan Van Eyck oggi a Francoforte, nota come Madonna di Lucca per la sua provenienza lucchese. L’identificazione dello stemma riferito ai Ghivizzano e ai Bernardini lega l’occasione della commissione ad un evento che aveva coinvolto le due famiglie: il matrimonio di Caterina, figlia naturale di Jacopo da Ghivizzano, con Martino Bernardini o la nascita nel 1487, del figlio Martino, che deve la sua fama alla elaborazione della cosiddetta ‘riforma martiniana’ con la quale fu che modificato il sistema di accesso alle cariche pubbliche.