SERAVEZZA, TRACCE DAL PASSATO – PRIMA PUNTATA

 

Emanuele Repetti, socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili, scrive negli anni Quaranta del XIX secolo l’enciclopedico “Dizionario geografico fisico storico della Toscana”. Seguendo quanto scritto nella voce dedicata a Seravezza, e richiamando altri scritti storici quando sarà conveniente, verranno ripercorse alcune vicende storiche che hanno interessato Seravezza.

Il paese è situato alla confluenza del Serra, fiume che scorre da settentrione, e del Vezza, le cui acque provengono da est.

Molti hanno dedotto che sia stato il dato idrografico, ossia la confluenza dei due fiumi sopra individuati, ad avere originato il nome Seravezza.

Il toponimo Seravetia, o più precisamente Villa de Seravetia, viene menzionato per la prima volta in un documento del processo Tomei Albiani del 1186, come riferisce Giovanni Targioni Tozzetti nelle “Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana”.

Repetti in un primo momento aveva ritenuto plausibile l’ipotesi “geograficamente orientata” intorno all’origine del nome Seravezza.

Successivamente si ricrede e scrive chela Terra in discorso sino al secolo XIII sembra che si appellasse Sala-Vetitia o Sala-Vecchia”.

Repetti afferma che la prova documentale più anteriore di cui abbia raccolto notizia è un atto di permuta di beni datato 2 settembre 954 tra Corradovescovo di Lucca ed il nipote Giovanni. Nell’atto viene specificato un podere sito in “Ratiniana prope Sala Vetitia”. La località Ratiniana corrisponde all’odierno borgo di Retignano, nel Comune di Stazzema.

Repetti riferisce anche di un altro documento del 1368, che cita una corte della Versilia posta in Sala Vetitia, ossia Seravetitia”, e di un atto di vendita datato 1375, nel quale si legge che il nobile Niccolò dello Strego aliena ad Alderigo Alteminelli di Lucca una ferriera “a laborando ferrorum cum malleo prope hospitale de Seravetitia”.

Troviamo invece Salavecchia negli “Annales lucenses” di Tolomeo dei Fiadoni, teologo e vescovo nato a Lucca nel 1236.

Tolomeo riferisce che nell’anno 1142 “vicecomites duo, videlicet Uguccio et Velter, investierunt consules Lucensis comunis de medietate integra de tota curte de Corvaria, et de eius podere ed pertinentiis, videlicet a molino de sala vecchia deorsum ubicumque est et in monte et in plano; et inde Lucense Comune faceret quicquid vollet ab inde in antea”.

Uguccione e Veltro, signori di Corvaia e Vallecchia che appartenevano a una nobile famiglia di longobardi lucchesi, cedettero a Lucca metà della corte di Corvaia: quella parte che, nel monte e nel piano, dal molino della sala vecchia volge verso il basso.

Da notare l’uso di sala, lemma longobardo che indica la casa padronale della curtis medievale, ovvero i terreni, gli edifici destinati a luoghi di lavoro, le abitazioni che costituivano nel loro complesso un insediamento caratterizzato da autosufficienza economica.

Come il lettore avrà capito, nell’Alto Medioevo il borgo di Seravetia era indissolubilmente legato alle sorti dei Signori di Corvaia e Vallecchia.

A difesa dell’accesso alla stretta valle percorsa dai fiumi Serra e Vezza era strategicamente posizionata la rocca di Corvaia detta anche Guidinga, come testimonia un diploma spedito il 30 giugno 1183 dall’Imperatore Federico I detto il Barbarossa a Pietro, vescovo di Luni.

L’Imperatore confermava i diritti della Diocesi di Luni sulla corte Guidinga, chiamata anche Corvaia, e su tutto quello che è nel borgo di Brancaliano:

curtem videlicet Guidengam, que Corvaria dicitur, et quicquid in burgo de Brancalliano ad ius Lunensis ecclesie pertinet … “.

Chi erano i Signori di Corvaia e di Vallecchia?

Nelle “Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana” Targioni Tozzetti scrive che la notizia più anteriore relativa ai nobili di Corvaia è contenuta in un “antico istrumento”, ossia un atto pubblico redatto da un notaio, risalente al terzo anno del regno di Ugo di Provenza.

Siamo intorno al 927. Nell’atto in questione si legge una annotazione riguardo al “feudum Corvarensium, vel Lombardorum de S. Miniato .

Targioni Tozzetti inoltre formula una interessante osservazione: alcuni parenti degli Estensi vantavano diritti su molti beni in Versilia.

Nella zona erano pertanto presenti diverse famiglie nobili longobarde, i cui legami di sangue si erano allentati con il passare del tempo e che nutrivano contrapposti interessi.

Queste nobili famiglie versiliesi cercarono alleanze con Pisa oppure con Lucca a seconda della situazione contingente.

L’atto di cessione di metà della corte di Corvaia, datato 1142 e ricordato in precedenza ( “vicecomites duo, videlicet Uguccio et Velter, investierunt consules Lucensis comunis de medietate integra de tota curte de Corvaria…), troverebbe pertanto ragione nella ricerca di protezione dei Signori di Corvaia da parte di Lucca.

Negli “Annales lucenses” Tolomeo riferisce che nel 1164 “Imperator Fredericus concessit Lucensi comuni Roccam Guidingam, quae est Corvaia”,

prova evidente che il potere di Lucca sulla zona si era consolidato.  

A questo punto bisogna volgere l’attenzione a quello che era successo nei decenni precedenti. Pisa e Genova, a partire dall’undicesimo secolo, avevano conseguito una posizione dominante sul Mediterraneo.

La loro alleanza, che prima aveva permesso di debellare il Mediterraneo occidentale dai pirati saraceni, nel corso del XII secolo si trasformò in una feroce contesa per la supremazia sul mare.

Secondo gli “Annali pisani” di Monsignor Paolo Tronci, Genova nel 1166 rinnovò la pace con Lucca. Lo scopo era quello di creare un fronte di conflitto terrestre tra Pisa e i lucchesi. Per invogliare Lucca allo scontro con Pisa, i genovesi si obbligarono a costruire e rendere disponibili ai mercanti lucchesi due immobili siti in Porto Venere oltre a eseguire opere sulla Torre di Motrone.

Dal canto loro i nobili versiliesi, probabilmente insofferenti per la vicinanza del  potente alleato, dopo il 1166 iniziarono a stringere rapporti con i pisani.

Veltro di Corvaia, che venticinque anni prima si era legato a Lucca, seguì gli altri nobili della Versilia nella nuova alleanza con Pisa.

 

(continua…)

Share