Istituito a distanza di un anno dal riconoscimento della denominazione di origine controllata del “Montecarlo Bianco”, il Consorzio dei Vino DOC di Montecarlo è l’organo che tutela e verifica il disciplinare di produzione, promuove il vino di Montecarlo negli eventi locali e nelle manifestazione internazionali, ma soprattutto ne comunica l’unicità e il carattere 🍷
Dal 1970, anno di fondazione del Consorzio, le aziende aderenti si sono susseguite e alternate (oggi sono una quindicina) mentre gli ettari di terreno sul quale viene prodotto il vino DOC di Montecarlo sono sempre gli stessi: poco più di 200. Una misura che rende questa zona una delle più piccole d’Italia a denominazione di origine controllata, su cui vengono prodotte meno di un milione di bottiglie ogni anno
Un primato che, come ci ha raccontato Gino “Fuso” Carmignani, presidente del Consorzio “ci rende assolutamente orgogliosi. Grazie all’impegno del Consorzio e dei produttori siamo riusciti a portare il nostro vino sulle tavole dei migliori ristoranti al mondo, da Londra a Parigi fino agli Stati Uniti. Non solo: abbiamo creato un movimento turistico che dura tutto l’anno e promosso l’immagine di questa terra in Italia e all’estero. Prima di andare sul mercato un vino doc deve superare fino a 18 controlli: il compito del consorzio è far sì che tutto avvenga nel modo migliore, per poi poi trasmettere la qualità e le caratteristiche uniche del nostro prodotto. L’annata 2021? È un ottimo vino, non vediamo l’ora di farlo assaggiare alla Festa del Vino di Montecarlo di Toscana“.
L’ultimo grande risultato del Consorzio riguarda la definizione dei vini Montecarlo DOC. A partire dalle bottiglie dell’annata 2022, accanto alla parola Montecarlo sull’etichetta seguirà “Toscana” (aggiunta obbligatoria per legge per tutti per tutti i vini Montecarlo DOC): specifica che consentirà a chiunque di geolocalizzare il vino di Montecarlo, aggiungendo ulteriore prestigio e fama a un prodotto già ampiamente apprezzato

Share