Nuovo tonfo in Borsa di Credit Suisse: paura contagio

Milano perde l’1,64, la Banca svizzera l’8%

Non è bastato il deciso intervento degli organi statali svizzeri e delle banche elvetiche pronti a mettere 50 miliardi di franchi per far fronte ala inaspettata crisi e tracollo di una delle banche storiche di un paese considerato fino ad ora una delle casseforti del mondo.
Credit Suisse chiude infatti nuovamente in forte calo in Borsa, -8%, dopo il forte rimbalzo di ieri, con il management al lavoro per risollevare le sorti della banca e gli investitori che si focalizzano sul prospetto del salvataggio da 50 miliardi di franchi annunciato dalla Banca Centrale Svizzera.
A Zurigo il titolo ha concluso la seduta con una flessione dell’8% a 1,86 franchi svizzeri.
Nelle ultime tre sedute di Borsa, dopo la posizione dei soci sauditi che hanno escluso altra liquidità, le azioni hanno subito un calo del 17%, con la capitalizzazione di mercato scesa a 7,43 miliardi di franchi.
Dopo il default di Signature e Silicon Valley Bank adesso tremano First Republic e Western Alliance.
E c’è chi ha sottolineato che mentre si aspettava con sanzioni e guerra in Ucraina il fallimento di Mosca (che oggi ha visto condannare Putin come criminale di guerra, dal tribunale dell’Aja che però non avendo sottoscritto gli accordi di Roma, non è riconosciuto né dalla Russia, né dagli USA, né dalla Cina) e invece saltano banche americane e svizzere!
La vicenda è quella della Silicon Valley Bank (Svb) e della Signature Bank, i due istituti troppo esposti sulle start-up e le criptovalute, andati in fallimento nell’arco di poche ore senza che le autorità monetarie di Washington riuscissero ad organizzare una difesa. E ora che lo stesso Joe Biden rassicura gli investitori, e chiede il carcere per i banchieri falliti, il panico ha contagiato tutto il mondo.
Non sarà una nuova Lehman Brothers, (perché le banche americane interessate finora non sono così collegate come lo erano quelle esplose anche per la bolla immobiliare nel 2008) ma al momento in Borsa stanno andando in fumo centinaia di miliardi. E le cose peggioreranno se dovessero saltare altri istituti, tra cui la First Republic e la Western Alliance, adesso in bilico. La Casa Bianca perciò si è detta pronta a intervenire con un piano simile a quello adottato (tardi) per Svb. Anche se meglio capitalizzate che nel 2008, le banche americane siedono su 620 miliardi di dollari di perdite non realizzate, e questo agita investitori e analisti.

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