Nella legge di Bilancio 2023 viene finanziato l’incremento una tantum dell’indennità di vacanza contrattuale. Buone notizie per i dipendenti pubblici, i quali beneficeranno di un aumento di stipendio.
Con la legge di Bilancio 2023 viene aumentato lo stipendio dei dipendenti pubblici. Ne abbiamo conferma leggendo il testo in bozza della manovra, dove tra i capitoli di spesa figura un incremento dell’indennità di vacanza contrattuale, in una misura non ancora specificata.
Il piano del governo per la legge di Bilancio 2023, quindi, è chiaro: niente risorse per il rinnovo di contratto 2022-2023, ma un aumento imminente grazie al potenziamento della cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, ossia quell’emolumento che viene riconosciuto nei mesi in cui il contratto risulta essere scaduto.
Non bisogna, infatti, farsi confondere dal fatto che alcuni dei contratti della pubblica amministrazione, la maggior parte ormai, siano stati appena rinnovati. Il rinnovo di cui tanto si è parlato, infatti, fa riferimento al contratto per il triennio 2019-2021. Di fatto, dal 1° gennaio 2022 tutti i dipendenti pubblici lavorano con contratto scaduto, ragion per cui da aprile 2022 sulla loro busta paga si è aggiunta l’indennità di vacanza contrattuale, la quale verrà corrisposta fino a quando non si arriverà a un accordo per il triennio 2022-2024, salvo poi essere assorbita dai benefici contrattuali.
Rinnovo contratto 2022-2024: non sarà semplice arrivare a un accordo
La mancanza di risorse per il rinnovo del contratto 2022-2024 in legge di Bilancio dimostrano che il governo Meloni ha intenzione di sedere al tavolo di confronto con i sindacati non prima del prossimo anno.
Il problema è che al momento per il rinnovo di contratto 2022-2024 si ha a disposizione un piccolo fondo di qualche centinaia di milione di euro, risorse stanziate dalla manovra per il 2022. Per arrivare a un accordo che riconosca un considerevole aumento di stipendio, quindi, sarà necessario uno stanziamento di almeno 3 miliardi di euro con la prossima legge di Bilancio per il 2024, il che non sarà semplice specialmente se la situazione economica del Paese non dovesse migliorare nei prossimi 12 mesi.
Vero che quest’anno il governo ha dovuto concentrare le risorse per il contrasto al caro energia, ma secondo il parere degli analisti la situazione non sarà molto diversa il prossimo anno; anzi, potrebbe essere persino peggiore vista la difficoltà nel reperire gas per il 2024.
La partita per il rinnovo di contratto 2022-2024, quindi, è tutta da giocare e si preannuncia tutt’altro che semplice. Per il momento, però, i dipendenti pubblici possono consolarsi con l’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale, un bonus che si aggiungerà nella busta paga già il prossimo anno contribuendo a un incremento – nella misura ancora tutta da decidere – di stipendio.
Indennità di vacanza contrattuale aumentata con la legge di Bilancio 2023
L’articolo 60 del testo in bozza della legge di Bilancio 2023 annuncia un incremento una tantum dell’indennità di vacanza contrattuale.
Ricordiamo che i dipendenti pubblici già stanno percependo questo emolumento in busta paga. Come comunicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze con apposito provvedimento, infatti, l’indennità di vacanza contrattuale riconosciuta per il mancato rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024 è stata aggiunta allo stipendio di aprile 2022 nella misura pari allo 0,30% della retribuzione tabellare.
Tale indennità è stata poi incrementata a luglio 2022, quando è stata portata allo 0,50%.
Ebbene, nel 2023, stando a quanto scritto in manovra, tale indennità sarà incrementata una tantum – quindi probabilmente per una sola mensilità – per una percentuale su cui al momento non ci sono informazioni. L’articolo 60, infatti, ha solamente il titolo, dimostrazione che il governo sta facendo le dovute riflessioni sul caso.
Va detto che tale incremento rappresenterà una sorta di anticipazione del rinnovo di contratto. Ricordiamo, infatti, che l’indennità di vacanza contrattuale riconosciuta sarà assorbita successivamente nel rinnovo di contratto, rappresentando di fatto un’anticipazione dei benefici economici che verranno attribuiti una volta che verrà sottoscritto l’accordo per il triennio ancora in corso, dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2024.
Una buona notizia quindi, che si somma alla conferma del taglio del 2% al cuneo fiscale per coloro che hanno uno stipendio lordo inferiore a 2.692 euro. Bonus incrementato per chi ha uno stipendio inferiore a 1.538 euro – il che è una rarità nella Pubblica amministrazione – in quanto in tal caso lo sgravio contributivo non sarà del 2% bensì del 3%.