MESSAGGIO PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO
Agli studenti e alle loro famiglie,
ai dirigenti scolastici,
al personale docente e non docente
delle scuole di ogni ordine e grado
dell’Arcidiocesi di Lucca
Cari amici e care amiche,
si torna a scuola dopo un’estate in cui si è molto parlato e scritto di episodi o situazioni di
violenza e degrado che hanno visto come protagonisti ragazzi e adolescenti. Assai di meno
si è parlato delle esperienze positive che tanti bambini, ragazzi e adolescenti hanno vissuto
nei mesi di vacanza e che hanno fatto nascere amicizie, offerto la possibilità di conoscere
cose nuove, aperto il cuore a ideali e speranze. Ricordo la Giornata Mondiale della
Gioventù a Lisbona, cui ho partecipato con 200 giovani della nostra Diocesi: un grande
evento senza risse, episodi di intolleranza, degrado ambientale o sfregi degli spazi pubblici,
del quale pochissimo si è detto e scritto sui media.
Purtroppo è quasi sempre così: le nuove generazioni fanno notizia quando sono
protagoniste di episodi negativi, come soggetti o come vittime. Questo fa nascere in noi
adulti una preoccupazione ansiosa che non fa bene all’educazione, che ha invece bisogno
di scorgere il bene e di investire su di esso con grande fiducia.
La scuola non può certamente chiudere gli occhi sui problemi degli studenti, aiutandoli a
superarli con l’aiuto delle famiglie, delle istituzioni e delle altre agenzie educative.
Punire non è mai una soluzione, anche se chi sbaglia deve essere messo davanti alle
proprie responsabilità e indotto al pentimento e alla riparazione; occorre piuttosto
proporre ideali e valori che indirizzino pensieri ed energie verso cose buone e autentiche.
Non basta insistere sulla conoscenza e il rispetto delle regole, siano quelle interne alla
scuola o le leggi dello Stato, perché la norma non è mai un fine, quanto uno strumento per
raggiungere o difendere un bene. Se non si riconosce e apprezza l’obiettivo della regola, la
si osserva a fatica, soprattutto qualora essa richieda di sacrificare i propri interessi o i
propri desideri.
Nemmeno far capire il senso delle norme è sufficiente, perché i giovani chiedono dagli
adulti – giustamente – che essi testimonino con la loro vita che le finalità cui le regole
tendono sono davvero autentiche e buone, e che valgono assai di più del soddisfacimento
di qualche bisogno individuale.
In questo compito educativo, didattico e testimoniale ad un tempo, la scuola non può
essere lasciata sola: è necessaria un’ampia cooperazione delle famiglie e del territorio.
All’inizio di quest’anno scolastico, però, vorrei insistere sulla necessità di avere fiducia
nelle nuove generazioni, riconoscendo, come diceva don Bosco, che “anche nel giovane più
disgraziato c’è qualcosa di buono”, su cui far leva per aiutarlo a crescere nella verità e nel
bene. Gli studenti hanno soprattutto bisogno di fiducia, per poter tirare fuori i doni che
ciascuno di loro ha ricevuto e affrontare i limiti che ognuno porta con sé. Stimolare il loro
protagonismo e la loro responsabilità è l’unica strategia educativa capace di far fiorire le
capacità e la personalità degli studenti, ciascuno secondo le proprie capacità, e di generare
un ambiente cooperativo e solidale.
Dall’altra parte sta per ciascun giovane la sfida di “meritare fiducia”: le “aperture di
credito” degli adulti – docenti e genitori – hanno bisogno di trovare una risposta sincera.
Quando infatti la fiducia viene ricambiata, essa si rafforza e si estende ad altri aspetti della
relazione educativa, mentre si approfondiscono i rapporti tra compagni e con gli
insegnanti. Quando invece la fiducia è tradita, prendono il suo posto dinamiche di
sospetto, giudizio e repressione che nel tempo rendono la scuola tutt’altro che piacevole.
Solo una scuola fondata sulla fiducia può porre le basi per una società diversa e migliore,
in cui le diversità culturali, politiche e religiose si incontrino e compongano mediante un
confronto armonico, evitando le vie della contrapposizione violenta e ideologica che tanta
devastazione seminano nell’unica famiglia umana.
Alla fiducia verso l’uomo – principio educativo evangelico – si rifanno da sempre le scuole
di ispirazione cristiana, che voglio salutare con particolare affetto. Ne conosco le difficoltà
gestionali, acuite da un’interpretazione parziale della condizione paritaria, che tale
purtroppo non risulta. Ne conosco soprattutto l’opera educativa, portata avanti in armonia
con le famiglie e con le realtà del territorio. Voglio ribadire l’impegno mio e della Diocesi
per sostenere tali istituzioni, che considero un presidio di libertà educativa e un laboratorio
per una scuola sempre più connessa con una più ampia comunità educante.
Auguro infine a tutti un anno ricco di soddisfazioni, in forza di una sempre maggiore
fiducia reciproca. Affido tutti e ciascuno all’intercessione dei nostri Patroni e alla
protezione dei tanti Santi educatori.
Lucca, 15 settembre 2023