LE STRADE BIANCHE

 


Al tempo in cui si seminava a mano, le strade erano tutte bianche e strette che ci passava appena un carro e quando si incontrava appena un biroccio era difficile fare manovra e dare il passo.
Anche per questo la Caveja, il grosso chiodo che teneva fissato il timone del carro ai buoi venne dotato di sonagli, in modo che si sentisse la presenza del veicolo da lontano, importante soprattutto per i birocciai che viaggiavano di notte.
La stessa Via Emilia fu asfaltata e allargata solo verso il 1920.
Nel rapporto che i comuni della Romagna fecero al tempo della Repubblica Cispadana (primi anni dell’800),le strade, quando c’erano, erano in condizioni disperate: senza im

brecciatura, fossi inesistenti per cui d’inverno i campi si allagavano, alberi e alte siepi che crescevano fino in mezzo alla carreggiata ostacolando il passo dei carri e buche tanto profonde da rompere le ruote. D’inverno tutti i guadi erano impraticabili , i paesi restavano isolati tra di loro e fare un viaggio di pochi chilometri era un’avventura

Share