Le sfide economiche di Meloni e Giorgetti: Italia osservata tra debito e crescita
Il Governo Meloni è molto atteso sui temi economici: quali sono le più urgenti sfide di Giorgetti incaricato al Mef, e della presidente del Consiglio? Debito e crescita dell’Italia i punti caldi.
Il Paese, così come altri nella regione europea, sta affrontando una recessione incombente, con i prezzi dell’energia alle stelle che erodono i profitti aziendali e comprimono i redditi delle famiglie.
Meloni e Giorgetti dovranno affrontare la sfida di mantenere la stabilità delle finanze italiane e mantenere il debito pubblico – attualmente il 150% del Pil, il più alto di qualsiasi grande economia dell’Eurozona – su una traiettoria discendente.
Il tutto, incorniciato dal lascito dell’operato di Mario Draghi, sia a livello di crescita nazionale che di prestigio e credibilità in ambito internazionale ed europeo, dove ormai si decidono le sorti economiche del Paese.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’incaricato al Mef Giorgetti sono, quindi, osservati speciali: quali sfide sono chiamati ad affrontare per l’economia dell’Italia?
L’Italia e le sfide economiche: Meloni e Giorgetti osservati speciali
Alla fine la casella più importante dei ministeri italiani è andata a un esponente politico, non un tecnico. Giorgetti, già in carica con Draghi allo Sviluppo Economico e un leghista apprezzato per il suo approccio più pacato e favorevole alle istituzioni europee – spesso criticate e sfidate dal suo partito – è il nuovo ministro dell’Economia del Governo Meloni.
22 ottobre, l’Italia è affardellata da sempre, ma ora più che mai con tutti i venti contrari dell’economia globale, dal peso del debito e da una crescita debole.
“Il nuovo governo entra in un brutto momento”, ha affermato Lucrezia Reichlin, professoressa di economia alla London Business School. “Ci sono molte nuvole all’orizzonte e non molte su cui essere ottimisti”.
Il FMI ha avvertito la scorsa settimana che l’Italia si sta dirigendo verso la recessione, prevedendo che la sua economia si contrarrà dello 0,2% l’anno prossimo. La Banca d’Italia ha previsto una crescita marginale nel 2023 dello 0,3% con un’inflazione del 6%, ma ha avvertito di una potenziale contrazione dell’1,5% e di un’inflazione del 9% se la Russia tagliasse tutte le forniture di energia all’Europa.
Anche nelle condizioni attuali, alcune banche prevedono già una recessione più grave per l’Italia, che dipende dal gas per circa il 50% della produzione di elettricità.
“Sarà estremamente dura”, ha detto Lorenzo Codogno, ex direttore generale del dipartimento del tesoro italiano. “Il Paese sta attraversando un sostanziale rallentamento – probabilmente una recessione – e c’è una massiccia compressione dei redditi a causa della crisi del costo della vita.”
Ricorda FT che prima delle elezioni di settembre, Meloni, che una volta ha criticato i grandi speculatori finanziari, perché volevano trasformare gli italiani in schiavi, ha ripetutamente sottolineato l’importanza della prudenza fiscale mentre cercava di segnalare la sua affidabilità agli investitori obbligazionari italiani.
Dalla sua vittoria elettorale, però, ha riconosciuto la necessità di offrire un “aiuto concreto” alle famiglie e alle imprese alle prese con l’aumento dei costi – tra le principali preoccupazioni degli italiani, secondo i sondaggi d’opinione.
Ludovico Sapio, economista europeo di Barclays, ha affermato che il nuovo governo dovrebbe trovare un equilibrio tra dare priorità alla crescita e dare priorità alla prudenza fiscale. “Date le circostanze, un’estensione delle misure di mitigazione energetica sarebbero ben accette, ma non sembra che l’Italia possa permettersi un pacchetto delle dimensioni che stiamo vedendo nel Regno Unito e in Germania”, ha affermato Sapio. “Dovranno fare una scelta politica per non includere misure che potrebbero essere considerate controverse o fiscalmente irresponsabili”.
Le opzioni dell’Italia sono complicate dagli sforzi delle banche centrali di tutto il mondo per combattere l’inflazione.
Codogno ha affermato che la raccolta di fondi per qualsiasi sostegno economico sostanziale per famiglie e imprese in difficoltà si rivelerà difficile, a meno che l’Ue non sia disposta a finanziare tali misure con prestiti comuni, simili al suo fondo per il recupero del Covid, di cui l’Italia dovrebbe essere il principale destinatario.
Tuttavia, questa strada è ancora in salita e ora sarà compito proprio dei nuovi incaricati esprimere la propria voce a Bruxelles, cercando di tracciare una strada favorevole all’Italia.