La Polizia di Stato di Lucca ha deferito all’Autorità Giudiziaria i componenti di un sodalizio criminale composto da cittadini pakistani e srilankesi dediti alla redazione di fittizie dichiarazioni di ospitalità e alla falsa documentazione di rapporti lavorativi inesistenti.

 

Tali condotte, poste in essere dietro il pagamento di corrispettivi in denaro fino ad importi di 2500 euro, erano finalizzate al rilascio di permessi di soggiorno in tempi rapidi e alla conversione di titoli di soggiorno da motivi umanitari a motivi di lavoro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lucca e svolte anche attraverso il ricorso ad attività tecnica, sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura che si avvalsa della preziosa collaborazione del locale Ufficio Immigrazione, che nell’ambito del monitoraggio della pratiche di soggiorno, aveva avuto modo di rilevare che un numero particolarmente elevato di cittadini stranieri, per lo più di nazionalità pakistana ma anche del Bangladesh e dello Sri Lanka, in alcuni casi residenti addirittura in province limitrofe, dichiaravano di avere il domicilio in questa provincia e richiedevano la conversione del permesso di soggiorno da motivi umanitari a lavoro subordinato, presentando contratti di lavoro riconducibili sempre alle stesse attività nel settore della ristorazione.
Mirati servizi di osservazione e controlli amministrativi hanno consentito di accertare che il gruppo, per le illecite attività finalizzate alla regolarizzazione della posizione degli extracomunitari sul territorio nazionale, disponeva di più appartamenti, regolarmente affittati, presso cui venivano fittiziamente ospitati cittadini pakistani e srilankesi, molti dei quali impiegati presso compagnie di delivery, condizione necessaria ai fini del perfezionamento delle istanze finalizzate al rilascio dei permessi di soggiorno.
L’indagine ha dimostrato che i proprietari di uno degli immobili affittati ai componenti del sodalizio avevano consegnato in buona fede ad uno degli indagati una dichiarazione di ospitalità firmata in bianco, dietro la promessa che sarebbe stato restituito compilato appena possibile, restituzione avvenuta soltanto dopo diverso tempo. Questi moduli in bianco, artatamente fotocopiati, venivano poi riempiti con i dati di svariati cittadini extracomunitari, risultando pienamente idonei ad indurre in inganno il personale preposto alla ricezione delle attestazioni di ospitalità.
Attraverso il confronto tra l’originale dichiarazione di ospitalità e quelle, falsamente formate, prodotte all’ufficio Immigrazione, gli investigatori hanno dimostrato l’esistenza sui fogli di tracce (puntini, rigature, macchie) assolutamente identiche.
Il gruppo, inoltre, disponeva di numerose attività commerciali, operanti prevalentemente nella ristorazione, sia a Lucca che in Garfagnana, necessarie a simulare i rapporti lavorativi degli extracomunitari. Approfondite verifiche, effettuate anche con la collaborazione dell’Ispettorato del Lavoro di Lucca e l’INPS, hanno fatto emergere numerosi casi di lettere di assunzione e denunce di rapporti di lavoro fittizi, come anche di contratti a tempo determinato sottoscritti unicamente per il tempo strettamente necessario al rilascio dei titoli di soggiorno, salvo poi puntualmente non essere rinnovati.
Complessivamente sono state indagate 8 persone (6 del Pakistan, 1 dello Sri Langa ed 1 del Bangladesh), tutte di età compresa tra i 31 e i 42 anni, residenti tra Lucca, Altopascio e la Garfagnana, cui sono stati contestati illeciti commessi tra la fine del 2020 e tutto il 2021. Diverse le fattispecie di reato a loro ascritte, che vanno dall’art. 5 comma 8 bis Testo Unico Immigrazione (falsificazione di documenti finalizzati a determinare il rilascio del permesso di soggiorno), all’intestazione fittizia, fino ad arrivare all’autoricilaggio.
Nel corso dell’attività sono state inoltre eseguite perquisizioni e sequestri di documentazioni e cellulari, al fine di acquisire ulteriori elementi a sostegno dell’ipotesi investigativa.
Nel mese di dicembre è stata inoltre eseguita nei confronti di uno degli indagati, A.I., 31 enne del Pakistan, la misura cautelare del divieto di dimora in Lucca e provincia.
Nei suoi confronti sono stati infatti ravvisati gravi indizi di colpevolezza e sono state ritenute sussistenti le esigenze cautelari per plurime condotte poste in essere tra l’aprile e l’ottobre del 2021, la cui reiterazione, a parere dell’A.G. era più che sufficiente a comprovarne la particolare inclinazione a delinquere.
A quest’ultimo, in particolare, sono stati contestati più episodi di contraffazione di documenti che gli hanno consentito il perseguimento di un’utilità economica “certamente rilevante”, oltre al reato di violenza privata commesso ai danni di un connazionale da lui agevolato nella presentazione dell’istanza di permesso di soggiorno di lungo periodo. Quest’ultimo, infatti, al momento della convocazione in Questura per fornire informazioni in merito alla sua domanda di soggiorno, era stato perentoriamente istruito dall’indagato di non portare il telefono cellulare con sé in Questura. In quella circostanza A.I. gli aveva intimato di non riferire nulla circa gli accordi presi con lui, dietro espressa minaccia che, se avesse disatteso tale esplicita richiesta, ci sarebbero state ripercussioni per la sua integrità fisica e per quella dei suoi familiari. Il compenso richiesto ed ottenuto in quel caso era stato di 2500 euro ed i pagamenti erano avvenuti, in parte in contanti, in parte tramite bonifici effettuati su carta poste pay dell’indagato o intestata ai familiari dell’indagato stesso, residenti in Pakistan.
L’attività investigativa, in quella circostanza, aveva fatto emergere che l’indagato si era incontrato con la vittima, poco prima che quest’ultimo si recasse in Questura dove era stato convocato, ed aveva preteso di consultare il suo telefono cellulare, arrivando a cancellare personalmente tutte le conversazioni whatsapp intercorse con lui, per non lasciare tracce degli illeciti commessi.
Negli scorsi giorni la Squadra Mobile, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

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