La mietitura del grano ,molti anni fa, era un lavoro che durava parecchi giorni, e prima di iniziare i lavori, se c’erano nubi, aspettavano finchè non si fossero sciolte.
In quei giorni si trasformavano tutti in esperti di meteorologia e ognuno diceva la sua: chi guardava i piccioni se tornavano tardi alla colombaia, se l’usignolo cantava tutta la notte, o se i passeri erano più chiassosi del solito e le rane si tuffavano nei fossi , tutti segnali di pioggia imminente.
Inoltre , per scaramanzia, non si cominciava mai a mietere di venerdì, ma ,se si poteva, il giorno propizio alla buona sorte era il sabato.
Amano a mano che si mieteva , aumentava il numero dei covoni, che molti lasciavano nel campo perché dicevano che erano più sicuri che nel “barco”, nella bica sull’aia, dove potevano prendere fuoco a causa dei fulmini durante i temporali.

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