Il Santo del giorno, 9 Agosto: Edith Stein, la grande mistica ebraica di Auschwitz
Religiosa, filosofa e mistica tedesca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze. Di origine ebraica, si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo che durava dall’adolescenza, venne arrestata nei Paesi Bassi dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove, insieme alla sorella Rosa (anch’ella monaca carmelitana scalza) trovò la morte.
Santa Teresa Benedetta della Croce,questo il suo nome da religiosa è
compatrona d’Europa.
Edith Stein(in religione, Santa Teresa Benedetta della Croce; Breslavia, 12 ottobre 1891 – Auschwitz, 9 agosto 1942) è stata una religiosa, filosofa e mistica tedesca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze.
Di origine ebraica, si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo che durava dall’adolescenza.
Venne arrestata nei Paesi Bassi dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove, insieme alla sorella Rosa (anch’ella monaca carmelitana scalza) trovò la morte.
Nel 1998 Papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata santa e l’anno successivo l’ha dichiarata compatrona d’Europa.
Edith Stein nacque a Breslavia, all’epoca ancora città tedesca, il 12 ottobre 1891 da Sigfrido e Augusta Courant, entrambi ebrei di origine. Possedevano un’attività commerciale di legname, a Breslavia, dove appunto nacque Edith, ultima dei sette figli della famiglia Stein-Courant, la quale nel luglio del 1893 si vide improvvisamente privata del capofamiglia, morto a causa d’un’insolazione.
Fu Augusta dunque, a sobbarcarsi l’impegno di sfamare la numerosa prole prendendo personalmente le redini dell’azienda. Divenne una figura molto cara a Edith che, nelle sue memorie familiari, la ricorda spesso quale donna instancabile e coriacea, forte di carattere e parecchio abile negli affari.
Dal 12 ottobre 1897, la piccola Edith comincia la scuola, distinguendosi presto come bambina dall’intelligenza acuta, precoce e perfino la sorella Erna la definì: “straordinariamente pronta d’ingegno”.
Concluse le elementari, Edith proseguì con i corsi ginnasiali.
Ma fra i 15 e i 16 anni prese la ferma decisione di non frequentare più la scuola, preferendo trasferirsi ad Amburgo presso la sorella Elsa, dove rimase per circa un anno, trascorso principalmente nell’assidua lettura di libri di letteratura antica e moderna, nonché di filosofia, che già in quel periodo cominciava ad attirare le sue attenzioni e il cui studio presto l’avrebbe condotta ad un dichiarato ateismo!
Ricredutasi riguardo al proprio percorso scolastico, decise di intraprendere un esame da privatista, per recuperare il tempo perduto e riprendere così le compagne all’ultimo anno scolastico della maturità, su consiglio del cugino Richard Courant. Obiettivo che raggiunse pienamente.
Il 3 marzo 1911 Edith sostenne e superò anche l’esame finale di maturità. Proseguì quindi gli studi presso l’Università di Breslavia, dove spesso a lezione, fu unica ragazza in mezzo a un folto gruppo di maschi.
I professori notarono ben presto le sue straordinarie doti intellettuali; nonostante ciò, l’ambiente di Breslavia le risultò ben presto insufficiente alla propria sete di conoscere.
Attratta dalle teorie di Edmund Husserl, di cui aveva già letto “Ricerche logiche”, decise di intraprendere il percorso di studi presso l’Università di Gottinga, dove il celebre fenomenologico teneva le sue lezioni.
Vi giunse nell’aprile del 1913.
Qui conobbe e fu stimata da alcuni fra i più famosi filosofi del periodo, da Adolf Reinach a Max Scheler, allo stesso Husserl, il quale le suggerì di fare con lui la tesi di laurea!
Tema, l’empatia.
Fu un lavoro estenuante, per il quale spese tempo ed energie considerevoli.
Il 30 luglio 1914 le lezioni furono sospese a causa di quella che sarebbe presto divenuta la prima guerra mondiale ed Edith, tornata a Breslavia, chiese all’ospedale di “Tutti i Santi” d’essere assunta come infermiera volontaria ed essere mandata ad assistere in prima linea.
Fiaccata però da una terribile influenza dovette rimanere chiusa in casa dove, riveduti i propri appunti universitari, poté sostenere l’ultimo esame, proprio in presenza di Husserl, nel gennaio 1915, dopo la riapertura delle università.
Risultato: maxima cum laude.
Tornata nuovamente al volontariato, raggiunse nell’aprile del 1915 Mahrisch-Weisskirchen, nella zona dei Carpazi dove la guerra inferiva con violenza, per occuparsi dei malati di tifo.
In patria riprese i contatti con Husserl e cominciò a guadagnarsi da vivere facendo la supplente di lingue classiche a Breslavia, pur continuando la sua tesi di dottorato che, conclusa, raggiunse i tre tomi.
E proprio a Friburgo, dove aveva raggiunto il filosofo, difese eccellentemente la sua tesi con il voto più alto.
Fu allora che propose ad Husserl di divenire sua assistente.
Aveva solo venticinque anni, quando si trasferì a Friburgo per porsi al servizio del fondatore della Fenomenologia, lo studio delle apparenze illusorie, che ha come presupposto intrinseco anche se all’inizio non dichiarato di andare oltre il fenomeno come ci appare ai nostri sensi, e quindi in ambito gnoseologico andare verso..l’Essere! che è poi il percorso, forse inconscio, di Edith Steiner.
Quale fedele interprete di Husserl, sulla sua strada, la Steiner intanto preparò per la stampa “La coscienza del tempo”, raccogliendo e rendendo leggibili gli appunti del maestro.
Ma il suo vero desiderio era quello di realizzare una propria opera.
Che riuscì a fare, con la modalità più bella che va ben oltre la Filosofia: con la sua vita!
Non trascorse molto tempo che l’impegno di Edith quale assistente del celebre Husserl, seppur onorifico, non le fu più sostenibile.
Fu così che ella ruppe con quello che definiva il suo maestro, per dedicarsi alla propria carriera lavorativa e filosofica.