
Arca marmorea di san Donato nel Duomo di Arezzo
Donato d’Arezzo (Nicomedia, … – Arezzo, 7 agosto 363) fu il secondo vescovo di Arezzo (a quanto risulta dai dittici conservati nell’archivio capitolare della città); è venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica. Nacque probabilmente ad Arezzo ma, secondo alcune fonti, potrebbe essere stato originario di Nicomedia o di Roma. Divenne prete mentre vescovo di Arezzo era Satiro. La sua opera di evangelizzazione fu molto proficua. Consacrato vescovo dal papa, succedette a Satiro nella guida della Chiesa aretina e continuò nella sua opera pastorale, coadiuvato dal diacono Antimo. Gli venne comminata per la sua fede la decapitazione, dal prefetto di Arezzo, Quadraziano. Il martirio sarebbe avvenuto secondo alcuni sotto l’imperatore Giuliano, nel 362. Secondo altri sarebbe avvenuto addirittura nel 304, sotto Diocleziano. Il giorno in cui, secondo la tradizione, avvenne la sua morte, è il 7 agosto. Il vescovo Gelasio, suo successore, fece costruire una “memoria” nel luogo della sua tomba, nel colle del Pionta, dove poi sarebbe sorta la prima cattedrale di Arezzo. Il corpo di san Donato è invece conservato e venerato nell’omonima chiesa di Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo.
È considerato protettore degli epilettici, perché gli è attribuita la guarigione miracolosa di un bambino da questa malattia.
Tra i miracoli che la leggenda devozionale gli attribuisce, il più famoso è quello del calice, per via del quale sarebbe stato condannato al martirio: durante la celebrazione della messa entrarono nel tempio dei pagani che con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro, di cui Donato raccolse i cocci e li rimise insieme, ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato del vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo. Dallo stupore, 79 pagani si sarebbero convertiti al Cristianesimo. Dopo un mese, fu arrestato e ucciso.
Nel 1384, il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy espugnò e depredò Arezzo. Poi valicò l’Appennino, recando con sé, tra l’altro, la preziosa reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta a Forlì, Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini.

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La Chiesa cattolica ricorda, oggi, anche:
Sant’Alberto degli Abati
San Carpoforo, san Cassio, Essanto, Severo, Secondo, Licinio, martiri di Como
San Fausto, martire a Milano
San Gaetano di Thiene, sacerdote (memoria facoltativa). Festa patronale di Thiene, di Poggio Mirteto e di Castelguglielmo.
San Sisto II e compagni, Papa e martiri (memoria facoltativa)
Beati Agatangelo da Vendôme e Cassiano da Nantes, cappuccini e martiri
Beato Edmondo Bojanowski, fondatore delle Ancelle dell’Immacolata Concezione