Il Santo del giorno, 30 ottobre: S. Gerardo, patrono di Potenza
Nato a Piacenza, si spostò nel Sud, forse per andare in Palestina, ma rimase a Potenza dove divenne vescovo e santo.
Gerardo, vescovo del XII secolo, è il patrono della città e dell’arcidiocesi di Potenza.
Nato a Piacenza, in una famiglia di nobili origini, si diresse verso l’Italia Meridionale probabilmente con l’intenzione di imbarcarsi insieme ai crociati verso i Luoghi Santi.
Giunto però a Potenza iniziò a dedicarsi all’apostolato. E il suo impegno gli attirò a tal punto l’ammirazione della gente che, quando morì il vescovo, il clero e il popolo lo scelsero come successore.
Ordinato vescovo ad Acerenza, resse la Chiesa di Potenza per otto anni, dal 1111 al 1119. Anche da vescovo «era di tanta sobrietà – scrive il biografo e successore Manfredi – da sembrare un monaco». Morì nel 1119. Trascorso un solo anno papa Callisto II lo proclamò santo a furor di popolo.
Etimologia: Gerardo = valoroso con la lancia, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Siamo a Potenza nella Lucania, quindi assai lontano, soprattutto allora, da Piacenza, dove si era trasferito Gerardo, della Famiglia dei La Porta, di cui, il suo successore Manfredo ne scrisse una Vita, forse troppo dichiaratamente panegiristica e soprattutto ne ottenne una canonizzazione “viva voce” (ossia senza documentazione scritta) da parte del papa Callisto II (1119-24).
Uomo di cultura e di solida pietà, dopo aver trascorso la sua giovinezza in patria, si diresse verso l’Italia Meridionale, come tanti altri spiriti nobili del suo tempo, o alla ricerca di solitudine o per essere più vicino ai punti di imbarco dei crociati, diretti verso i luoghi santi.
Giunto a Potenza, Gerardo vide aprirsi davanti un vasto campo di apostolato, specialmente tra la gioventù. Apri a tutti gratuitamente i tesori della sua cultura e della sua bontà, attirandosi la simpatia di tutto il popolo. Alla morte del Vescovo della città, clero e popolo lo elessero loro pastore. La dignità conseguita non mutò l’austerità della sua vita, né la semplicità dei suoi costumi. Manfredi, suo biografo e poi successore nella cattedra episcopale, cosi descrive questo periodo della sua vita: “Onorato della gloria pontificale, apparve più umile, più mansueto, più piò, più benigno, più diligente nell’esercizio delle virtù. Era di tanta sobrietà da sembrare un monaco”.
Il Signore si compiacque di far rifulgere la santità del suo servo ancora in vita, con segni miracolosi, come il cambiamento dell’acqua in vino.
Le ossa di S. Gerardo riposano sotto l’altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza. Il Santo viene onorato, in modo particolare, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa, fatta dal Vescovo Oberto nel 1250.
Angelo d’Acri(Acri, 19 ottobre 1669 – Acri, 30 ottobre 1739) è stato un presbitero e religioso italiano.
È stato dichiarato beato da papa Leone XII che ordinò la pubblicazione del suo decreto di beatificazione il 9 dicembre 1825.
Sarà canonizzato da papa Francesco il 15 ottobre 2017.
Biografia
Nacque ad Acri il 19 ottobre 1669 con il nome di Lucantonio Falcone, figlio di Francesco Falcone e di Diana Enrico, persone di umili origini. Educato ed istruito alla vita religiosa dallo zio prete, dopo vari tentennamenti, professò la professione dei consigli evangelici, mediante voti accolti dalla Chiesa.
Con atto giuridico, scritto di proprio pugno affermava: “Io F.Angelo d’Acri chierico cappuccino che nel secolo mi chiamavo Luca Antonio Falcone, colla presente dichiaro e faccio fede, qualmente oggi 12 novembre 1691 ad ore 18 ho finito l’anno di Probazione, essendo stato un anno intero continuo, così ho fatta la solenne Professione nelle mani del P.Giovanni d’Orsomarso maestro dei novizi..”
Divenne frate francescano a Belvedere Marittimo, nel convento dei frati minori cappuccini.
Venne poi ordinato anche sacerdote, dopo lunghi anni di noviziato, con studi teologici e umanistici.
Il 18 dicembre 1694 nella cattedrale di Cosenza fu ordinato diacono e destinato alla predicazione.
La sua opera di divulgazione della parola di Cristo fu colta, ma svolta con semplicità per il linguaggio comprensibile a tutti, predicando in quasi tutta l’Italia meridionale: a Salerno, Napoli, Montecassino e in quasi tutte le città o paesi di Calabria quali Cosenza, Catanzaro, Taranto, Reggio Calabria e Messina.
Si schierò dalla parte dei deboli, contro gli abusi e le prepotenze dei potenti, castigando la corruzione del suo tempo e denunciando con passione e accanimento le ingiustizie sociali.
Causa di beatificazione
Alla Congregazione per le cause dei santi sono stati presentati i seguenti miracoli per la beatificazione di Angelo D’Acri:
L’immediata guarigione di Marianna Bernaudo, sorella del vicario generale di Bisignano, che dimorava in Acri.
La resurrezione di Francesco Sirimarco di Sant’Agata d’Esaro.
L’istantanea e perfetta guarigione del settenne Pietro Sacco da Bisignano.
Con il concistoro del 23 marzo 2017 papa Francesco ha riconosciuto il miracolo necessario per la sua canonizzazione, che avverrà a Roma il 15 ottobre 2017.