Il Santo del giorno, 28 Dicembre: Santi Martiri Innocenti
I Martiri sono, di per se stessi, tutti “innocenti”, ma questi ancor più, perchè bambini: quelli fatti uccidere da Erode!
La strage degli Innocenti, pur narrata dal solo Vangelo di Matteo, è entrata, per efferatezza e crudeltà, nei racconti popolari attorno alla nascità di Gesù
Santi Innocenti Martiri sec. I
La Strage degli Innocentiè un episodio presente soltanto nel Vangelo secondo Matteo(2,1-16), in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordina un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemme era stato informato dai Magi.
Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strag,e in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli di fuggire in Egitto.
Solo dopo la morte di Erode (che però morì nel 4 a.C.) Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazaret.
La maggioranza degli studiosi moderni nega la storicità dell’episodio, anche per il mancato riscontro nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo.
Altri studiosi ne accettano invece la storicità, in quanto l’episodio si inserirebbe perfettamente nel carattere e nella modalità di governare che ebbe Erode, uomo crudele e sanguinario; questi avvertendo il pericolo di un’usurpazione, non avrebbe esitato infatti ad uccidere in diverse occasioni una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune centinaia di oppositori.
Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della morte dei figli di Erode, Alessandro e Aristobulo conosciuti molto bene dallo stesso Augusto, ebbe a dire: «È meglio essere il maiale di Erode, piuttosto che uno dei suoi figli»: infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, anche se non esitò ad uccidere i suoi stessi figli!
Nella tradizione occidentale e cristiana, il racconto è divenuto un topos culturale, che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche. I bambini innocenti che muoiono violentemente, uccisi dalla sete di potere, vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.
Nel XII secolo, a Parigi, il nome degli Innocenti fu dato ad una chiesa ed al cimitero adiacente ad essa, entrambi poi rasi al suolo verso la fine del XVIII secolo.
A Lucca, evento purtroppo verificatosi senza troppo interesse da parte della città, che pure ha un colle famoso intitolato a S. Quirico, il martire-bambino, si annovera il ritrovamento di un cimitero dedicato ai bambini, decessi probabilmente in numero alto nel medioevo, sia in epoca perinatale che in tenera età per malattie infettive: ritrovato proprio in scavi, nella piazza centrale che porta il nome del santo-bambino, Quirico, accanto ai resti di una grande villa ed una grande strada romana.
Qualche tempo fa, analogo ritrovamento, proprio dell’epoca di Cristo, fu fatto in Palestina.
L’episodio è narrato nel Vangelo secondo Matteo, 2,1-16, senza paralleli negli altri vangeli canonici.
Il racconto comincia dopo la nascita di Gesù, al tempo di Erode il Grande (73-4 a.C.). Alcuni magi giunsero a Gerusalemme chiedendo dove si trovasse il re dei Giudei, appena nato. Erode si turbò alla notizia e chiese ai sommi sacerdoti e agli scribi del popolo il luogo dove sarebbe dovuto nascere il messia e, avuta risposta che le profezie indicavano Betlemme, (che non dista dal centro di Gerusalemme, neppure dieci chilometri ed è quindi molto strano che il feroce re non li facesse seguire o mandasse uomini a controllare, visto che poi decide addirittura un massacro di tutta una generazione di bambini!!) disse ai magi, convocati in segreto, di recarsi nella cittadina giudea e di tornare a riferirgli, affinché potesse adorarlo anche lui. Avvertiti in sogno da un angelo, i magi decisero di non tornare a Gerusalemme. Avvertito a sua volta da un angelo, Giuseppe portò la sua famiglia in Egitto (fuga in Egitto); Erode, sentendo minacciato il proprio trono, ordinò l’uccisione di tutti i neonati maschi dai due anni in giù del territorio di Betlemme. L’episodio termina ricordando come la strage degli innocenti avesse verificato una profezia biblica, narrata nel Libro di Geremia.
Storicità del racconto
Nessuna fonte, evangelica o non evangelica, riporta questo evento al di fuori del Vangelo secondo Matteo.
Nel Vangelo secondo Luca, ad un mese circa dalla nascita, Gesù è portato al tempio e poi la famiglia ritorna a Nazaret.
La storicità dell’episodio è messa in dubbio, in particolare, dalla mancanza di cenni alla strage nelle opere di Flavio Giuseppe, lo storiografo ebraico, fortemente ostile ad Erode e principale fonte non evangelica sul periodo. Ma rimane ovvio che tale mancata citazione può significare anche una scarsa considerazione dell’evento in sé, considerando i tempi estremamente duri e la probabile scarsità nel numero delle vittime, considerando che Betlemme era poco più di un piccolo borgo.
Secondo Giuseppe Ricciotti, storico biblista, il numero dei bambini nati a Betlemme in quel periodo, essendo circa 1000 gli abitanti adulti della piccola Betlemme, poteva aggirarsi intorno ai 60 individui (da due anni in giù), considerando un tasso di natalità simile a quello dei primi del Novecento; circa 30 nati l’anno.
Volendo però Erode uccidere solo i bambini maschi il numero degli uccisi è dunque, approssimativamente, di circa 30 neonati e, considerando che la mortalità infantile nel Vicino Oriente era molto alta, il numero si restringe a circa 20.
L’episodio, quindi, non avrebbe avuto rilevanza tale, da interessare gli storici del tempo, sia per il numero limitato, sia per l’appartenenza delle vittime alla popolazione rurale. Se poi la notizia fosse giunta a Roma, non avrebbe rappresentato motivo di reazione politica da parte dell’imperatore, che non esitava anche lui a soffocare nel sangue possibili rivolte, ma lasciava molto fare le vendette e le trame interne.
Svetonio, in un passo in cui utilizza il racconto di Giulio Marato, scrive che pochi mesi prima della nascita di Augusto, avvenne a Roma un prodigio, che fu interpretato come presagio di imminente nascita di un re per il Popolo Romano.
I senatori, spaventati, ordinarono di esporre tutti i neonati che erano nati in quell’anno, comunque il decreto non venne depositato e la strage non fu eseguita. Tra l’altro Augusto non nacque probabilmente a Roma, ma ad una ventina di chilometri. Si può comprendere quindi quanta scarsa rilevanza ebbe, secondo Ricciotti, la strage di Betlemme nella capitale dell’impero, considerando l’esiguità dei numeri e i tempi abbastanza crudeli e violenti. Inoltre, secondo alcuni studiosi, “anche nei casi di un’unica attestazione” bisogna supporre, “fino a prova contraria”, la buona fede degli evangelisti.
Ma può anche darsi che il fatto di Augusto sia stato noto agli estensori del Vangelo…