Il Santo del giorno, 24 Dicembre: Vigilia del Natale del Signore, Santi Antenati di Gesù

 

 

La Vigilia di Natale è il giorno che precede quella che era considerata, a ragione, la principale festività del Cristianesimo e che è rimasta, in questo mondo quasi del tutto scristianizzato e ateo, la festa più importante, anche dal punto commerciale, che è quello che oggi interessa!, dell’anno.

 

La Vigilia di Natale è il giorno che precede quella che era considerata, a ragione, la principale festività del Cristianesimo e che è rimasta, in questo mondo quasi del tutto scristianizzato e ateo, la festa più importante, anche dal punto commerciale, che è quello che oggi interessa!, dell’anno.

Nella tradizione del mondo occidentale assume una grande valenza simbolica poiché si celebra, nella notte, la nascita di Gesù, in una grotta di Betlemme, nella Giudea, regione della Palestina.

Secondo i Vangeli, seguendo una stella di Betlemme, i Re Magi, venuti dall’Oriente, (a significare che tutta la sapienza del mondo lo riconosce) trovarono un bambino che giaceva in una mangiatoia: ne riconobbero l’importanza e gli offrirono oro, incenso e mirra: doni regali, che nell’Epifania, cioè nel giorno dell’appalesarsi (dal greco epifaino) del Dio fatto Uomo (proprio nell’incontro con i Re Magi) dimostrano la sua dignità e con la mirra, anticipano anche il suo Sacrificio, per il quale è venuto tra gli uomini.

Per il fedele, il vero Natale è la veglia notturna della vigilia, che serve da transito verso il mistero della nascita del Dio che si fa uomo ed entra nella storia dell’umanità: si danno gli ultimi ritocchi al presepe, ci si prepara per la messa di mezzanotte, in un’attesa che ha lo scopo di far presente e reale il miracolo della nascita di Gesù.

In questo senso religioso, anche il cibo rientra nella tradizione rituale: il vero “pranzo” di Natale, è la cena della Vigilia, rigorosamente “di magro”!

 

Per l’anno liturgico della Chiesa Cattolica, la Vigilia di Natale è l’ultimo giorno dell’Avventoed è anche l’ultimo dei nove giorni feriali della cosiddetta Novena di Natale e il primo del Tempo di Natale.

C’è anche da ricordare la celebrazione della Veglia, nella quale i fedeli dalla tarda serata e fino all’alba del giorno di Natale si riuniscono (o meglio: si riunivano!) in preghiera.

All’originaria valenza, è stata aggiunta quella propria della festa moderna, percepita anche dai non credenti, caratterizzata da una ricca cena (detta appunto della Vigilia, quando si scartavano i regali, destinati alle persone care, allo scoccare della mezzanotte. Simboli del “dono divino” del Padre che aveva mandato il Figlio a creare una nuova Alleanza, dopo il Peccato Originale.

Il regalo molto probabilmente ha origine nel dimostrare e quindi rincuorare la famiglia, i vicini, che nella stagione improduttiva, abbiamo scorte sufficienti (tanto da regalarne!) per affrontare l’inverno ed arrivare alla primavera, quando la terra darà altri e nuovi frutti.

Ma nel senso cristiano è la simbolizzazione di Dio che regala addirittura suo Figlio all’Umanità per ristabilire il Patto di Alleanza, infranto da Adamo ed Eva, che non a caso vengono ricordati in questo giorno e questa notte.

 

Come ad Atene, nei Misteri Eleusini di Demetra, Core o Persefone ed Ade… A Roma con Proserpina, figlia di Cerere, Dis Pater (Dite)…nell’eterno ritorno della Natura e del ciclo del Sole…Invictus!

Per i Cristiani si rinnova il patto, spezzato dai nostri primi progenitori.

Adamoè il nome, secondo l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam, del primo uomo e significa “umanità”, “uomo”, “uomo terreno”, “terroso”, o “della terra rossa”.

Secondo la Genesi, con la sua donna Eva, (che sta per: “donna”) Adamo ha dato origine all’umanità; in particolare sono nati da loro Caino, Abele e Set.

Adamo visse fino all’età di novecentotrenta anni!

Figli

Con Eva, ebbe Caino, Abele, Set e ancora altri figli e figlie.

La tradizione biblica narra che i figli furono tra 14 e 140.

Caino e Abele sposarono le sorelle gemelle Calmana e Deborah.

Dopo la morte di Abele, Caino sposò sua sorella Awan e generò un figlio, Enoch. Set sposò la sorella Azura, di quattro anni più giovane. Nel 235 AM Azura diede alla luce Enos.

Nella Bibbia

La creazione dei primi uomini viene narrata nel libro della Genesi in due brani: il primo in 1,26-28 ed il secondo in 2,7-22.

Secondo i teologi liberali e modernisti, si tratta di due racconti contraddittori, mentre secondo i teologi conservatori, tradizionalisti e fondamentalisti, si tratta dello stesso evento narrato in due modi diversi.

Nella prima versione, la creazione dei primi uomini si inserisce nello schema dei sette giorni ed è visto come l’apice del lavoro di Dio:

 

« E Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.

E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. »

 

(Genesi 1,26-28)

Nella seconda versione, Adamo viene plasmato con la polvere della terra:

« Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. »

(Genesi 2,7)

La parola ebraica adam, “uomo”, presenta infatti la stessa radice della parola ebraica adamà, “terra”.

E, dalla sua costa, venne generata la prima donna, Eva (“colei che genera” o anche “maschia” cioè “la femmina dell’uomo”):

 

« Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. »(Genesi 2,21-22). 

Nuovo Testamento

Anche nel Nuovo Testamento, vengono richiamate le figure di Adamo ed Eva.

Ad esempio, si cita il Vangelo secondo Matteo 19,4-5 oppure la prima lettera ai Corinzi 15,45-47.

Nella Summa Theologiae (Prima Pars, Quaestio 92, Articulus 3) San Tommaso d’Aquino spiega che la donna fu convenientemente creata dalla costola di Adamo. La creazione dal fianco simboleggia infatti un’unione sociale nella quale la donna non ha autorità sull’uomo, perciò non fu creata dalla sua testa. Al tempo stesso la donna non deve essere servilmente soggetta all’uomo, in quanto ella non fu creata dai suoi piedi.

Nella stessa sezione, Tommaso d’Aquino introduce anche l’interpretazione cristologica dell’episodio. Adamo addormentato, dal quale Dio estrae la costola per creare Eva, simboleggia Gesù morto in croce, dal cui costato, trafitto dalla lancia di un soldato romano, escono sangue e acqua, che simboleggiano i due sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo sui quali fu istituita la Chiesa.

In questo senso, di ricomposizione di ciò che è stato interrotto dai primi uomini creati da Dio, la Chiesa commemora tutti i Santi Antenati di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ovvero di quei padri che piacquero a Dio e che, trovati giusti, pur senza avere ricevuto le promesse, ma avendole soltanto guardate e salutate da lontano, morirono nella fede: da essi nacque secondo la carne il Cristo, che è al di sopra di tutto il creato, Dio benedetto nei secoli.

 

Proprio sul far della sera del 24 dicembre, nella Messa Vespertina nella Vigilia del Natale del Signore, la liturgia ci propone l’incipit del Vangelo di Matteo, in cui sono elencati gli antenati di Gesù:

 

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomoneda quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. (Mt 1,1-17)

 

La liturgia, nei Vespri del 19 dicembre, ci propone quale antifona al Magnificat:

 

O Germoglio di Iesse,

che ti innalzi come segno per i popoli:

tacciono davanti a te i re della terra,

e le nazioni t’invocano:

vieni a liberarci, non tardare.

 

“Germoglio che spunta dal tronco di Iesse” (Is 11,1) o “radice di Iesse” (Is 11,10; Rm 15,12) sono alcuni fra i titoli che vengono attribuiti a Gesù Cristo, per indicare che Dio rimane fedele al suo popolo e mantiene la promessa fatta al re Davide (cfr. 1 Sam 16, 1-13).

Nell’arte cristiana l’albero genealogico del Messia viene rappresentato come un albero alle cui radici è posto appunto il patriarca Iesse, padre del Re Davide, sui rami sono posti i re ed i profeti, mentre sulla cima è posto il Cristo.

Share