Il Santo del giorno, 20 Luglio: Elia, il Profeta più grande! – S. Apollinare di Ravenna – Margherita d’Antiochia, festa a Bolognana di Gallicano
Elia è il massimo Profeta dell’Antico Testamento. Il solo assunto in cielo come per i Cristiani sarà il Cristo. E’ colui che sta alla base del Messianismo ebraico.
S.Apollinare, forse discepolo di Pietro, come Paolino per Lucca, fu inviato a Ravenna, dove gli è dedicata una splendida basilica.
Margherita, patrona delle partorienti, invocati insieme ad altri 13 santi nei momenti difficili. Una delle “voci” di Giovanna d’Arco. Festa a Bolognana di Gallicano.
Elia, in Ebraico, sta per: il mio Signore è Jahvè
Vangelo di Matteo 27,46: “Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Le persone sotto la Croce pensano che Gesù chiami Elia, il Profeta principe, il cui nome si rifà a Yaweh.
E il Profeta Elia della città di Tishbà, nel paese di Galaad, una regione montuosa ad est del Giordano, se non certo importante con Yaveh, è una, se non la più importante, delle figure più rilevanti dell’Antico Testamento.
Le sue gesta sono narrate nei due “Libri dei Re” della Bibbia. Forse scritti sei secoli prima di Cristo, per codificare tradizioni orali.
Secondo quanto si legge, Elia svolse la propria missione sotto il regno di Acab (875-852 a.C.) docile strumento nelle mani dell’intrigante moglie Jezabel, di origine fenicia, che aveva dapprima favorito e poi imposto il culto del dio Baal.
Il nome del re, Acab, è ripreso da Melville per il capitano che dà caccia senza tregua a Moby Dick.
Il Profeta Elia proviene dalla tribù di Beniamino.
Egli ha una grande importanza nel sentimento religioso ebraico, in quanto si ritiene che, come narra la Bibbia, non sia morto, ma assunto in Cielo, anima e corpo. E di tanto in tanto ricompaia sulla terra “sotto mentite spoglie”, per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizzò che Elia tornerà prima del giorno del Signore dell’Era messianica: « Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore » (Malachia 4,5)
Nel giorno di Pasqua ebraica (Pesach), alcuni ebrei lasciano una coppa di vino dinanzi all’uscio o ad una finestra aperta, in attesa che Elia torni e festeggi con loro la liberazione. Molti i racconti Talmudici e Chassidici che narrano la rivelazione del profeta Elia nel corso della storia, manifestatosi a Maestri ebrei e ad appartenenti al popolo ebraico.
Quando ormai il popolo ebraico, ancora una volta!, pare aver abbandonato il suo monoteismo, per tornare ai tanti dei, ecco Elia che si presenta ad annunciare, ancora una volta!, la volontà di vendetta del Dio unico, preannunciando tre anni di siccità!
Durante la carestia che ne seguì, risuscitò il figlio della vedova di Sarepta che lo ospitava durante una carestia. Non contento Elia, di questa dimostrazione, diciamo la verità: di crudeltà! Avendo fatto venire siccità e fame, eccolo sfidare i 400 sacerdoti di Baal che erano sul Monte Carmelo, montagna prediletta di Elia, che da paese montuoso veniva.
E se Dio non aveva pietà di noi uomini peccatori e fragili nelle nostre idee e che spesso sbandiamo nella tempesta della vita, Elia ne ha ancora meno, fa sì che dia invii una fiamma sul solo altare, facendo poi piovere ed incitando così il popolo in delirio che scanna tutti e 400 i sacerdoti di Baal!!!
Poi coperto di pelli come tanto tempo dopo Giovanni Battista e da un mantello scappò nel deserto, sul monte Oreb, per sfuggire all’ira di Jezabel. Dove un angelo gli porgeva il cibo.
Stanco, metterà il suo mantello sulle spalle del discepolo Eliseo invitandolo a seguirlo ed a essere il suo successore. Infine venne rapito in cielo con «un carro di fuoco e cavalli di fuoco» (2Re 2, 11). Egli dunque non avrebbe conosciuto la morte così come già il patriarca Enoch, ed entrambi sono stati interpretati come figure simboliche di un’antica divinità solare (il carro del sole).
Il Profeta ebreo Elia è considerato Zaddiq e Chassid: Il Giusto per eccellenza, che si identifica in Dio, e il Pio, da cui lo Chassidismo moderno.
Perchè è il Profeta massimo, colui che profetizza il Messianesimo, l’essenza stessa del popolo ebraico, in perenne attesa di un Messia, sempre ancora da venire!
E sembra quasi, come gli Ebrei non si prefigurano un Dio, non vogliono immagini di Lui, anche se lo identificano in ben 72 nomi, che ugualmente rifiutino l’avvento del Messia (misconoscendo Gesù Cristo): tutto posticipando, tutto lasciando in un indefinito, forse per trovare in se stessi, la forza per affrontare un’esistenza che per il popolo ebraico è sempre stata durissima!
Elia è il protettore contro i fulmini e i temporali, poiché nella Bibbia si dice di lui che era in grado di far discendere “il fuoco dal cielo”. Inoltre, proprio per essere stato assunto in Cielo, è patrono degli aviatori.
È poi patrono di Sant’Elia a Pianisi, Buonabitacolo in provincia di Salerno, di Maschito in provincia di Potenza, di Sperone in provincia di Avellino e di Peschici in provincia di Foggia.
A Gesualdo (AV), Sant’Elia viene festeggiato nell’omonima contrada nel mese di luglio in occasione della tradizionale sfilata dei trattori.
Sant’ Apollinare di Ravenna Vescovo e martire
20 luglio (23 luglio) – Memoria Facoltativa
II secolo circa
Sant’Apollinare, originario di Antiochia,per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo.Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione.
Le basiliche di Sant’Apollinare in Classe e Sant’Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell’area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale Cattedrale cittadina. Sant’Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna.
Patronato: Ravenna, Emilia-Romagna
Etimologia: Apollinare = sacro ad Apollo, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Palma, Pallio
Martirologio Romano: Sant’Apollinare, vescovo, che, facendo conoscere tra le genti le insondabili ricchezze di Cristo, precedette come un buon pastore il suo gregge, onorando la Chiesa di Classe presso Ravenna in Romagna con il suo glorioso martirio. Il 23 luglio migrò al banchetto eterno.
(23 luglio: A Classe presso Ravenna in Romagna, commemorazione di sant’Apollinare, vescovo, la cui memoria si celebra il 20 luglio).
Questa tradizione della vita di S. Apollinare, nacque nel VII secolo e non è documentata storicamente, tanto da contrastare con le probabili datazioni prima esposte. A quanto pare risalirebbe al tempo dell’arcivescovo Mauro (642-671), che quasi certamente ne fu l’autore, forse per conferire un maggior prestigio alla Chiesa locale di questa città che stata cominciando ad assumere sempre maggiore importanza.
Sin dai primi tempi Apollinare fu sicuramente venerato quale martire, come asserì il vescovo ravennate San Pier Crisologo in un suo sermone, ed il suo culto si diffuse assai, nonostante non si tramandino molti dettagli attendibili sulla sua vita o sulla sua morte.
Menzionato per la prima volta dal Martirologio Gerominiano del V secolo in data 23 luglio quale “confessore” e “sacerdote”, ancora oggi il Martyrologium Romanum lo commemora in tale anniversario, anche se la memoria liturgica è anticipata di tre giorni. Quando infatti, dopo il Giubileo del 2000, papa Giovanni Paolo II volle ripristinare nel calendario liturgico della Chiesa latina la memoria facoltativa di Sant’Apollinare, dovette optare per la data del 20 luglio onde evitare sovrapposizioni con altre festività obbligatorie.
La splendida basilica di Sant’Apollinare in Classe, presso Ravenna, fu consacrata nel 549: custodiva la tomba del santo ed un prezioso mosaico lo raffigurava nella volta dell’abside.Nell’VIII secolo l’antica basilica di San Martino in Ciel d’Oro fu restaurata e ridenominata Sant’Apollinare Nuovo al fine di divenire nuovo centro del culto tributato al santo protovescovo.
I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) favorirono la diffusione anche a Roma della venerazione verso Sant’Apollinare, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell’area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale Cattedrale cittadina. Sant’Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna.
Margherita di Antiochia
Vergine e martire
Nascita 275
Morte 290
Attributi palma del martirio, libro, croce e drago sotto i piedi
Patrona di Partorienti; diversi comuni d’Italia (vedi Patronati)
Margherita, o anche Marina (Antiochia di Pisidia, 275 – 290), è stata un fanciulla cristiana che, secondo la tradizione agiografica, subì il martirio sotto Massimiano; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa che la considerano patrona delle partorienti.
Secondo una passio confusa e leggendaria, redatta in greco da Teotimo (che si dichiara testimone dei fatti), Margherita nacque nel 275 ad Antiochia di Pisidia. Figlia di un sacerdote pagano, dopo la morte della madre fu affidata ad una balia, che praticava clandestinamente il cristianesimo, ed allevò la bambina nella sua religione. Quando venne ripresa in casa dal padre, dichiarò la sua fede e fu da lui cacciata: ritornò quindi dalla balia, che l’adottò e le affidò la cura del suo gregge.
Mentre pascolava, fu notata dal prefetto Ollario che tentò di sedurla, ma lei, avendo consacrato la sua verginità a Dio, confessò la sua fede e lo respinse: umiliato, il prefetto la denunciò come cristiana.
Si ripete spesso, nella vita delle giovani martiri cristiane, questo invaghirsi, da parte di autorità della loro bellezza. Da una parte, naturalmente, si riportano fatti avvenuti veramente: non è difficile pensare di un approfittarsi di persone che, per loro nuova fede, rischiavano la pena di morte. Dall’altra, pare rappresentare allegoricamente, l’attrazione da chi esercita il potere verso la “bellezza” della nuova religione!
Margherita fu incarcerata e venne visitata in cella dal demonio, che le apparve sotto forma di drago e la inghiottì: ma Margherita, armata della croce, gli squarciò il ventre e uscì vittoriosa. Per questo motivo viene invocata per ottenere un parto facile.
In un nuovo interrogatorio continuò a dichiararsi cristiana:si ebbe allora una scossa di terremoto, durante la quale una colomba scese dal cielo e le depositò sul capo una corona!
Dopo aver resistito miracolosamente a vari tormenti, fu quindi decapitata il 20 luglio (dies natalis) del 290 all’età di quindici anni.
Il culto
Nel X secolo, il suo corpo fu trafugato da Agostino da Pavia che voleva portarlo nella propria città. Giunto però nell’abbazia di San Pietro in Valle Perlata presso Montefiascone, egli si ammalò e morì, lasciando la reliquia in quel luogo.
Sono comunque diverse le località, soprattutto italiane e francesi, che vantano il possesso delle sue reliquie.
La Chiesa cattolica ricorda la santa nel Martirologio Romano in data 20 luglio: “Ad Antiochia di Pisidia, nell’odierna Turchia, santa Marina o Margherita, che si ritiene abbia consacrato il suo corpo a Cristo nella verginità e nel martirio”.
Santa popolarissima nel Medioevo, Giovanna d’Arco dichiarò che una delle voci celesti che udiva era proprio quella di santa Margherita(che le appariva insieme all’arcangelo Michele e a santa Caterina d’Alessandria).
Spesso assimilata ad altre sante (Caterina d’Alessandria, Pelagia, Reparata), è inserita tra i quattordici santi ausiliatori che venivano invocati nei momenti difficili.
È molto venerata (col nome di “Marina”) anche dalla Chiesa ortodossa, che ne celebra la memoria il 17 luglio e la invoca contro le febbri malariche. La stessa data è utilizzata nelle regioni meridionali dell’Italia, dove il culto fu probabilmente importato da monaci bizantini durante le persecuzioni iconoclaste.
Patronati
Santa Margherita d’Antiochia è protettrice e patrona di numerose località italiane, tra le quali:
Albese con Cassano (CO)
Balmuccia (VC)
Baradili (OR)
Bionaz (AO)
Bocenago (TN)
Brusaporto (BG)
Bultei (SS)
Busto Garolfo (MI) compatrona
Cadrezzate (VA)
Campodoro (PD)
Cappadocia (AQ) compatrona
Caronno Pertusella (VA)
Cassinelle (AL)
Casteldelfino (CN)
Castelluccio Superiore (PZ)
Castelnuovo (MN)
Castino (CN) compatrona
Colorno (PR)
Coreno Ausonio (FR)
Cusio (BG)
Diano Arentino (IM)
Godega di Sant’Urbano (TV)
Laerru (SS)
Latiano (BR)
Licodia Eubea (CT)
Lusignano d’Albenga (SV)[2]
Meina (NO)
Montefiascone (VT)
Naz-Sciaves (BZ)
Olevano Romano (RM)
Pandino (CR)
Pettorano sul Gizio (AQ) compatrona
Poggio (IM)
Pontedassio (IM)
Posina (VI)
Pula (CA)
Premeno (VB)
Refrontolo (TV)
Roddino (CN)
Ruggiano (LE)
Santa Margherita (Ala) (TN)[3]
Santa Margherita Ligure (GE)[4]
Sappada (BL)
Tavagnasco (TO)
Usmate Velate (MB)
Vaie (TO)
Vernazza (SP)
Vigonza (PD)[senza fonte]
Villamagna (CH)
Villaurbana (OR)
Pozzillo (CT)
La Chiesa di Bolognana
Ogni anno, torna il classico appuntamento con la Festa di Santa Margherita vergine e martire nel paese di Bolognana di Gallicano. Costruita, come tante chiese della Vallata, dai “Barbanera” muratori giunti dal Nord come i più famosi comacini e che hanno costruito anche edifici moderni e modernissimi, nelle lloro tante migrazioni. Tra i quali il porto di Boston.
Due giorni, quelli della frazione che trae origine da un toponimo longobardo, dedicati alla tradizione che iniziano di solito il 19 luglio, alle 20,30 con i vespri e, a seguire, la tradizionale processione.
Il giorno seguente, alle 19, la messa dedicata alla patrona e a seguire una cena in piazza, con la mostra di toccanti, vecchie del paese, della Passerella che per decenni fu percorsa da operai di Bolognana diretti agli altiforni della SMI.
Gli organizzatori di questa festa paesana che fa il paio con le celebrazioni delle Quarant’Ore e della scampagnata pasquale nelle selve (che trae origine addirittura nella Festa di Anna Perenna a Roma!) la simpatica Simonetta, rintracciabile allo 0583.75644 e Catia allo 0584.75605.