Il Santo del giorno, 2 Giugno: S. Marcellino e Pietro
Entrambe martiri sotto Diocleziano, erano rispettivamente un presbitero ed un esorcista della Chiesa romana. Dettero il nome alle Catacombe collacate al terzo miglio sulla Via Labicana, complesso con altri cimiteri sotterranei, ad esempio quelle di S.Elena, dette Ad Duos Lauros, forse per l’antica presenza di due piante di alloro.
I santi Marcellino e Pietro (morti a Roma nel 304), rispettivamente presbitero ed esorcista della Chiesa romana, sono venerati ab antiquo, ed ebbero fin da allora grande fama, per aver subito il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano.
Convinto che il Cristianesimo fosse di ostacolo all’opera di ricostruzione avviata nei diversi settori di vita dell’Impero Romano, Diocleziano, imperatore dal 284 al 304 adottò una serie di misure repressive che colpirono con violenza le comunità cristiane.
Con un primo Editto del febbraio 303, veniva ordinata la distruzione di tutte le chiese e la consegna dei libri sacri che dovevano essere dati alle fiamme, vietando allo stesso tempo tutte le riunioni dei cristiani; tutti i cristiani dell’Impero, inoltre, vennero dichiarati incapaci di atti legalmente validi.
Un secondo Editto privò le comunità cristiane dei pastori, colpendo in maniera grave tutta l’organizzazione ecclesiastica, a tal punto che le prigioni, preparate un tempo per assassini e predatori di tombe, si riempirono allora di vescovi, sacerdoti, diaconi, lettori ed esorcisti al punto che vi non vi fu più posti per quanti venivano condannati per delitti comuni.
Un terzo Editto fornì le istruzioni dettagliate per procedere nei confronti del clero, prevedendo per chi si rifiutava di sacrificare agli dei la tortura e poi la morte, mentre per chi compiva il sacrificio veniva garantita la libertà.
Un quarto e ultimo Editto nel 304, completava i provvedimenti già presi prescrivendo per tutti senza eccezione il sacrificio agli dei. In questo contesto si collocano le testimonianze i Marcellino e Pietro.
Secondo la Passio, i due vennero condotti in un luogo chiamato Selva Nera (poi ribattezzato Silva Candida, sulla via Cornelia) e decapitati dopo essere stati sottoposti a varie torture; i loro corpi sarebbero stati ricomposti dalla matrona Lucilla e deposti nelle catacombe Ad Duas Lauros (oggi a Torpignattara), sulla via Labicana.
Sul luogo della loro sepoltura, Papa Siricio fece erigere una basilica, detta appunto basilica dei Santi Marcellino e Pietro.
Le loro reliquie vennero inviate in Francia e vennero poi traslate in Germania, presso Magonza, da un consigliere di Carlo Magno.
Le catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, collocate al III miglio dell’antica via Labicana, sono le terze per estensione fra quelle romane (… 18 mila mq) che assieme al vicino mausoleo di Elena e i resti del cimitero degli equites singulares, formano il complesso archeologico definito dalle fonti ad duas lauros (= ai due allori) quasi certamente per la presenza in zona di due antichi alberi di alloro. Erano chiamate anche catacombe di Sant’Elena, per avere ospitato la tomba della Santa Madre dell’imperatore Costantino. I corpi dei due martiri Pietro e Marcellino si trovano invece a Seligenstadt, presso Magonza in Germania, dove furono portati già nel’827, dopo essere stati trafugati da un gruppo di ecclesiastici francesi.
Nell’estate del 2003, un accidentale evento franoso ha riportato alla luce vasti tratti nascosti di gallerie del caemeterium ad duas lauros stimolando nuove ricerche scientifiche che portarono al rinvenimento di un nuovo affresco di epoca alto-medioevale, databile tra il VI-VII secolo d.C., quindi di epoca molto diversa e posteriore di quelli già noti risalenti al III-IV secolo, e inoltre una vasta serie di ambienti funerari mai esplorati prima, con i resti di oltre 1200 inumati.
Questo evento ha innescato un vero e proprio meccanismo virtuoso facendo confluire su questo importantissimo luogo oggetto di secolari venerazioni, l’intervento di istituzioni scientifiche italiane e straniere oltre all’incredibile contributo economico dell’Azerbaijan, che in termini relativamente rapidi ha permesso di riaprire al pubblico dal mese di aprile questo ulteriore gioiello archeologico romano.
Santi Marcellino e Pietro
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