Il Santo del giorno, 19 Novembre: S. Torpé, decapitato a Pisa, e con il corpo abbandonato, assieme ad un gallo ed una mano, su una barca alla foce dell’Arno
Pisa, Lucca, Luni, formano una triangolazione storica, religiosa veramente eccezionale! Unica al mondo, se si pensa che dalla loro fondazione, uniscono assieme, il mondo greco, quello etrusco, ligure e romano: una realtà complessa, di confine, che vede il trapasso delle tre realtà, sempre unite tra loro, da santi, leggende e miracoli, al Cristianesimo dei primi secoli e poi a quello medioevale.
Chi ci segue, sa il perché della scelta di questo santo per la giornata odierna!
Noi abbiamo come centro di riferimento culturale Lucca.
E la nostra, è la città di San Paolino, santo creduto leggendario e del quale noi siamo invece fermamente convinti dell’esistenza storica.
Tanto, che credo ci sia più un fondamento alla legenda che vuole Paolino, Torpetius e Pietro, sbarcare al porto di Grado, vicino a quello, interrato, di Pisa, per evangelizzare questa parte della Toscana.
Del resto, Pisa, Luni e Lucca sono legate sempre, come nella leggenda del Volto santo, così nelle loro trasformazioni da città etrusche, romane e liguri (si tratta di un nodale e strategico territorio di confine) a luoghi del cattolicesimo.
San Torpete, lat. Caius Silvius Torpetius, conosciuto anche come Torpè, Torpes, Torpezio, Tropezio, Tropez(… – Pisa, 29 aprile 68), fu cortigiano di Nerone: convertitosi al cristianesimo, morì martire per decapitazione, proprio a Pisa.
San Torpè visse al tempo in cui Pietro apostolo, prima di raggiungere Roma, si era fermato presso la Basilica di San Piero a Grado.
Torpè, convertitosi al Cristianesimo, fu poi battezzato dal religioso Antonio, eremita sui monti tra Pisa e Lucca. Dove visse e forse morì Paolino. Dove sarà eremita S. Frediano: monti dai quali, senza dubbio, è penetrato, da Pisa, il cristianesimo.
Torpè venne perseguitato in quanto cristiano e costretto, senza successo, a praticare la religione pagana adottata dall’Impero Romano.
L’imperatore Nerone, il quale credeva nella Dea Diana, come progenitrice dell’Universo, lo fece torturare: Evelio, funzionario dell’imperatore romano, vedendo che il santo era uscito incolume dalle feroci prove a cui era stato sottoposto, si convertì alla fede cristiana.
Dopo la sua morte, per decapitazione, il corpo di Torpete fu abbandonato sopra un’imbarcazione, insieme ad un gallo e ad un cane, alla foce dell’Arno. Anticipando il viaggio miracoloso del Volto Santo!
« Hoc vobis praeceptum ut in Gradu ad mare ibidem decolletur. Et venerunt in Gradum Arnensem: exierunt ripam fluminis. S. Torpes dixit: “Dominus Deus meus, suscipe spiritum meum”. Nihil aliud dixit, nisi oculos levavit in caelum, et sic decollatus est. Ministri autem invenerunt naviculam modicam foris, quae iam nullam utilitatem facere poterat (…) et miserunt in ea corpus Iusti et canem et gallum cum eo: et tam diu ibidem steterunt, dum eam non viderent. ».
(Passio Sancti Torpetis, in Acta Sanctorum, Maii, IV, Antverpiae 1688, p. 6.)
La barca si arenò nelle vicinanze di una piccola cittadina della Provenza chiamata Heraclea e ribattezzata Saint-Tropez in onore del Santo.
Al Santo si attribuiscono molti prodigi tra i quali, nel giorno 29 aprile 1633, la liberazione dalla peste, dilagante nella città di Pisa.
Le tre principali chiese dedicate al Santo pisano si trovano a Pisa, a Genova e a Saint-Tropez. A Pisa è presente la Chiesa e convento di San Torpé, in via Fedeli. A Genova invece sorge la Chiesa di San Torpete.