Il Santo del giorno, 18 Marzo: San Frediano e Sant’Alselmo II da Lucca

 

Predella_pala_barbadori,_uffizi,_02-1

San Frediano devia le acque del Serchio, dalla predella della Pala Barbadori, Filippo Lippi, tempera su tavola, Galleria degli Uffizi

 

Il 18 marzo è il 77º giorno del calendario gregoriano (il 78º negli anni bisestili). Mancano 288 giorni alla fine dell’anno.

 

Il Cristianesimo celebra:

Nostra Signora della Misericordia

Sant’Alessandro di Gerusalemme, vescovo e martire

Sant’Anselmo II di Lucca, vescovo

San Braulio, vescovo

San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della Chiesa

Sant’Edoardo II il Martire, re d’Inghilterra

San Frediano di Lucca, vescovo

San Leopardo (Leobardo) di Tour

San Salvatore da Horta, professo francescano

Beata Celestina della Madre di Dio, fondatrice delle Figlie Povere di San Giuseppe Calasanzio

Beati Giovanni Thules e Ruggero Wrenno, martiri

Beata Marta (Amata Adele) Le Bouteiller, religiosa

 

Naturalmente abbiamo scelto per Voi di parlare dei nostri “concittadini”:

 

San Frediano di Lucca, vescovo

La figura di San Frediano ha molto di mitico.

Frediano di Lucca (Irlanda, dopo il 500 – Lucca, 18 marzo 588) è stato un vescovo irlandese.

Fu vescovo di Lucca dal 566 (data congetturale) alla sua morte. Nella successione dei vescovi di Lucca si colloca dopo Geminiano e prima di Valeriano. Le fonti agiografiche ce lo descrivono come un monaco irlandese, figlio del re dell’Ulster Ultach (Ultonius).

Educato nei monasteri irlandesi, ordinato presbitero decise di recarsi a Roma in pellegrinaggio. Sulla via del ritorno decise di ritirarsi in eremitaggio in un anfratto nel Monte Pisano. La sua fama di santità spinse i cittadini di Lucca ad eleggerlo Vescovo tra il 560 e il 566. Alcune fonti riferiscono di una lettera di papa Giovanni II che lo spingeva ad accettare la carica. La notizia non è molto attendibile poiché papa Giovanni II è morto nel 533; forse si tratta di papa Giovanni III.

San Gregorio Magno riferisce di un miracolo narratogli dal vescovo di Luni (diocesi allora contigua a Lucca); mentre i lucchesi si affaticavano invano per deviare il corso del Serchio, che correva troppo vicino alla città e con le inondazioni causava danni continui, Frediano, dopo che era stato richiesto il suo aiuto, si avviò sul percorso che il fiume avrebbe dovuto seguire tracciando un solco con un rastrello e le acque lo seguirono docilmente. Nella realtà San Frediano nel 575 fece aprire una nuova bocca del Serchio a Migliarino. Forse l’allusione al rastrello nasconde uno strumento usato per tracciare il nuovo corso delle acque del Serchio, forse i denti del rastrello alludono agli innumerevoli rami del fiume (chiamati Rughi nel suo antico percorso verso il lago di Bientina). Fatto sta che la Chiesa, già cattedrale, di San Frediano è nel lato della città murata più esposto alle inondazioni del Serchio che proprio in faccia alla città e grazie alle opere di arginatura, compie una grande ansa, per dirigersi più ad ovest.

È anche stato suggerito che Frediano nei suoi viaggi e nei suoi studi avesse acquisito una certa esperienza in fatto di bonifiche idrauliche. In ogni caso nel terreno liberato dalla minaccia del fiume, a nord della cinta romana della città, Frediano fondò un Monastero dedicato ai santi leviti Vincenzo, Stefano e Lorenzo. Successivamente il tempio fu dedicato alla Vergine, poi allo stesso San Frediano.

In quello stesso edificio furono infine tumulate le spoglie del santo, in una cripta costruita alla fine dell’VIII secolo e poi distrutta in osservanza della riforma liturgica gregoriana, probabilmente sotto il vescovo Rangerio, che smantellò anche la cripta di San Martino in cui si custodivano le reliquie di San Regolo nel 1109. Se ne celebra la memoria il 18 novembre, anniversario del ritrovamento delle sue reliquie.

Secondo alcune fonti il nome irlandese di Frediano sarebbe stato “Finnian”. In latino il nome era Fridianus e da qui passò nel dialetto lucchese; A Lucca infatti, fino alla metà del XX secolo San Frediano era designato come San Fridiàn, San Friàn o San Friàno.

Lucca e la sua chiesa celebrano San Frediano il 18 di novembre.

Lucca.San_Frediano12

Il Miracolo di san Frediano, Basilica di San Frediano, Lucca

Sant’Anselmo II di Lucca, vescovo

In verità era nato a Milano, essendo nipote di Papa Alessandro II, al secolo Anselmo da Baggio Bagg come dicono i milanesi (ricordando l’antico linguaggio celtico) che definiscono così allora un paesino ad ovest della città ed oggi un quartiere occidentale di Milano.

Anselmo da Baggio I, futuro Papa, fu anch’egli vescovo di Lucca, dal 1061 al 1073, per poi cedere la cattedra al nipote, che la terrà fino al 1081.

Anselmo da Baggio o Anselmo II di Lucca (Milano, 1035 circa – Mantova, 18 marzo 1086) è stato un cardinale e vescovo italiano: è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo considera patrono della città di Mantova e ne celebra la memoria il 18 marzo. Nipote di Alessandro II, venne creato cardinale dallo zio.

Ebbe come insegnante Lanfranco da Pavia e fu educato presso la scuola cluniacense di Berengario di Tours. Entrò quindi nell’Ordine di San Benedetto.

Fu nominato cardinale nel 1062 ma non ne è noto il titolo.

Eletto vescovo di Lucca nel 1073 (all’epoca della lotta per le investiture), inizialmente rifiutò la nomina per non ricevere dall’imperatore Enrico IV le regalie connesse al suo ufficio, ma accettò l’elezione il 29 settembre 1074: per il suo forte sostegno al movimento riformatore della Chiesa, nel 1081 venne esiliato dall’imperatore e si ritirò come monaco nell’abbazia di San Benedetto in Polirone, sotto la protezione dalla contessa Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere spirituale; in seguito fu reintegrato nel suo ufficio da papa Gregorio VII

I papi Vittore III e Urbano II lo scelsero come legato pontificio in Lombardia: Anselmo fissò la sua residenza a Mantova (sempre sotto la protezione di Matilde) e si dedicò al radicamento dei principi della riforma gregoriana e si impegnò a contrastare l’antipapa Clemente III.

A partire dal 1081, curò la redazione della Collectio canonum, una raccolta in tredici libri di fonti del diritto canonico (attinte soprattutto dal Decretum di Burcardo di Worms): ha lasciato anche una difesa di Gregorio VII.

Morì a Mantova il 18 marzo 1086: la contessa Matilde, a furor di popolo, ordinò che venisse sepolto sotto l’altare maggiore della cattedrale cittadina.

Il suo corpo, esumato alcuni secoli dopo, fu trovato integro, e tale rimane ancora oggi[1]. Ogni anno nella ricorrenza della morte, viene tolta la copertura esterna dell’altare ed il corpo del santo è reso visibile: è venerato come patrono della città lombarda.

Share