il Santo del giorno, 18 Luglio: S. Arnolfo ( o Arnoldo)
Di origine nobilissima, vescovo quando già aveva moglie e figli, da lui discese Pipino, prima maggiordomo e poi Re dei Franchi. La storia dell’anello ingoiato dal pesce e la birra che non finiva mai!
Arnolfo o Arnoldo(Lay-Saint-Christophe, 13 agosto 582 – Remiremont, 18 luglio 641) fu consigliere di diversi sovrani merovingi e vescovo di Metz.
Era discendente da una famiglia di antica origine, nobilissima e valorosissima, mentre, secondo altre fonti, era figlio del vescovo di Metz e margravio della Schelda. Per altri ancora, era figlio di un nobile franco di Austrasia. Entrò, questo è certo, al servizio della corte di Austrasia.
Era un fervente devoto, venuto probabilmente in contatto con i missionari irlandesi che in quel periodo operavano in prossimità dei Vosgi.
Nel 612, Arnolfo venne improvvisamente nominato vescovo di Metz (capitale dell’Austrasia), nonostante non fosse nemmeno sacerdote ed avesse moglie e figli, conservando gli incarichi a corte.
Dopo la morte del re dei Franchi d’Austrasia e di Burgundia, Teodorico II, insieme al consuocero, Pipino di Landen, Arnolfo fu a capo della rivolta dell’aristocrazia e del clero di Austrasia consegnando, in tal modo, i regni alla dinastia dei Carolingi, di cui Pipino fu capostipite.
Nel 627 si ritirò nell’eremo di Remiremont, da San Romarico fondatore del monastero, nella Lorena, dove morì in fama di santità nel 641: il suo corpo venne traslato a Metz, dove venne sepolto nella basilica a lui intitolata ed è venerato come patrono. Le fonti, forse copiate da quelle della vita di san Martino di Tours, riferiscono come egli fosse in procinto di rinunciare alla carica perché più attratto da una vita monastica ed eremitica in stile “irlandese” seguendo la regola di San Colombano. L’essere vescovo della capitale dava ad Arnolfo anche importanti cariche amministrative, secondo il modello allora diffuso in Europa occidentale con le comunità cittadine raccolte attorno ai vescovi.
Dal matrimonio del figlio Ansegiso con Begga, figlia di Pipino di Landen, nacque Pipino di Herstal, bisnonno di Carlo Magno: per questo, Arnolfo è considerato il capostipite della dinastia Carolingia che viene anche chiamata “Arnolfingia”.
Soprattutto i suoi discendenti, attraverso la carica di maggiordomo di palazzo, che era ormai ereditaria, governarono il regno dei Franchi, ininterrottamente dal 687 al 751.
Arnolfo sposò l’aristocratica Doda dalla quale ebbe tre figli. Su di lui esistono molti aneddoti leggendari. Un giorno, in penitenza per alcuni peccati, si trovò a transitare su un ponte che attraversava la Mosella, e guardando le impetuose e profonde acque sottostanti, non avendo alcuna fiducia di ottenere il perdono, si estrasse l’anello dal dito e lo scagliò in quell’acqua profonda, dicendo: «Non mi riterrò assolto da tutte le mie colpe, finché non avrò recuperato questo anello che sto lanciando.».
Dopo alcuni anni, essendo Arnolfo divenuto vescovo, in un giorno di astinenza dalla carne, un pescatore portò del pesce per preparare la cena. Sventrando il pesce come era solito fare, colui che era preposto a tale operazione trovò quell’anello nell’intestino del pesce. Costui sorpreso dal fatto, ma non essendo a conoscenza della storia, consegnò l’anello al beato Arnolfo, che come vide l’anello immediatamente lo riconobbe e rese grazie a Dio onnipotente!.
Quando le sue reliquie furono traslate a Metz, alla processione partecipavano circa 5.000 uomini, senza contare donne e bambini. Era il 18 luglio ed il caldo estivo rendeva insopportabile il cammino. Tanto che si fermarono in un paesello, nell’unica osteria del luogo, dove era rimasto un solo boccale di birra. Ciascuno si accostò il boccale alla bocca, ma la birra non finiva mai!