il santo del giorno, 15 Marzo: Santa Lucia di Marillac

 

Il 15 marzo è il 74º giorno del calendario gregoriano (il 75º negli anni bisestili). Mancano 291 giorni alla fine dell’anno.

Nel calendario romano erano le Idi di marzo.

Nel calendario rivoluzionario francese era il 25 ventoso.

I Santi di oggi:

 

 

 

 

 

 

 

 

San Clemente Maria Hofbauer, sacerdote

Sant’Eusebio II, vescovo di Vercelli

Santa Leocrizia (Lucrezia) di Cordova, vergine e martire

Santa Luisa di Marillac, vedova e religiosa

San Menigno di Pario, martire

San Sisebuto, abate

San Zaccaria, papa

Sant’Agapio di Cesarea, martire – Chiesa ortodossa e Chiese greco-cattoliche di rito bizantino

Gaspare Oleviano, teologo – Chiesa Luterana

Beato Arnaldo, agostiniano

Beato Artemide Zatti, medico

Beato Giovanni Balicki, martire

Beato Guglielmo Hart, sacerdote e martire

Beato Ludovico de la Pena, mercedario

Beati Monaldo da Ancona, Francesco da Petriolo e Antonio Cantoni da Milano, martiri

Beato Pietro Pasquale, mercedario

Beato Pio Conde Conde, sacerdote salesiano, martire

 

Vi parliamo di:

Santa Luisa di Marillac, vedova e religiosa 

Luisa di Marillac (Parigi, 12 agosto 1591 – Parigi, 15 marzo 1660) è stata una religiosa francese, fondatrice delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli: è stata proclamata santa da papa Pio XI nel 1934.

La famiglia Marillac era una famiglia dell’Alvernia, resa nobile solo nel 1569 nella persona di Guillaume II di Marillac (1518 – 1573), nonno di Luisa.

Luisa nacque il 12 agosto 1591 a Parigi, in circostanze misteriose. In un atto notarile redatto tre giorni dopo la nascita della bambina, Luigi I di Marillac (1556 – 1604), cavaliere, signore di Ferrières-in-Brie e di Villiers-Adam, portinsegna di una compagnia di 50 lance agli ordini del re, concedette a Luisa una rendita e la riconobbe come sua “figlia naturale”. Tuttavia, è possibile che si sia attribuito questa nascita per evitare uno scandalo ad uno dei suoi fratelli. Quando Luigi de Marillac si risposò, il 15 gennaio 1595, aveva probabilmente già posto la piccola Luisa a pensione nel monastero reale di San Luigi di Poissy.

Qui le domenicane le insegnarono a conoscere Dio, a leggere e scrivere e a dipingere. Le diedero poi una solida formazione umanistica, sotto la guida di una delle sue zie, madre Luisa di Marillac, (1556 – 1629).

Ben presto Luisa venne inviata, in una pensione per ragazze, a Parigi: qui Luisa imparò a tenere una casa e beneficiò del clima della riforma cattolica che infiammava la Parigi devota..

Luisa in seguito fu accompagnata nel suo cammino spirituale da Jean-Pierre Camus (1584 – 1652), vescovo della diocesi di Belley, grande amico di san Francesco di Sales.

Michele di Marillac e suo cognato Ottaviano II Doni di Attichy di origine fiorentina, vedendo in Luisa un’opportunità per avvicinarsi al potere, scelgono di farle sposare un segretario agli ordini della regina madre, Maria de Medici. Il 5 febbraio 1613, Luisa di Marillac sposò nella chiesa di Saint Gervais, Antoine Le Gras, appartenente ad un’antica famiglia di Montferrand.

In ottobre, la giovane donna diede prematuramente alla luce il piccolo Michele. Ma la felicità familiare fu di breve durata, fin dal 1622, Antoine cadde gravemente malato. Luisa conobbe un lungo periodo di depressione spirituale, perché credeva che Dio l’avesse punita con la malattia del marito per non essersi data a Lui come aveva promesso, quando era più giovane.

Tuttavia, il giorno di Pentecoste del 1623, mentre pregava nella chiesa di Saint Nicolas des Champs, il suo spirito fu illuminato ed i suoi dubbi si dissiparono in un istante. Dalla pergamena che descrive la “Luce di Pentecoste” e che Luisa porterà su di sé per il resto dei suoi giorni, sappiamo che quel giorno acquistò la certezza che il suo posto era al capezzale del marito e che sarebbe venuto un tempo in cui avrebbe potuto pronunciare i voti, vivere in comunità, e trovare un nuovo direttore spirituale. Tra la fine del 1624 e l’inizio del 1625, incontrò Vincenzo de Paoli (1581-1660) che aveva iniziato a fondare le confraternite della Carità. Stroncato dalla tubercolosi, Antoine le Gras si spense il 21 dicembre 1625, lasciando Luisa ed il piccolo Michele nella precarietà economica. Allora Luisa mise il figlio in una pensione nella Chiesa di Saint-Nicolas-du-Chardonnet.

Dal 1625 al 1629, Vincenzo riuscì a poco a poco a dirigere Mademoiselle le Gras verso il bene del prossimo, piuttosto che verso la propria devozione o l’inquietudine materna. Vincenzo la incaricò solennemente della missione presso le dame della Carità. Appartenenti alla nobiltà o alla borghesia, le dame si impegnavano a dare denaro e tempo al servizio corporale e spirituale dei poveri, ma alcune mandavano le loro serve o le facevano cucinare al loro posto. Ma Mademoiselle le Gras che arrivava alle riunioni carica di vestiti e di medicine per i poveri, riunì queste signore, le ascoltò e le incoraggiò a vedere Cristo in coloro che servivano, controllava i conti e formava le maestre di scuola per istruire le bambine. La personalità di Luisa si rivelò pienamente man mano che superava le infermità fisiche ed i timori, nell’andare nelle parrocchie ad organizzare o rinforzare le carità.

I suoi famigli, saliti così in alto, si scontrarono però con il cardinale di Richelieu, che li perseguitò, li fece condannare imprigionare ed anche decapitare.

Il 5 febbraio 1630, Luisa di Marillac volle celebrare l’anniversario delle sue nozze, assistendo alla Messa. Ricevendo la comunione, fece l’esperienza del matrimonio mistico con Cristo, che racconterà poi con queste parole: «Mi sembrò che Nostro Signore mi desse il pensiero di riceverlo come lo sposo della mia anima». Non tardò a comunicare questa esperienza alle altre dame della Carità.

Avendo curato i malati di peste, il 29 novembre 1633, in accordo con Vincenzo, Luisa riunì le sue accolite a casa sua per formarle. Il 25 marzo 1642, Luisa e quattro delle prime suore fecero voto di offrirsi totalmente al servizio di Cristo nella persona dei poveri. Questi furono gli umili inizi della Compagnia delle Figlie della Carità.

Le attività delle Figlie della Carità erano molteplici, dall’educazione dei trovatelli al soccorso alle vittime della guerra dei Trent’anni e della Fronda, dalla cura dei malati a domicilio o negli ospedali al servizio ai galeotti e alle persone malate mentali, dall’istruzione delle bambine povere al contributo alla creazione dell’ospizio del Santo nome di Gesù e dell’ospedale generale di Parigi. Queste donne “libere” avevano per velo “la santa umiltà'”, “per monastero la casa dei malati, per cella una camera d’affitto, per chiostro le vie della città, o le sale degli ospedali” e per motto: «La carità di Gesù Crocifisso ci stimola».

Nel 1657, Vincenzo de Paoli disse che Luisa de Marillac era “come morta” da più di vent’ anni, ma ella si spense solamente il 15 marzo 1660, alcuni mesi prima di lui. Il suo corpo, prima inumato nella chiesa di Saint-Laurent a Parigi, oggi riposa nella cappella dell’attuale casa madre delle Figlie della Carità, al numero 140 della rue du Bac, a Parigi.

Luisa di Marillac fu beatificata il 9 maggio 1920 da papa Benedetto XV, canonizzata l’11 marzo 1934 da papa Pio XI e proclamata patrona delle opere sociali nel 1960 da papa Giovanni XXIII. La sua memoria liturgica cade il 15 marzo.

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