Il Santo del giorno, 14 Novembre: San Serapio, Martire e Mercedario, invocato contro l’artrosi – Ipazio, protettore dalle ernie e della virilità
Un santo straordinario! Dalla vita così avventurosa, ricca e feconda, da sembrare la parodia di una catarsi interiore! Non a caso, fu soldato e combattè realmente in tante battaglie per la fede, per la quale, divenuto mite ed umile, dette la vita a favore di quella di altri prigionieri!
San Serapio Martire mercedario
Londra, 1179 – Algeri, 14 novembre 1240
La sua gioventù e la sua vita furono delle più avventurose che potevano capitare in quell’epoca. E non solo in quella!
Serapio nacque a Londra, nel 1179 figlio di Rotlando Scoto, capitano e nobile della corte inglese di Enrico II, il Plantageneto(dal fiore della ginestra) o Angioini dalla loro terra di origine, nella Francia del norovest.
Partecipò con il padre alla Terza Crociata, anche se era un giovanetto; sotto il comando di Riccardo Cuor di Leone, figlio di Enrico II, prese parte alla conquista di Tolemaide (S. Giovanni d’Acri) e all’assedio di Ascalona.
La sorte volle che al ritorno dalla Crociata, la nave si arenasse sulle coste venete, costringendoli a proseguire il viaggio per terra. Durante il percorso, però, i naufraghi furono fatti prigionieri dal duca d’Austria.
Il re e il padre vennero liberati, Serapio invece fu trattenuto in ostaggio.
Fu notato, per la sua bontà, dal principe Leopoldo d’Austria, che lo prese al suo servizio. Lì, lo raggiunse la notizia della morte dei suoi genitori, e quindi decise di rimanere alla corte d’Austria, dedicandosi alle opere di carità e di pietà.
Fu poi, al seguito del duca Leopoldo, nella spedizione in aiuto del re di Spagna contro i Mori, con il desiderio di poter combattere i musulmani, nemici della religione cristiana. La spedizione, vinta la resistenza degli Albigesi nel Sud della Francia, arrivò in Spagna quando già il 19 luglio 1212, i Mori erano stati sconfitti.
Serapio allora, restò al servizio del re Alfonso di Castiglia, l’VIII°, detto il Nobile, (che tra l’altro aveva sposato, Eleonora una plantageneta, dinastia che Serapio conosceva bene!) partecipando alle successive battaglie.
Tra l’altro quella fondamentale, enorme, uno scontro tra Europa e mondo musulmano di Las Navas de Tolosa, ovvero la battaglia di al-ʿUqāb in arabo: Maʿrakat al-ʿUqāb , ossia “battaglia dell’Aquila”, la battaglia avvenuta il 17 luglio 1212, tra ispanici e l’esercito almohade (berbero-arabo maghrebino e andaluso, con quote non indifferenti di mercenari turchi, turkmeni e curdi), nella quale quest’ultimo fu sconfitto dalle forze riunite dei cristiani della penisola iberica.
Nel 1212 Navarra, Aragona, Castiglia e Portogallo, appoggiate da gruppi di cavalieri provenienti da tutto l’occidente, unirono le forze vincendo la battaglia che avrebbe dato una svolta decisiva alla “Reconquista”. Dopo la sconfitta in questa battaglia inizierà il declino della dinastia almohade.i morti musulmani furono forse 100.000!
Il 16 ottobre 1214 morì il re Alfonso (ed Eleonora di dolore subito dopo!) e Serapio ritornò in Austria, partendo con il duca Leopoldo per la quinta Crociata nel 1217, prima in Palestina e poi in Egitto.
Quella più volte rimandata da Federico II e che poi vide capi Andrea II d’Ungheria e Leopoldo VI d’Asbugo, l’intervento in Egitto di S.Francesco, gli errori del legato pontificio Pelagio che determinarono l’insuccesso della spedizione.
Nel suo via vai, sempre avventuroso e straordinario! Serapio, ritornato in Austria, si ritrova ad accompagnare nel 1221 (da poco è finita la Crociata) Donna Beatrice di Svevia, che andava in sposa a san Ferdinando di Castiglia. In Daroca conobbe S. Pietro Nolasco, fondatore nel 1218, dell’Ordine di Maria S.ma della Mercede, che aveva lo scopo di riscattare i prigionieri cristiani fatti schiavi dai Mori (con il quarto voto s’impegnavano a sostituirli nella prigionia, ove occorresse di persona!).
Decise di abbracciare l’Istituto nel 1222, dedicandosi prima alla cura ed all’istruzione religiosa degli schiavi liberati e poi come questuante delle elemosine per la loro ‘redenzione’ (nome che si dava al riscatto) nella Spagna ed in Francia.
Insieme a S. Raimondo Nonnato, nel 1229, compì la prima ‘redenzione’ in Algeri, liberando 150 schiavi e, sempre nello stesso anno, prese parte con S. Pietro Nolasco il fondatore, alla conquista delle Baleari, dove fondò i primi conventi dell’Ordine.
Ancora: nel 1232 ritornò ad Algeri, sempre con S. Raimondo Nonnato, liberando altri 228 schiavi, al ritorno questi, presi dai loro vizi si ammutinarono ai due santi sacerdoti, che li rimproveravano; ma una terribile tempesta placata per le preghiere dei due religiosi, li ricondusse alla normalità e a chiedere perdono.
Ma le sue avventure non erano finite! Nel 1239, S. Pietro Nolasco lo mandò in Inghilterra, sua patria natia, per diffondervi l’Ordine, ma la nave fu assalita dai corsari, che lo bastonarono selvaggiamente e credendolo morto fu abbandonato nudo sulla spiaggia deserta; venne soccorso e vestito da alcuni pescatori, poi raggiungendo i suoi parenti a Londra, ma anche da qui venne scacciato, perché disapprovava le requisizioni dei beni della Chiesa e passò in Scozia e in Irlanda.
Nel 1240, ritornato in Spagna, compì una ‘redenzione’ in Murcia di 98 schiavi e di altri 87 ad Algeri, dove rimase in ostaggio per liberare altri infelici.
I Mori si irritarono per le sue predicazioni e per le conversioni operate, quindi lo legarono ad una croce di s. Andrea e infierirono selvaggiamente su di lui, con un odio da estremismo islamico cieco e fanatico; gli ruppero tutte le giunture degli arti, ne estrassero gli intestini avvolgendoli ad un argano e gli troncarono la testa.
Ridotto in pezzi, il 14 novembre 1240, compiva così il suo martirio!
Lui, Serapio, che aveva abbandonato i fasti della corte, la milizia e la gloria mondana, per seguire Cristo nella povertà, nell’umiltà e nel sacrificio.
Il culto da sempre tributatogli, fu confermato il 23 marzo 1625 da papa Urbano VIII; festa religiosa il 14 novembre, è invocato contro l’artrosi.
Il suo nome (forse anche per questo è stato scelto nella sua protezione!) di origine egizia, vuol dire: “sole”!