Il Santo del giorno, 12 Dicembre: Nostra Signora di Guadalupe
L’immagine miracolosa, acheropita, della Beata Vergine di Guadalupe è, per tanti versi, paragonabile alla Sacra Sindone e certo, nel Centro e Sud America più famosa e venerata. Racchiude fenomeni ed aspetti davvero sorprendenti!!!
Per la storia delle apparizioni che portarono all’Immagine sacra di oggi, rimandiamo, naturalmente a pochi giorni fa: al 9 Dicembre, quando abbiamo celebrato il protagonista terreno, Juan Diego Cuauhtlatoatzin.
A memoria dell’apparizione, sul luogo fu subito eretta una cappella, sostituita dapprima nel 1557 da un’altra cappella più grande, e poi da un vero e proprio santuario consacrato nel 1622.
Infine nel 1976 è stata inaugurata l’attuale Basilica di Nostra Signora di Guadalupe.
Nel santuario è conservato il mantello (tilmàtli) di Juan Diego, sul quale è raffigurata l’immagine di Maria, ritratta come una giovane indiana: per la sua pelle scura ella è chiamata dai fedeli Virgen morenita (“Vergine meticcia”).
Nel 1921 Luciano Pèrez, un attentatore inviato dal governo, nascose una bomba in un mazzo di fiori posti ai piedi dell’altare; l’esplosione danneggiò la basilica, ma il mantello e il vetro che lo proteggeva rimasero intatti.
A causa della sua origine miracolosa, l’immagine della Madonna di Guadalupe è oggetto di devozione paragonabile a quella rivolta alla Sindone.
La sua fama si sparse rapidamente anche al di fuori del Messico: nel 1571, l’ammiraglio Gianandrea Doria ne possedeva una copia, dono del re Filippo II di Spagna, che portò con sé sulla propria nave nella battaglia di Lepanto.
Negli anni venti del XX secolo i Cristeros, cattolici messicani che si erano ribellati al governo anticlericale, portavano in battaglia l’immagine della Virgen morenita sulle proprie bandiere.
Il mantello è del tipo chiamato tilma: si tratta di due teli di ayate (fibra d’agave) cuciti insieme.
L’immagine di Maria è di grandezza lievemente inferiore al naturale, alta 143 cm.
Le sue fattezze sono quelle di una giovane meticcia: la carnagione è scura. Maria è circondata dai raggi del sole e ha la luna sotto i piedi; indossa una cintura di colore viola che, tra gli aztechi, indicava lo stato di gravidanza; sotto la luna vi è un angelo dalle ali colorate di bianco, rosso e verde (i colori dell’attuale bandiera messicana), che sorregge la Vergine.
La disposizione delle stelle sul manto non sembra casuale ma rispecchierebbe quelle che in cielo, da Città del Messico, era possibile vedere nel dicembre 1531!!
La figura ha caratteristiche particolari che la ricollegano a divinità della religione azteca. Il mantello verde e blu con cui la Madonna appare iconografata era anche un simbolo della divinità chiamata Ometeotl.
La Luna è un simbolo ricorrente nelle raffigurazioni mariane e pagane, quasi sempre associato alle divinità femminili.
Elemento non trascurabile è il luogo dell’apparizione, ovvero la collina di Tepeyac, sulla quale sorgeva un tempio dedicato ad una dea locale, la cui pianta sacra era propio l’agave associata all’apparizione mariana.
Alcuni autori, che hanno eseguito degli studi scientifici sul mantello, sostengono che effettivamente l’immagine non sarebbe dipinta, ma acheropita (non realizzata da mano umana); essa presenterebbe inoltre caratteristiche particolari difficili da spiegare naturalmente. Altri autori sostengono il contrario.
L’immagine non presenta traccia di coloranti di origine vegetale, minerale o animale, come rilevato nel 1936 dal premio Nobel per la chimica Richard Kuhn e la figura di Maria è impressa direttamente sulle fibre del tessuto (esistono delle piccole parti dipinte, come “ritocco”, realizzate in un secondo momento), come determinato dalle foto all’infrarosso del biofisico dell’University of Florida, Philip Serna Callahan nel 1979, il quale ha affermato che l’immagine non è scientificamente possibile essere realizzata dall’uomo.
Nel 1977 l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann analizzò al computer le fotografie ingrandite di 2500 volte e riscontrò che nelle pupille di Maria appare un altro disegno! ovvero una sorta di fotografia del momento in cui Juan Diego ha mostrato il mantello al vescovo Juan de Zumárraga, alla presenza di due altri uomini e una donna. Gli occhi della Vergine sul mantello si comporterebbero dunque come occhi umani, che riflettono ciò che vedono attraverso un effetto conosciuto come Purkin-Sampson’s images, e avrebbero “fotografato” la scena con una leggera rotazione di differenza tra i due occhi, come appunto accade normalmente a causa della diversa angolazione della luce che arriva alle pupille.
Al centro di esse si vedrebbe inoltre un’altra scena, più piccola, anche questa con diversi personaggi.
Un altro aspetto, fortemente misterioso, è la durata e la conservazione del tessuto: la fibra di maguey che costituisce la tela dell’immagine, infatti, non può durare più di 20 o 30 anni. Vari secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, e la stessa si disintegrò dopo alcuni decenni. Mentre, a quasi 500 anni dal presunto miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta, come il primo giorno.
Nel 1921 Luciano Pèrez, un attentatore inviato dal governo, nascose una bomba in un mazzo di fiori posti ai piedi dell’altare; l’esplosione danneggiò la basilica, ma il mantello ed il vetro che lo proteggeva rimasero intatti.
Infine, la disposizione delle stelle sul manto non sarebbe casuale ma rispecchierebbe quelle che in cielo, da Città del Messico, era possibile vedere la notte del 9 dicembre 1531!