Il Santo del giorno, 1 Maggio: Santa Valpurga, e S. Giuseppe Lavoratore, patrono di padri, falegnami, carpentieri, lavoratori, moribondi, economi, procuratori legali
Quasi nulla c’è da dire, per il fatto che nella Festa laica del Lavoro, si festeggi S: Giuseppe Artigiano o Lavoratore!
Nel Vangelo Gesù è chiamato ‘il figlio del carpentiere’. In modo eminente, in questa memoria di San Giuseppe si riconosce la dignità del lavoro umano, come dovere e perfezionamento dell’uomo, esercizio benefico del suo dominio sul creato, servizio della comunità, prolungamento dell’opera del Creatore, contributo al piano della salvezza (cfr Conc. Vat. II, ‘Gaudium et spes”, 34). Pio XII (1955) istituì questa memoria liturgica nel contesto della festa dei lavoratori, universalmente celebrata il 1° maggio.
Patronato: Padri, Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi, Procuratori Legali
Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall’ebraico
Martirologio Romano: San Giuseppe lavoratore, che, falegname di Nazareth, provvide con il suo lavoro alle necessità di Maria e Gesù e iniziò il Figlio di Dio al lavoro tra gli uomini. Perciò, nel giorno in cui in molte parti della terra si celebra la festa del lavoro, i lavoratori cristiani lo venerano come esempio e patrono.
Per la vita e gli altri significati, rimandiamo alla festa “vera” di S. Giuseppe, il 19 di Marzo.
Santa Valpurga di Heidenheim, badessa
Questa scelta, quella di parlare di Santa Valpurga, l’abbiamo fatta per entrare ancor di più dentro la festa odierna, quella del 1° Maggio e vi rimandiamo l’articolo relativo, nella rubrica “Accadde oggi”.
Ma anche per sottolineare come tutte le religioni, ed in particolare il Cristianesimo, tendono ad incamerare e a sovrapporre le proprie credenze a quelle precedenti.
Per i Celti, i primi abitatori di tante parti d’Europa dei quali si conosca la vita e la verità storica, la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio, segnava il passaggio rituale alla bella stagione. Era quindi per loro, una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti, in un’atmosfera orgiastica, aspettando il nuovo giorno che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre. Era la festa di Beltane, da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità, che governava il destino dei viventi e dei morti.
Con la cristianizzazione dell’Europa centrale la notte del 30 aprile subì una metamorfosi profondissima. Da notte di trionfo della vita e della luce, passò ad una notte piena di paure e di negatività, perché si raccontava che vi si dessero convegno spiriti inferi, streghe e stregoni che si dovevano espellere grazie all’intercessione di santa….Valpurga, che, guarda caso!, portava lo stesso nome germanico con cui s’indica quella notte di feste sfrenate!
Lei era una monaca inglese (710-778), mandata proprio nel cuore della Germania a convertire quelle popolazioni pagane e radicate in quei culti antichi. Qui divenne badessa del monastero di Heidenheim, presso Eichstatt, dove fu sepolta, si dice, ma forse fa parte di tutta una sovrapposizione ai riti antichi, proprio il 1° maggio. In qualche modo cercando di ereditare e di far le funzioni della Grande Madre, che aveva dato il nome alla notte, chiamata d’ora in poi popolarmente «la notte di Valpurga».
Santa Valpurga
Quindi, quella notte che per i Celti era la principale dell’anno, si trasformò nel culto di una santa che protegge dalle streghe! Dalle pietre dove le sue ossa furono sepolte, si raccontava fosse sgorgato un miracoloso «olio di santa Valpurga» che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella di proteggere dalle stregonerie. Il 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava e si porta ancora, dove la tradizione è sopravvissuta, ma ha perso del tutto il suo significato sessuale e di fertilità, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al paese: è l’Albero di Maggio o semplicemente il Maggio.
Maggi erano anche i ramoscelli che i giovani offrivano alle ragazze come augurio di amore e fecondità; oppure erano portati in processione di porta in porta da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio. Quelle processioni avevano la funzione di ottenere grazie al «magico» maggio rinnovamento e prosperità. Come per la notte del 30 aprile la Chiesa cercò nel corso dei secoli se non di cristianizzare per lo meno di rendere più accettabili queste cerimonie: nacque così l’usanza, ancora viva in alcuni paesi fra cui l’Andalusia, di sostituire l’albero con la Croce di Maggio. Chi è d’altronde il Cristo se non l’Albero della Vita?
Per questa data speciale, un numero speciale di santi:
Sant’Ambrogio martire, festa patronale di Ferentino (FR)
Sant’Agostino Schoeffler, sacerdote e martire
Sant’Aldebrando di Fossombrone, vescovo di Fossombrone
Sant’Amatore di Auxerre, vescovo
Sant’Arigio, vescovo
Sant’Asaf, vescovo
San Brioco, vescovo e abate
Sant’Efisio, festa patronale della Sardegna
San Ferdinando III, re di Spagna
Santa Fiorina, vergine di Roma
San Geremia, profeta
Santi Giovanni de Zorroza e Giovanni de Huete, mercedari e martiri
Santi Gistaldo e Gundebado
San Giuseppe Lavoratore
Santa Grata di Bergamo
Sant’Ipolisto, martire
San Jean-Louis Bonnard, missionario e martire
San Marculfo, abate di Nanteuil
Sant’Orenzio di Auch, vescovo
Santi Orenzio e Pazienza, sposi e martiri
San Panarete, vescovo di Pafo
San Pellegrino Laziosi, frate servita, protettore degli ammalati di cancro; festa patronale di Forlì
San Riccardo Pampuri, religioso
San Sigismondo, re dei Burgundi e martire
San Teodardo di Narbonne Vescovo
San Torquato, vescovo di Guadix
Santa Valpurga di Heidenheim badessa
Beato Clemente Šeptyc’kyj, sacerdote e martire
Beato Giuliano Cesarello
Beata Mafalda di Arouca, badessa
Beata Petronilla di Moncel, badessa
Beato Vivaldo da San Gimignano, eremita
Il primo maggio è il 121º giorno del calendario gregoriano (il 122º negli anni bisestili). Mancano 244 giorni alla fine dell’anno.