Il Festival dell’Ipocrisia

 

di Daniele Vanni

 

Abbiamo cercato su Internet, ma almeno ad una ricerca superficiale, non abbiamo trovato: un vero “Festival dell’Ipocrisia”. Si, qualcuno dice che è quello di Sanremo. Altri quello dell’economia che si celebra a Trento. Ma un vero festival, intitolato all’ipocrisia, cioè a chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i proprî sentimenti di avversione e di malanimo, o abitualmente per carattere, o in particolari circostanze, ma sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore, insomma, che dice una cosa ma ne pensa un’altra e le sue parole non sono conseguenziali agli atti che fa, non l’abbiamo trovato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Peccato! Perché dopo aver segnalato ieri Di Maio, colui che, per decreto abolì la  povertà dal mondo, e che, in barba al Pool di Milano, tolse la corruzione dal mondo politico italiano, che avrebbe aperto come una “scatoletta di sardine”…E che ieri ci è sembrato tutto teso a volerlo invece sigillare…Già ma erano “sardine” o quelle erano l’emblema di quel movimento di giovani-e-puri, che in opposizione al populismo e al sovranismo che, secondo loro, caratterizzavano solo alcuni partiti della destra italiana, ora si ritroverebbero, se ancora esistessero, sulla stessa sponda di Di Maio? O invece, si trattava di “una scatoletta di tonno”, un pesce più consono a quelli che hanno creduto che bastasse dire che i politici erano corrotti, per essere dei puri??! Quanti di coloro che tirarono le monetine a Craxi facevano una dichiarazione dei redditi fedeli? E non c’era la fila dagli onorevoli socialisti o democristiani, per farsi levare il militare, avere una pensione, ottenere una casa popolare, un posto alle Poste o in comune?

Ma per ipocrisia, in corsa con Di Maio, che è pur libero di professare le posizioni che vuole, ma non continuare ad essere ministro degli Esteri, dicastero che ha ottenuto essendo anti-establishement e che oggi continua a reggere dopo essersi dichiarato esattamente l’opposto!  c’è il Presidente Biden che è in buona posizione e potrebbe insidiare il più giovane ed inesperto ministro degli Esteri dell’Occidente che quando è stato eletto non parlava né Inglese, né Tedesco, né Russo, né Spagnolo ed oggi non so, ma che si trova sulla stessa sponda filo americana e filo Nato che per fare un esempio Berlinguer proprio non adorava e a cui Craxi tenne testa a Sigonella.

Bene, Biden oggi ha annunciato un nuovo invio di armi all’Ucraina (anche se i suoi finanziamenti bellici, dicono certi esperti, sono in via di diminuzione) però ha detto che nel pacchetto dovrebbero esserci altri sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS) e munizioni. Insomma cose che la tecnologia americana, in questo campo, seconda a nessuno, ha studiato profondamente per uccidere e fare più male possibile.

Il presidente Usa, Joe Biden negli stessi minuti ha detto di essere rimasto “profondamente deluso” dalla sentenza della Corte Suprema, che ha tolto le restrizioni sulle armi a New York.

Una decisione che ha invece fatto esultare la potente lobby delle armi Nra, che ha dichiarato “vittoria” scrivendo sul suo account Twitter: “La Corte Suprema ha stabilito che le restrizioni sulle armi a New York sono incostituzionali”.

Finora nello Stato di New York era vietato possedere armi d’assalto, e pur essendo lecito avere con sé un’arma da fuoco in pubblico non era lecito esporla (quindi, ad esempio, non si poteva circolare con una pistola a vista in una fondina). Con la sentenza della Corte Suprema, queste restrizioni ora cadono.

Io credo che non sia il numero delle armi che circolano, a provocare gli orribili crimini e le continue sparatorie che ogni giorno affliggono le scuole, le metro, i treni, le chiese degli USA. Un paese che ha prodotto centinaia di migliaia di film pieni di spari, di violenza: da quelli del Far West, a quelli sul Vietnam, sulla Seconda Guerra Mondiale, di scontri stellari e fantascientifici…Che vive del “sogno americano” dove l’individualismo sfrenato, fa raggiungere qualunque cosa. A livello personale, come nazione! Che non è proprio sincrono, per esempio, con lo spirito di fratellanza umana predicata da Papa Francesco.

E allora, mi faccio due domande: ma Biden è contro o a favore delle armi? O forse pensa che ci siano armi buone ed armi cattive e lui è in grado di stabilirne il senso?

E dove compra le armi il governo degli USA che dice tanto male della lobby delle armi Nra? Da costruttori che sono per la pace nel mondo? O forse sempre dagli stessi, che, vendendo un missile per l’Ucraina guadagnano milioni di volte, quello che lucrano dalla vendita di una singola pistola?

Anzi tre, ne faccio un’altra di domande: ma se gli Stati Uniti d’America sono la prima potenza imperialista (imperialismo in senso moderno e quindi anche finanziario, tecnologico, economico…) del mondo, questo è dovuto ad un atto di sudditanza delle altre nazioni o perché sono lo stato più potentemente armato del mondo??

 

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