Il crescente interesse verso le tipiche minestre lucchesi ha determinato la riscoperta del fagiolo rosso di Lucca. Un prodotto tipico che era rimasto relegato agli hobbisti ed ai coltivatori locali. Era destinato, infatti, solo all’autoconsumo, a causa degli alti costi dei metodi di coltivazione. Un processo lungo caratterizzato da scarsi apporti di meccanizzazione che in passato ne aveva disincentivato la produzione. La tecnica colturale ha subito grosse variazioni negli anni tanto da far assumere alla produzione un carattere altamente artigianale.
Può considerarsi unico, non esistono, infatti, fagioli simili in altre zone di Italia. La sapidità, la consistenza dell’epidermide e l’aroma raffinato lo rendono adatto ai passati più raffinati. Infatti, questo tipo di legume regala la giusta densità e colorazione nonché un gusto deciso e gradevole alle zuppe vegetali da impreziosire con un filo d’olio molto fruttato amaro e piccante. Ottimo come accompagnamento a piatti dai sapori robusti come lo spezzatino di cervo e polenta di Granturco otto file. I vini rossi dalla buona struttura come il rosso di Montalcino o il chianti classico si abbinano bene a questo fagiolo deciso e al contempo raffinato.