La maschera era quella di Anonymus. Quella che identifica un fenomeno della sottocultura di Internet: singoli utenti o intere comunità online, che agiscono anonimamente, per perseguire un obiettivo concordato.
Qui non siamo sul Web! E l’obiettivo concordato pare fosse svaligiare ville isolate.
Uno dei tre che hanno tentato stanotte di sfuggire ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Lucca, al comando del Maggiore Giangabriele Affinito, comunque, non è più “anonimo”, ma in cella, in attesa della convalida del fermo. E’ un albanese, di 25 anni, incensurato, con regolare permesso di soggiorno.
Verso le tre di stanotte, era a bordo di una Toyota Auris, una macchina, tutto sommato, modesta. Ma solo per non dare nell’occhio, visto che il terzetto che era a bordo, a quell’ora certo “in servizio”, aveva rubato l’auto proprio a Lucca, pochi giorni fa.
Un auto civetta dei Carabinieri l’ha intercettata e ha cominciato a seguirla, ma dopo un pò, visto che a quell’ora sono poche le macchine in transito, i tre si sono accorti del pedinamento ed hanno cominciato la fuga. Che è finita in una stradina di campagna, segno che i tre erano esperti della zona.
Due si sono dileguati nei campi. Ma non saranno uccelli di…campo, per molto, perché il terzo è stato acciuffato. Si è arrampicato come un trapezista su un alto muretto di cinta, ma è stato acchiappato da un appuntato del Nucleo Operativo che non ha lasciato la presa, finchè l’albanese non gli è rovinosamente caduto addosso, fratturando il polso del milite che ne avrà per un mese di gesso.
Nell’auto i militari hanno trovato una pistola scacciacani, ma perfettamente identica ad una vera Beretta, priva di tappo rosso e con un colpo in canna, insieme a cacciaviti, una parrucca e una maschera di Anonymus appunto. Il che fa pensare che il terzetto potesse avere in mente una rapina o anche un sequestro, se dentro la villa presa di mira (ve ne sono moltissime in zona, anche prestigiose) avessero trovato i proprietari.
Addosso al fermato, i militari hanno trovato un coltello a serramanico e un mazzo di chiavi. Erano quelle della stanza presa in affitto da pochi giorni dal giovane, che evidentemente non aveva problemi di soldi, in un grazioso bed and breakfast del centro storico, i cui proprietari naturalmente non sapevano niente dell’attività dell’albanese.
Nella sua camera, però, c’era il frutto del suo operato nelle abitazioni e non solo di Lucca. Tre PC portatili (uno dei quali forse aziendale, all’interno di una borsa della cartiera Sca), diversi telefoni cellulari e un tablet, attraverso i dati dei quali non sarà difficile risalire ai proprietari. Uno pare provento di un colpo portato a segno a Fucecchio, segno che il terzetto aveva un vasto raggio d’azione nella Toscana.

Il Maggiore Giangabriele Affinito durate le conferenza stampa ed i colleghi de La Nazione e Il Tirreno