FERMA CONDANNA DELL’ANP-CIA TOSCANA NORD AGLI INSULTI RAZZISTI AL RAGAZZO

DI VENTURINA. LANDI: ‘EPISODIO DA STIGMATIZZARE, MA DA CUI TRARRE INDICAZIONI

PER PERCORSI DI CONOSCENZA CHE SCONFIGGANO IL RAZZISMO

 

Una ferma condanna arriva dall’Anp-Cia Toscana Nord per voce della sua presidente, Giovanna Landi, all’episodio di matrice antisemita, avvenuto domenica scorsa a Venturina.

 

«Alla vigilia della Giornata della Memoria – afferma Giovanna Landi – dover parlare di un episodio che vede protagonisti dei giovanissimi che insultano un ragazzo perfino più piccolo di loro, per il suo essere ebreo, a nostro avviso, non può che portarci a fare una riflessione che va ben oltre il singolo episodio».

 

Per Landi, infatti, «non possiamo derubricare quanto accaduto a semplice ‘ragazzata’, ma dobbiamo comprendere il significato profondo di quello che è successo a Venturina. Non si tratta di un semplice ‘gioco’, ma di qualcosa che è profondamente radicato nella nostra società: un razzismo che vive sottotraccia e viene fuori in questi episodi, proprio per voce di chi, magari, non ha ancora quelli ‘schermi’ che permettono agli adulti di mascherare la loro intolleranza verso persone di religione o razza differenti o, ancora, che hanno una qualsiasi altra caratteristica che li rende ‘diversi’ da quella che è socialmente accettata come norma».

 

«Trovo profondamente grave quello che è accaduto – prosegue – e per questo la condanna da parte dell’Associazione nazionale pensionati della Toscana Nord non poteva che essere tempestiva, ma ritengo anche si debbano trarre delle preziose indicazioni per il futuro. Se oggi essere ebreo è ancora visto come ‘insulto’ – dice la presidente dell’Anp Toscana Nord – è inequivocabile segno di come debba sempre essere il ‘Giorno della Memoria’ e non esclusivamente una giornata (o un periodo) dell’anno. Episodi come quello di Venturina rendono evidente come quello che accadde durante la Shoah debba ancora essere assimilato in tutto il suo orrore. Si deve comprendere che ‘essere ebreo’ non crea alcun discrimine e, sicuramente, non è un insulto. Per arrivare a questo, il lavoro deve essere capillare e quotidiano e, soprattutto, deve coinvolgere sia la scuola, sia le famiglie, anche con iniziative congiunte, affinché quel razzismo strisciante, che vive sottotraccia, possa essere sconfitto, questa volta, veramente per sempre. Il nostro, quindi, è un invito a vedere questo episodio ovviamente come qualcosa da stigmatizzare, ma soprattutto come ‘campanello d’allarme’ di una situazione che dobbiamo affrontare nell’immediato, creando percorsi da fare tutti assieme, affinché nelle nuove generazioni vi sia una concreta consapevolezza di quello che è stata la Shoah e perché la Memoria di quei giorni sia qualcosa di vivo e non si ripetano più simili orrori».

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