EDITORIALE DELLA DOMENICA

Anche le anguille sono incompatibili con l’uomo!

Stiamo distruggendo (in gran parte l’abbiamo già fatto!) tutto l’ecosistema, per il nostro egoismo di avere sempre di più, di produrre sempre di più!

Oggi, il cittadino medio europeo o quello americano e di tanti altri paesi è molto superiore, per comodità, fatica, benessere, a quello, per esempio, che poteva avere un senatore romano o un nobile medievale. Certo ci sono zone dove c’è ancora fame e sete e guerra. Ma le grandi migrazioni globali, non sono spinte dalla paura di morire sotto le bombe o per la fame, ma dalla “fame” del benessere che attanaglia i poveri come i ricchi del mondo, mai sazi, nè gli uni, nè gli altri di un benessere che falcidia animali, alberi, foreste, mari e oceani, ghiacciai polari o l’ozono della stratosfera, in una corsa inarrestabile!

Adesso è la volta delle anguille! Il che ha dell’incredibile, perchè, come sanno bene i pescatori con la canna (che non sono assassini, nè imputabili della rarefazione dei pesci da fiumi, laghi, oceani, che è dovuto ad uno sfruttamento industriale massivo, all’inquinamento da micro plastiche e metalli pesanti) le anguille erano tra i pesci più coriacei e resistenti!

Ma di fronte all’uomo…

Guardatevi intanto questo link: https://www.verdeazzurronotizie.it/fiumi-europei-pieni-di-cocaina-e-le-anguille-ma-non-solo-rischiano-lestinzione/

 

di Daniele Vanni

 

Pasolini scriveva, con le sue mani nervose e forti ed il suo animo così gentile e delicato! che le lucciole erano inversamente proporzionali alla Democrazia Cristiana.

Con questo intendeva ed esprimeva il rammarico, per la perdita culturale dei dialetti dei paesi, delle particolarità, ma era anche un grido inascoltato di cosa stesse portando un boom ed un’industrializzazione selvaggia che stava cancellando la nostra stessa storia.

Era il più grande stravolgimento dell’Italia dalla caduta dell’Impero Romano, nel 476 d. C. (ma era già di fatto stato travolto dai barbari nel 410) o dalla Peste Nera, (che andrebbe presa come il vero termine del Medioevo), che sterminò la metà della popolazione europea.

Qui no, dopo la catastrofe della guerra, tutti erano contenti di poter andare al mare la domenica, anche in Vespa o su una Bianchi. E tra poco speravano di salire su una “600”.

A chi interessava dello stato della spiaggia o dei pesci di quel mare dove fino all’Anteguerra andavano solo i ricchi!!?

E adesso tutti avevano un bagno e poi la lavatrice…e quanti sanno oggi il danno che fa ogni lavaggio, che sparge per terra e per mare miliardi di microfibre che vanno nelle branchie dei pesci! E che poi noi, in una nemesi, di cui, – ho sentito con i miei orecchi: molti animalisti e vegani sono contenti!! –ingurgitiamo nei ristoranti che all’Abetone come a Capalbio ci offrono lo steso pesce, con lo stesso sapore…chissà perché?!

 

In quei giorni, quando il boom stava per finire, da bimbo del ’68, mostrai dai finestrini di una Littorina, il black liquor che uscendo dalla Lima, da Fornoli, ora faceva nero il Serchio, fin lì tinto di giallo dalla più grande cartiera a carta-paglia d’Europa che tingeva e distruggeva l’Ania, che si tufava in un fiume già oleastro dai rifiuti della più grande fonderia di rame d’Europa…lo mostrai, sconsolato, triste ed anche un po’ stizzito, perché non ero certo un Pasolini e quindi mi si poteva, senza danno, deridere ed emarginare! ad un segretario locale DC che sbandierava sul treno traballante e che andava ancora a diesel, i progressi fatti dall’Italia!

Allora non mi capì! Chissà oggi cosa pensa…e se ha letto delle povere anguille! che certo non muoiono solo per la cocaina…

Mi raccontava, in quegli anni un vecchio di Ponte S. Pietro, che quando il Serchio straboccava, nei campi attorno alla Casina Rossa andavano con le balle per raccogliere il pesce e metterlo in salamoia, per passare l’inverno, che allora era duro per davvero! E vi trovavano lucci e addirittura storioni giganteschi, che fino al 1892, risalivano il Po fino a Torino!

 

Quel segretario locale non mi capì o non mi volle capire. Ricordo però che la sua signora che insegnava in una scuola del ministero della pubblica istruzione italiana, in una discussione successiva, – parlavo spesso, troppo! di ambiente…esterno e di quello “interno” inteso come anima o animo, se volete, che secondo me, dovevano andare di pari passo…oggi da tanti anni, troppi! mi sono chetato! – non sapeva che quando andavamo al bagno il nostri inquinamento finiva, senza depuratori nei campi e quindi nel fiume e di lì in mare! Mi disse che non ci aveva mai pensato…ed io capii che danni aveva fatto il ’68!!

Ma allora combattevo e andavo ai bar, prendevo delle bottigline di gazzosa, le riempivo nei vari punti del fiume dello schifo che aumentava con il benessere e della schiuma che ora in certi tratti lo ricopriva. E le portavo al Centro di Igiene e Profilassi che allora era alla Casina Rossa, non la discoteca, ma dove fino a poco tempo fa c’era Il Centro di Psichiatria.. – già ancora dentro e fuori… – ma la terza volta che mi presentai, un uscere mi rovescio la cassetta delle gazzose e mi mandò via a calci nel culo!!

Forse lui si era già comprato l’850…

anguilla Comacchio

Se Paolini fosse vivo, – provai un dolore profondo per il suo assassinio, forse legato alla figura di Fanfani…di certo a quella di Mattei!…gli artefici principali, anche se certo non unici del Boom italiano! – sarebbe forse diventato di destra, perché in fondo cercava, da comunista, un ordine in questo caos che avanzava e forse oggi avrebbe virato verso quello che chiamano, sragionando: “populismo” o qualunquismo, con il political corretto di oggi, sempre pronto ad etichettare, a bastonare, a ghettizzare chi ha un’idea, se non quella imperante, che, guarda caso! è sempre quella che fa consumare e produrre di più! ma non ci dice mai che tipo di società vorrebbe!

Non la ipotizza mai, se non dietro slogan, quali il liberismo, che non so cosa voglia dire, in un mondo dove il capitale e la finanza imperano; la libertà, che senza aggettivi sa di una pasta senza condimento e sugo; uguaglianza, che senza elementi economici concreti, di fronte ad un capitale finanziario che si moltiplica milioni di volte al giorno con un semplice click di tastiera di un computer, fa sorridere,… e così via!

 

Adesso, con la globalizzazione, addirittura quell’Oceano Pacifico (dove Piero Ciampi, unico vero, grande poeta della canzone italiana d’autore,  voleva affogare la sua bella, se fosse scapata dal suo mare di vino!) è invaso da un’isola di plastica grande, dicono, io non saprei misurarla come la Francia e percorso da serpentoni di migliaia e migliaia di chilometri di bottiglie e scarti industriali e “civili” galleggianti. Senza considerare il micro inquinamento che è molto, ma molto più grave!

E adesso per questo e per la cocaina! stanno scomparendo anche le anguille!

 

Una volta, con il mio Babbo ed il mio Zio, andavamo a pescarle quando dai Sargassi ritornavano e risalivano il Serchio per riprodursi!

Erano il salmone dei poveri.

Piano piano le dighe, (che non hanno mai lasciato come di legge, un percorso per la risalita, ci costringevano ad andare a pesca sempre più vicino a Lucca…

 

Mio zio mi insegnava che le trote, molto più evolute, con un piccolo cambiamento dell’acqua e del ph morivano. Non così l’anguilla che era moltopiù resistente anche quando veniva allamata (con l’amo ancora conficcato, dato che lo ingoiava profondamente e non si poteva a volte più estrarlo, anche in un cestino senza acqua resistevano anche una notte ed un giorno!!!) tanto che i pescatori più “pietosi” le giustiziavano subito dopo la cattura.

Dopo poco, smisi di pescare, perché non mi sembrava uno sport.

Ma capivo, perché per essere animalisti bisogna essere stati contadini e per attaccare la caccia e la pesca, aver vissuto davvero in campagna e nei boschi per anni, che il problema non era la pesca “sportiva”…

Capivo che contro l’inquinamento umano, quello fisico delle industrie, degli scarichi “civili” e quello interno dell’ingordigia, della voglia spasmodica di riempire il carrello al supermarket e di avere l’ultimo modello di macchina e di vestito…anche le anguille, a lungo andare, non non ce l’avrebbero fanno più!

Quando questa settimana ho letto questo articolo clamoroso, che non ha avuto un miliardesimo dello spazio dedicato ad una sola partita del mondiale di calcio, non sono stato contento, come il depresso, quando vede che le cose vanno male, di essere stato una Cassandra così giovane e precoce!

 

E noi tutti, autori di questo disastro, e che a volte ci dipingiamo di animo sensibile e poetico, come una trota, ma che per vivere (male!) ingoiamo tutto, famelicamente, come un’anguilla, quanto resisteremo?

E che mondo abbiamo costruito, cioè volevo dire distrutto? Con i rapporti umani sempre più tesi, la solidarietà scomparsa come la gente dalle nostre Chiese?

 

Le anime candide dei vegani e dei vegetariani che naturalmente rispetto come tutti, anzi ammiro più degli altri perché hanno idee e mettono impegno nella vita, se la rifanno con i circhi, invece che con la finanza internazionale, l’industria o i supermarket in questo che è un vero “Ecocidio” !

 

Una notte ho visto le “colline del Carducci” illuminate da milioni di lucciole!

Al basso, al mattino, dove di notte stranamente era solo buio, ho trovato distese infinite di insetti morti tra le colture estensive irrorate dai veleni cosparsi dall’uomo.

Mentre toccavo quello scempio di api, lucciole, cavallette e farfalle, vidi una civetta, tramortita da quei veleni, piombare giù da un ramo. Che dopo qualche giorno di cure improvvisate, si riprese e volo via e spero tanto che sia sopravvissuta.

Quello scempio mi è rimasto negli occhi. E nel dolore.

Soffersi molto anche per quello scempio di Ostia! Ed una volta, quando lavoravo a Roma, ho portato anche dei fiori a Pier Paolo, che certo era profondamente addolorato per la scomparsa lucciole, ma non sarebbe sopravvissuto ad un tempo capace di assistere allo sterminio anche delle anguille!!

 

Daniele Vanni

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