LUCCA, 26 novembre 2015 – E’ possibile ‘misurare’ la qualità della vita dei cittadini e il loro benessere

nel senso esteso del termine superando il concetto economicistico e limitato del PIL, il prodotto interno

lordo della Nazione?

Il nuovo sistema di rilevazione c’è ed è rappresentato dal BES, acronimo di Benessere Equo e

Sostenibile, modello statistico adottato dall’Istat e dalle principali agenzie internazionali che utilizzano

nuovi e diversi indicatori per “valutare” lo sviluppo di un territorio. Il BES, quindi, risponde alla domanda

e, soprattutto, all’obiettivo dell’economia e della politica che è il benessere e la qualità della vita dei

cittadini, dei servizi a loro rivolti e non solo la loro ricchezza o l’andamento altalenante dei volumi della

produzione industriale.

Ora anche la Provincia di Lucca (intesa sia come ente sia come territorio) ha il suo BES, realizzato

dall’Ufficio di Statistica con il supporto e la supervisione dell’Istat e presentato pubblicamente oggi

(giovedì 26 novembre) nel corso di una giornata di studi che ha visto intervenire, per i saluti

istituzionali, il presidente della Provincia Luca Menesini, e Bianca Maria Martelli, dirigente territoriale

(Toscana e Umbria) dell’Istat.

Ad illustrare nei dettagli il BES della Provincia di Lucca il responsabile dell’Ufficio statistica

dell’amministrazione Lorenzo Maraviglia, insieme con la dirigente del settore sistemi informativi e

statistica dell’ente Fiorella Baldelli, a cui si sono affiancati per i contributi correlati Filomena Maggino

dell’università di Firenze, Linda Porciani e Sabina Giampaolo dell’Istat Teresa Ammendola del

Cuspi. A questi interventi si sono aggiunti quelli di Marco Ricci, dirigente Istat nonché le esperienze

Urbes in Toscana illustrate da Riccardo Innocenti (Comune di Firenze), Ester Macrì (Comune di

Prato) e Federico Giuntoli (Comune di Livorno).

Dal rapporto emerge una fotografia del territorio provinciale che evidenzia luci e ombre, punti

di forza e alcune criticità. Tutti elementi di analisi che aprono vari spunti di riflessione e di dibattito

soprattutto perché – come puntualizzano gli studiosi e gli statistici – si basa su dati certi e certificati. Le

fonti statistiche e amministrative della ricerca fanno capo principalmente all’Istat ma nell’elenco

delle fonti indicato dal Bes compaiono anche l’Eurostat e la Banca d’Italia, l’Inail, l’Inps, l’Ispra, l’Istituto

statistico Tagliacarne, i Ministero dei beni culturali, il Miur, i Ministeri dell’interno e della giustizia, Snv

Invalsi e Terna.

Tutti i dati provinciali sono messi a confronto con i corrispondenti risultati regionali (Toscana) e

nazionali, al fine di consentire una valutazione comparativa. E’ inoltre disponibile una base dati di

raffronto estesa alle altre 24 Province che hanno aderito al progetto BES (in Toscana, Pisa, Siena e

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Grosseto) ed ai Comuni che hanno aderito ad UR-BES (in Toscana: Firenze, Prato e Livorno), ossia la

versione del BES declinata su scala comunale.

L’indagine Bes analizza vari parametri in ambiti diversi: si spazia dalla salute all’istruzione e alla

formazione, dal lavoro al benessere economico, dalle relazioni sociali alla politica e alle

istituzioni, dalla sicurezza al patrimonio cultura, dall’ambiente alla qualità dei servizi fino alla

ricerca e all’innovazione.

Qui di seguito indichiamo, in maniere sintetica, gli aspetti degni di nota dell’indagine BES raccolta in

oltre 40 pagine di dati, analisi e riflessioni.

ASPETTI POSITIVI. Il territorio della provincia di Lucca si configura come un’area dove il sistema

sanitario rappresenta uno dei punti di forza, quindi un servizio di qualità testimoniato, ad esempio, dalla

quota estremamente ridotta di coloro che devono recarsi in altri territori per cure

ospedaliere.

Nella sezione del segno + s’inserisce anche l’ottimo risultato della raccolta differenziata dei rifiuti:

una buona pratica dove il Comune di Capannori ha fatto da apripista ad una virtuosità ormai estesa a

tutti i Comuni anche se con valori leggermente diversi da zona a zona, ma comunque in ascesa

continua.

In ambito ambientale spicca anche il dato della provincia di Lucca sulla disponibilità delle aree verdi

per i cittadini: 75,3 mq per abitante rispetto ad una media nazionale che si attesta sui 32 mq.

Buone notizie anche per la qualità della consistenza del tessuto urbano storico che testimonia

l’avvedutezza e il criterio con cui le comunità hanno saputo preservare l’integrità dei centri storici

arginandone il degrado (sono presi in esame gli edifici costruiti prima del 1919).

Il Patrimonio delle famiglie è un elemento che il Bes valuta positivamente poiché rappresenta

l’ammontare della ricchezza dei nuclei che risiedono in provincia di Lucca. Il dato è nettamente superiore

sia allo standard toscano e a quello nazionale.

Gli indicatori in materia di diffusione del non profit e di volontariato confermano il forte radicamento

di tali fenomeni nel territorio provinciale, in linea con una tradizione assai consolidata ed evidenziata da

tutte le fonti disponibili.

Note positive anche per le percentuali di scuole prive di barriere architettoniche grazie soprattutto

all’azione della Provincia di Lucca (competente per gli istituti superiori) e di molti Comuni (per il resto

degli istituti scolastici) che negli ultimi anni sono intervenuti efficacemente per ridurre questo problema.

Per quanto riguarda gli incidenti stradali gli indicatori provinciali riferiti all’anno 2013 (quelli presi in

esame per il BES) sono positivi ma occorre tener conto delle fluttuazioni annuali dovute a fattori del

tutto casuali (in particolare gli incidenti mortali sono in genere pochi, pertanto da un anno all’altro il

risultato può variare sensibilmente). I dati diffusi un paio di settimane fa dall’Istat (in peggioramento) si

riferiscono al 2014 quando sono stati censiti 26 incidenti mortali su 2.036 totali rispetto ai 22 morti e ai

1.988 incidenti totali dell’anno precedente: tasso di mortalità ogni 100 incidenti pari a 1,3, comunque

inferiore al dato regionale che si attesta ad 1,5.

NELLA MEDIA.

Il dato relativo al numero di giornate in cui è stato superato il livello di guarda del particolato (Pm10) è

in linea con quello nazionale (41 rispetto a 44,) mentre lo sviluppo della rete di piste ciclabili appare

ancora parziale seppure in graduale crescita negli ultimi anni. In linea con i contesti regionali e nazionali

anche i nuovi laureati e i nuovi laureati in discipline scientifiche.

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Nella media il reddito lordo disponibile per la famiglia (41.607 euro) con lievi scarti sia rispetto al

dato regionale che a quello nazionale.

Sul fronte sicurezza (dati del 2013) la fotografia evidenzia luci e ombre. Il nostro territorio risulta

un’area a bassa incidenza di episodi “cruenti” (tasso di omicidi – 0,3 per 100mila abitanti – inferiore alla

media toscana – 0,7 per 100mila abitanti – e nazionale – 0,8 per 100mila abitanti) ma ad alta diffusione

di reati contro il patrimonio (soprattutto furti e rapine in abitazioni) – 330,1 per 10mila abitanti.

Nella media la dotazione di strutture museali (1,1 ogni 10mila abitanti) ma non il numero di

visitatori*.

I dati sulla partecipazione all’istruzione secondaria e universitaria sono allineati alla media toscana

ed è buona la percentuale relativa alla formazione permanente degli adulti anche se le percentuali

sono sotto la media degli obiettivi UE.

Per quanto concerne la qualità dei servizi, la percentuale di bambini sotto i 3 anni che usufruiscono dei

servizi per l’infanzia (19,5%) è inferiore alla media regionale di pochi punti, ma superiore alla media

nazionale (13,5) e la situazione è in netto miglioramento considerando gli ultimi due censimenti.

CRITICITA’. In primis tra le note dolenti la speranza di vita alla nascita soprattutto tra i maschi del

territorio. La speranza di vita alla nascita è un indicatore che dipende dai tassi di mortalità attuali e che,

pertanto, fornisce una fotografia dello stato di salute complessivo di una popolazione. Il risultato non

positivo per la componente maschile provinciale – con un’aspettativa alla nascita inferiore di circa 1

anno e mezzo rispetto allo standard regionale – dipende soprattutto da un’incidenza superiore alla

media di mortalità per tumori e malattie respiratorie presso la popolazione anziana. Poiché tali malattie

presentano un periodo di latenza piuttosto lungo, il risultato attuale dipende presumibilmente – oltre che

da fattori genetici – da fattori ambientali pregressi (gli studi epidemiologici disponibili indicano una

tendenza verso tassi di mortalità più vicini alla media regionale per le generazioni nate a partire dagli

anni ’60 in poi).

Il nostro territorio segna il passo, poi, sulla quota di giovani (18-24 anni di età) che hanno

abbandonato precocemente gli studi senza conseguire un titolo di studio superiore (21,6%), dato

che supera di circa 7 punti la media regionale e che, in prospettiva, certo non rappresenta il miglior

viatico per colmare il ritardo che ancora riguarda la percentuale di persone in età lavorativa con al

massimo la licenza media (49,2%).

Sul fronte occupazionale, inoltre, il BES è allineato alla media nazionale per quanto riguarda il tasso

(22,2%) di mancata partecipazione al lavoro (15-74 anni), ma il divario è netto se si confronta il

dato a livello regionale (15,6%); il tasso di occupazione (20-64 anni) è lievemente peggiore rispetto al

dato nazionale ma è sul tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) il dato più preoccupante

(41,4%) rispetto alla media regionale (25,9%) e a quella nazionale (31,6%). Certo in questo ambito

occorre distinguere tra gli aspetti strutturali e congiunturali ma dal Bes risulta evidente che a creare

difficoltà nei settori economici è soprattutto la mancanza di domanda interna, più localizzata sulle aree

costiere e montane che nella zona della Piana e del capoluogo.

Nella zona ‘rossa’ anche i tassi di rischiosità e di rischiosità grave per infortuni sul lavoro e

l’indice di sovraffollamento delle strutture carcerarie che schizza a 147,3% in provincia di Lucca

rispetto al 97,9% della Toscana e al 108,3% della Nazione.

La differenza tra le retribuzioni maschili (più alte) e femminili più marcata che altrove è

spiegabile col fatto che le donne tendono ad essere impiegate in settori economici a bassa produttività e

scarso contenuto tecnologico e quindi nell’ambito dei servizi.

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Non bene la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (22,1%) che è nettamente inferiore allo

standard regionale che si attesta sul 40%; su questo aspetto influisce la centralità della produzione

idroelettrica legata a fattori storici e di struttura orografica del territorio che contribuisce a servire aree

collocate fuori provincia.

I consumi di elettricità per uso domestico e di acqua potabile sono superiori alla media regionale.

Sul fronte culturale, poi, risulta estremamente basso il numero dei visitatori* nelle strutture museali

del territorio sia pubbliche che private (musei, aree archeologiche e monumenti) che appare in stridente

contrasto con la buona dotazione esistente degli spazi dedicati.

Non soddisfacenti vengono valutati i dati sul tasso di innovazione (ossia i brevetti in rapporto agli

abitanti – 64 per milione di abitante) che sono al di sotto della media regionale (88,2) e di quella

nazionale (75,2).

Infine risulta bassa la percentuale di donne che siedono nelle amministrazioni comunali (25,4%),

rispetto al 33% della Toscana e al 26,6% del dato nazionale. La quota di amministratori locali con meno

di 40 anni è invece allineata alla media nazionale (32%)

“Il quadro che emerge dall’indagine Bes del nostro territorio provinciale – commenta il presidente della

Provincia Luca Menesini – è diversificato, multiforme, come spesso succede nelle ricerche ad ampio

raggio di questo tipo. Ogni territorio, come si può immaginare, ha pregi e difetti, punti di forza e di

debolezza. La nostra adesione al progetto Bes scaturisce dalla volontà non solo di conoscere più

approfonditamente il nostro territorio, ma anche di mettere a disposizione della comunità locale, delle

istituzioni e dei cittadini uno studio così analitico e autorevole, anche per aprire un dibattito che, mi

auguro, sia propositivo. Qui non c’è la volontà di fare classifiche (mi viene in mente quella annuale del

Sole 24 ore sulla qualità della vita), ma nel caso del Bes si rappresenta uno scenario attraverso dati

ufficiali, certificati che proprio per l’autorevolezza degli istituti che lo hanno ‘disegnato’ non si discosta

molto dalla realtà. Insomma se il Pil, a livello nazionale, può rappresentare un utile indicatore di crescita

economica ma in molti casi fine a se stesso, il Bes offre indicatori specifici rappresentativi dell’attività

degli enti, utili per valutare l’azione sul benessere dei cittadini. Dove il senso della parola benessere va

ben oltre l’aspetto puramente economico”.

Info: www.besdelleprovince.it

Per scaricare l’indagine completa: http://www.besdelleprovince.it/bes-delle-province-2015/lucca/

 

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