Due parroci sospesi, per conti in rosso e presunte puntate al casinò

 

I parrocchiani della chiesa di San Benedetto Abate che si trova si trova alla periferia di Modena, una volta città perlomeno di sinistra, sono in subbuglio, per difendere i loro preti, sospesi a divinis. Cioè da celebrare le funzioni religiose.

Don Giovanni Braglia (55 anni) ha retto la parrocchia per anni, diventando un punto di riferimento per la zona. Ma un mese fa lui e don Dariusz Mikoda, sono stati sospesi dal ministero. Con motivazioni non del tutto chiarite, visto che la curia parla di motivi economici, ma anche pastorali. Un fatto risulta certo: la parrocchia ha i conti in rosso. La curia parlerebbe di cifre molto alte. Qualcuno dice vicine al milione di Euro. I reti fanno sapere che mancherebbero circa 60.000 Euro. E che i soldi sarebbero stati investiti per riparazioni all’impianto elettrico e per la fibra ottica.

Un gruppo di parrocchiani, quasi tutti di una certa età, si è ribellato. E il vicario generale dell’arcidiocesi Giuliano Guzzetti si è trovato anche la cancellata del cortile della chiesa chiusa con una catena nel giorno in cui doveva celebrare la prima messa. Del resto si dice che i due preti si rifiutino di lasciare la parrocchia e si siano “asseragliati”, in senso buono naturalmente, dentro. Rifiutando le nuove destinazioni. Che per il parroco anziano sarebbe una sorta di “rsa” per il clero.

Intanto l’avvocato dei due parroci rimossi è dovuto intervenire per smentire le accuse che circolavano e continuano a circolare. Ovvero quelle di aver fatto fallire la parrocchia e sperperato somme …al casinò! Si, in puntate sempre più eccessive e continuate proprio come accade ai comuni mortali affetti da ludopatia.

La diocesi ha anche fatto sapere che i due dovevano liberare la canonica e ha proposto loro altre soluzioni abitative. Ma loro sono rimasti lì. La diocesi dice che «continuano a percepire il contributo economico dal ’Sostentamento clero’». In genere, un parroco se non svolge altri incarichi, ad esempio insegnate di religione o altro, si aggira (tra 8 per mille, donazioni, contributi CEI e dello stato, ecc.) su 1200 Euro al mese. Mentre suore e frati, (sempre se non svolgono mansioni di cappellani militari, infermieri, insegnanti, assistenza, ecc.) non percepiscono reddito.

Martedì don Dario ha denunciato un furto in parrocchia: «Hanno scassinato il mio armadietto e hanno rubato documenti e fatture». «Guarda caso – aggiunge il legale – proprio domenica le videocamere erano state spente per un’avaria».

 

Dopo che domenica è stata trovata “chiusa con catene la cancellata di accesso alla chiesa parrocchiale” di San Benedetto Abate a Modena, dove, alla metà di settembre sono stati sospesi i due parroci, don Giovanni Braglia e don Dariusz Mikod,  e “trattandosi di un’azione volta ad impedire l’esercizio di funzioni religiose, ipotesi di reato penalmente perseguibile, la Diocesi sta valutando l’opportunità di un’azione legale”. È quanto comunica, in una nota, l’Arcidiocesi di Modena e Nonantola che interviene sulla vicenda.

“Da alcuni anni – viene spiegato nella nota ufficiale della Diocesi – la situazione della parrocchia era seguita dalla Diocesi, per diverse problematiche pastorali ed economiche; sono stati molti gli incontri con i due parroci e con alcuni gruppi di parrocchiani. Il 17 Marzo 2022 don Gianni, che era parroco moderatore, ha rassegnato le sue dimissioni da rappresentante legale; tale rappresentanza è subito passata a monsignor Giuliano Gazzetti, il quale ha avviato, di concerto con gli organismi diocesani, una verifica della situazione amministrativa della parrocchia, che si trovava in un passivo di bilancio”.

 

Dallo scorso marzo, viene evidenziato in un altro passaggio della nota, “si erano aperti dialoghi più frequenti tra i due sacerdoti e la Diocesi, ad un certo punto mediati per loro iniziativa da un avvocato; riscontrata la non congruità di una parte della documentazione esibita dal suddetto avvocato, gli organismi diocesani preposti – collegio dei consultori e consiglio per gli affari economici – nella riunione congiunta del 22 Luglio 2022 hanno deliberato, insieme al vescovo, l’interruzione della mediazione stessa. Il 17 Settembre 2022 monsignor Gazzetti ha assunto anche le funzioni pastorali; contemporaneamente don Gianni e don Dario sono stati sospesi dal ministero di parroci, pur continuando ad essere sacerdoti e a percepire il contributo economico dal Sostentamento clero”.

D.V.

Share