Dilaniato da una bomba sotto la sua auto, il somalo condannato e scagionato per l’omicidio di Ilaria Alpi
I terroristi suoi ex sodali (?), oppure dei delinquenti comuni, miravano ai soldi del risarcimento dato dallo Stato Italiano per la sua lunga “ingiusta” detenzione: 3 milioni di Euro!
Hassan fu condannato in via definitiva nel 2002, per aver fatto parte del commando che uccise i giornalisti italiani, ma un successivo ricorso portò alla revisione del processo e all’annullamento della condanna. Nel 2018, lo Stato italiano lo ha risarcito con oltre tre milioni di euro per ingiusta detenzione. Secondo il suo storico avvocato: “Quei soldi lo hanno ammazzato!”.
Una bomba sotto il sedile dell’auto ha ucciso Hashi Omar Hassan, il somalo condannato e poi assolto per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, giornalista e cameraman della Rai uccisi il 20 Marzo 1994, a Mogadiscio, mentre lavoravano ad un’inchiesta su traffici di rifiuti e armi. Secondo la famiglia Alpi, la condanna di Hassan fu il frutto di un vasto depistaggio. Ma se è così, ci sarebbe da capire perché i tanti anni di detenzione di una persona “estranea” ai fatti e perché lo Stato Italiano non è stato capace di trovare un’altra verità, prima di arrivare alla scarcerazione di Hassan dopo ben 16 anni di carcerazione!
“Sono stati i terroristi islamici, nessun dubbio. Lo hanno ammazzato a scopo di estorsione per i soldi che aveva ottenuto per l’ingiusta detenzione in Italia. Sono persone in cerca di soldi e se non sei d’accordo con loro ti uccidono”, afferma l’avvocato Antonio Moriconi, storico difensore italiano di Hassan. “È una cifra alta e dovuta a tutto il carcere che è stato fatto patire ad un innocente. Quei soldi però lo hanno ammazzato, perché i terroristi lo hanno saputo ed evidentemente, dopo che lui non ha ceduto a qualche estorsione, lo hanno fatto saltare in aria. La tecnica del suo attentato dice tutto”, spiega.