DA MULINA DI STAZZEMA UN PENSIERO SUL GIORNO DEL RICORDO

Stazzema_ Con il giorno del Ricordo, dal 2004 si sono voluti ricordare i martiri delle foibe, i crimini commessi dal 1943 al 1945 in Istria, Dalmazia Venezia Giulia dai partigiani di Tito spalleggiati dai comunisti locali. Una resa di conti per le criminali angherie commesse precedentemente dai fascisti. Oltre alle migliaia di uccisioni ha crudelmente espropriato di beni e di affetti tramite un’ emigrazione terroristica centinaia di migliaia di profughi italiani, che neppure in Patria trovarono quell’accoglienza benevola che forse si attendevano, alla stregua dei militari italiani che rientrarono dai vari scacchieri bellici. Tutti considerati degni dell’ emarginazione fascista. Come le vittime delle stragi nazifasciste, così anche quelle delle foibe hanno conosciuto decenni di silenzio: le prime per agevolare interessi geopolitici che l’azione della giustizia avrebbe alterato irrimediabilmente, le seconde per una impostazione della politica comunista italiana determinata a non farsi carico, neppure moralmente, di questi orrendi crimini. Assalitori e assaliti che sono stati capaci di segnare per sempre la storia dell’umanità con le loro atrocità ma si sono dimostrati pavidi nel farsi responsabili delle proprie colpe, nascondendosi dietro una storia annebbiata e utilizzando la negata giustizia alle rispettive vittime. “I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto – affermava così il 10 febbraio 2021 il presidente Mattarella – non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista”. Con questa affermazione del Capo dello Stato si riducono le distanze tra il nazifascismo e il comunismo. In un certo senso le parole del presidente confermavano, come aveva già fatto il 29 febbraio 2020 a Sant’Anna di Stazzema, che in Italia operò un negazionismo finalizzato a nascondere alla storia il crimine contro l’umanità delle foibe e parti di verità delle stragi nazifasciste, ricorrendo anche all’insabbiamento delle indagini. Da Mulina di Stazzema, luogo della strage nazifascista del 12 agosto 1944 ma anche dell’altra faccia della medaglia su come è mal curata la memoria a Stazzema, queste poche parole per commemorare le vittime delle foibe e di chi ha dovuto attraversare decenni di silenzio prima di riuscire a far uscire il grido di dolore e di giustizia dall’inghiottitoio virtuale ma terribilmente vero di una Repubblica che ha posto le fondamenta sul quel Mai Più che ha tuttavia cercato di nascondere.
Giuseppe Vezzoni
Gruppo Labaro Martiri di Mulina di Stazzema,addì 10.2.2022

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