Antonio Morione fu ucciso, quando mancavano due giorni da Natale. Durante la rapina in pescheria. Adesso arrestati due presunti assassini

Boscoreale, il 23 Dicembre del 2021, il 41enne reagì e venne freddato a colpi di pistola. La Procura aveva chiesto altri due arresti. La moglie di uno degli indagati: «Avete ucciso un uomo, di te non voglio saperne più».

Antonio Morione ucciso l’antivigilia di Natale, durante la rapina in pescheria.
Due persone sono state arrestate dai carabinieri nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Antonio Morione, avvenuto a due giorni dal Natale 2021: sono Luigi Di Napoli, di 44 anni, e Angelo Palumbo, di 34. Di Napoli era figliastro di Andrea Vangone, capoclan di Boscoreale morto un anno fa. Morione, un commerciante molto conosciuto, conduceva una pescheria a Boscoreale e venne assassinato durante un tentativo di rapina. Un episodio che destò molta commozione per la dinamica dei fatti – la vittima provò ad opporsi agli sconosciuti, sebbene armati – e per la notorietà degli imprenditori: i familiari della vittima, dopo pochi giorni, vollero riaprire l’attività commerciale in segno di sfida contro la criminalità. L’iniziativa fu del giovanissimo figlio Teddy.
I criminali avevano compiuto un blitz anche dal fratello
Le immediate indagini ricostruirono come la banda di criminali entrata in azione, pochi minuti prima avesse fatto visita anche al negozio del fratello, sparando anche lì alcuni colpi d’arma da fuoco. Erano banditi disposti a tutto pur di mettere a frutto un colpo. Le misure cautelari sono state eseguite a Gallipoli (Lecce) e presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano da parte dei carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata che hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di due indagati ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell’omicidio di Morione, all’epoca dei fatti solo 41enne.
Il no del gip
La Procura aveva chiesto quattro ordinanze di custodia cautelare, ma il gip ha ritenuto che i gravi indizi di colpevolezza sussistessero solo a carico di due persone. Gli altri due indagati, tra cui quello che i pm ritengono l’esecutore materiale dell’omicidio, restano dunque a piede libero.

L’omicidio di Morione causò fibrillazione in casa di Luigi Di Napoli. Come emerge da un’intercettazione ambientale, contenuta nell’ordinanza del gip Emma Aufieri, la moglie ebbe un moto di compassione nei confronti della vittima, contestando duramente il marito: «E adesso che avete ucciso a uno non voglio sapere niente più. Io di te non voglio sapere niente più, niente più». Di Napoli provò a spiegare che l’accaduto era legato alla necessità di procurarsi soldi, ma la donna gli rispose con durezza: «Ma io non li voglio vedere, schifo a te e ai soldi».

Aveva deciso di trascorrere un periodo al mare a Gallipoli (Lecce). Ed è lì che i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Torre Annunziata (Napoli) l’hanno raggiunto, per arrestarlo. È passato così dalle vacanze alla galera Angelo Palumbo, uno dei due arrestati. Luigi Di Napoli, figlio illegittimo del boss Vangone, invece era già in carcere, nella casa circondariale di Secondigliano, perché condannato in primo grado lo scorso marzo a tredici anni di reclusione per avere organizzato (insieme al patrigno e ad un altro complice) l’omicidio di un avvocato penalista, sfuggito due volte ai sicari.

Share