Coraggio gente, il Covid non è la peste (e i vaccini non sono acqua santa)!
Mentre il governo si avvita nella sua delirante caccia al no vax, un messaggio di speranza da parte del movimento Valle del Serchio Alternativa
Alla vigilia di nuove deliranti norme da parte di un governo sempre più incapace di ammettere il completo fallimento delle misure atte a limitare i contagi, il movimento Valle del Serchio Alternativa vuole rompere questa cappa di terrore e lanciare un messaggio di speranza.
Una onesta analisi dei dati dimostra che non siamo di fronte all’emergenza sanitaria che ci dicono. In un mese tradizionalmente di picco per i ricoveri data la stagionalità, solo il 18% dei posti disponibili di terapia intensiva sono occupati da pazienti Covid, in parte vaccinati, in parte no. Ad oggi non è stato nemmeno chiarito se si tratti di ricoverati per Covid oppure per altre cause e semplicemente positivi al tampone. Prendendo i dati della sorveglianza integrata da parte dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornati al 12 gennaio per i non vaccinati, abbiamo un tasso di mortalità dello 0,042% e di ricovero in terapia intensiva dello 0,027%, peraltro quasi tutti nella fascia anziana e più fragile. Dunque, anche la stragrande maggioranza dei non vaccinati supera senza conseguenze serie la malattia attualmente circolante.
Questi numeri parlano da soli e dimostrano che il clima di terrore intorno a noi è quantomeno esagerato. A parlare non sono solo i dati ufficiali ma le stesse persone che hanno fatto esperienza della malattia; e proprio alle persone che hanno scelto di non sottoporsi al vaccino sperimentale ma che tuttavia sono guarite senza problemi, diamo la parola con una serie di testimonianze dalla realtà locale che dovrebbero riportare tutti quanti coi piedi per terra.
È il caso di Tiziana Bonugli over 50 anni residente ad Albiano che col marito di 48 anni ex fumatore e i due figli di 15 e 18 anni hanno superato brillantemente la malattia senza problemi; di Rosanna Vanacore, 41 anni e del marito Salvatore, 43 anni, residenti a Bagni di Lucca, che sono guariti dalla malattia dopo appena 3 giorni di febbre e tosse; della famiglia di Michela Bolognesi, residente a Mologno, che hanno anch’essi superato la malattia dopo 5 o 6 giorni di comuni sintomi influenzali.
Anche nella famiglia della dottoressa Maria Lotti, residente a Borgo a Mozzano, composta da 6 persone tutte quante hanno superato la malattia con sintomi di tipo influenzale e nulla più; Isabella Pini 47 anni residente a Gallicano e pure affetta da asma bronchiale ma anch’essa uscita dalla malattia ai primi di novembre; caso analogo per la famiglia di Giulio Verona, residente a Molazzana, e in particolare della moglie Martina affetta da una rara malattia auto immune, la sindrome di Bechet, che pure ha superato la malattia con 2/3 giorni di febbre non superiore ai 38 gradi; oppure dell’insegnante Catia Coli, 51 anni, residente a Gallicano che ha superato la malattia dopo una settimana di normali sintomi influenzali.
Ci fermiamo qui, ma sono davvero tante le testimonianze arrivate al nostro gruppo, di una malattia generalmente superata in breve con l’ausilio di comuni farmaci da banco (in genere antinfiammatori, cortisonici o antibiotici). Sta di fatto che ormai il tasso di letalità è quello di una normale influenza.
Naturalmente non ignoriamo che in alcuni casi ci possano essere delle complicanze anche gravi, ma ci chiediamo e chiediamo soprattutto ai medici della zona, davvero dopo due anni ancora oggi la cura per i casi sintomatici deve limitarsi alla “Tachipirina e vigile attesa”? Davvero questa sindrome para influenzale potrà giustificare i controlli sui carrelli della spesa dei non vaccinati o l’impossibilità di andare a riscuotere la pensione alle Poste? In che società vogliamo vivere domani e far crescere i nostri figli?
Per quanto i media si sforzino di convincerci del contrario, non siamo di fronte alla peste del 1348; e i vaccini non sono l’acqua santa di cui ci viene raccontato. Già, perché sappiamo anche di numerose persone che dai vaccini hanno avuto reazioni avverse anche di grave entità ma che, per diversi motivi, anche psicologici, non riescono a parlarne pubblicamente.
Noi vogliamo sfondare anche questo muro riportando la coraggiosa testimonianza di una persona residente a Lucca di cui faremo solo le iniziali, C. D. P., che ci ha esposto il suo problema.
Il signore, settantenne pensionato con un passato di patologie pregresse tumorali ma superate da anni e dedito a una normale vita e all’orto di casa, il 5 maggio 2021 esegue la prima iniezione di Pfizer e inizia il suo calvario di diarrea continua, perdita drastica di peso ed astenia; correlazione col vaccino negata dai medici che il 25 maggio eseguono la seconda dose, dopodiché si ha un netto peggioramento della situazione e la comparsa di gonfiore con versamento continuo di liquido dal braccio iniettato.
Dopo due infruttuosi ricoveri al Pronto Soccorso, riesce a farsi ricoverare in Medicina al San Luca a Ferragosto e viene dimesso in condizioni migliorate ma con valori della tiroide, di cui non aveva mai sofferto, completamente sballati e per i quali è in cura e sotto esame tuttora, mentre recentemente vede ricomparire anche il gonfiore al braccio, per un calvario che sembra non finire mai.
Questa in breve una testimonianza di quello che sta succedendo a tante, troppe persone, come testimoniato anche dal comitato denominato “Ascoltami!” (http://www.comitatoascoltami.it/) per denunciare l’assoluto silenzio che aleggia su queste gravissime conseguenze derivanti dalle sacre inoculazioni.
Ascoltando le varie testimonianze sia sul sito che sulla pagina Facebook si rimane esterrefatti dalla gravità e ricorrenza di questi fenomeni: parestesie, tachicardie, diarree, bruciori continui in varie parti del corpo, dolori articolari che sfociano anche in artriti croniche, trombosi, pericarditi…sintomi che si presentano in maniera continua ed in alcuni casi anche invalidante e che sono troppo ricorrenti nelle testimonianze perché si tratti sempre di coincidenze.
Sappiamo che vi è una estrema difficoltà da parte delle vittime di queste reazioni a parlare della propria esperienza sia per un meccanismo psicologico di incredulità quando non di auto colpevolizzazione, sia per paura delle reazioni di amici/parenti sia perché i medici tendono sempre ad escludere la correlazione coi vaccini, magari attribuendo il tutto a improbabili stati di ansia e attacchi di panico; ebbene, noi abbiamo invece voluto riportare la testimonianza di cui sopra proprio per incoraggiare queste persone a parlare e a non chiudersi in sé stesse.
Farlo è importante per sé stessi, per capire che non si è né pazzi né soli e trovare un appoggio concreto e in secondo luogo per gli altri, per accrescere la consapevolezza nelle persone della potenziale pericolosità di questi trattamenti, sulle cui conseguenze sia a breve che a medio lungo termine la cosiddetta “scienza ufficiale” brancola nel buio.
Chiunque voglia parlare non esiti a contattare Valle del Serchio Alternativa, vogliamo iniziare a dare testimonianza scritta di questi eventi perché non è più sopportabile l’omertà e l’oscurantismo su questo tema che rappresenta un dramma per un numero sempre crescente di persone, colpevoli soltanto di essersi fidate dello Stato e delle cosiddette autorità competenti. Coraggio!
FRANCESCO BERTONCINI – Valle del Serchio Alternativa