Caro Sindaco, se bastassero quattro mosse (che vediamo, tra l’altro nel suo scritto che pubblichiamo di seguito integralmente, molto ideali, ed è strano in Lei, nato molto dopo il ’68, si firma: 1978)…se bastasse: idealità e volatilità, coesione, democrazia diretta, adesione alla realtà effettuale, saper comunicare, consapevolezza…saremo davvero in un’assemblea sessantottina! Non a caso, credo scherzando, ma Lei è Sindaco, nono dimentichi! si firma: anarchico!

Per assurdo, ma speriamo di sbagliarci, Lei che si contrappone ad un partito ideologico (anzi con Renzi direi:posto ideologico, finalmente) vola “alto” su un mondo, anche quello locale, lucchese, che si sta allontanando dalla Chiesa e già da tempo non va più nelle sezioni che non esistono più! Oggi, questo mondo ha capito che siamo inuma gara globale, dove impolitico deve garantire benessere, cioè lavoro! E per questo bisogna essere concorrenziali: a scuola, come nelle fabbriche! E i sindaci: i sindaci devono essere dei manager. Capaci non di rifare marciapiedi e feste di paese e di distribuire stipendia dipendenti locali dello Stato. Devono essere persone che partono e portano a casa posti di lavoro. Che partono e difendono i posti di lavoro che ci sono. Non parlo certo di Lei che mi sembra faccia il suo mestiere meglio di tanti altri, ma vorrei chiedere s conosce un sindaco a noi vicino che “regalando” o quasi un terreno per un nuovo centro commerciale, “regalando” o quasi gli oneri di urbanizzazione, facendo in modo che tutta la circolazione della zona confluisca “per forza” verso quel centro commerciale (a volte, facendo sottovasi in una via e chiudendone altri a mezzo chilometro di distanza!) abbia stipulato con questo centro commerciale, sapendo che avrebbe fatto chiudere decine e decine di negozi, un contratto “obbligando” non solo le facili assunzioni iniziali che poi, come in questi giorni a Lucca, diminuiscono con il tempo, ma “obbligando” da manager, a far investire, quel centro commerciale, nella stessa zona dove drena milioni l’anno per creare nuovi posti di lavoro?

Io ho atteso, inutilmente, proprio dalla sua parte politica che ha governato a livello nazionale per una decina d’anni (ma anche dai sindaci di Centrodestra schemi pare ci sono stati in zona) leggi che introducessero liberalità e liberalismo e meritocrazia, in un sistema ingessato che è finito in mano ai Tedeschi e si sta svendendo ai Cinesi! Scrivo tutto molto in breve e per farmi capire e credo che Lei capirà! Altro che quattro mosse! Questo si attendeva l’Italia dal CentroDestra: manager moderni,  preparati, liberali, capaci di affrontare la sfida a livello locale, regionale e nazionale, della globalizzazione…non è in ritardo il CentroDestra per le politiche del 2018: mi sembra che abbia perso l’appuntamento con la storia! (Daniele Vanni)fantozzi-montecarlo

 

 

Come per le ultime tornate elettorali, oggi in molti tornano a parlare della necessità di rifondazione

Ci si muove in ordine sparso trincerandosi nei propri fortini, gufando nella malasorte altrui, con puntate fisse quasi sempre imprudenti su Berlusconi, o inscenando ogni tre quattro mesi convention miracolanti, in qua o in là per l’Italia, dove ex o prossimi tali congelatisi in improbabili fondazioni tentano senza successo di accreditarsi, spesso riciclarsi tra sigle nuove e facce vecchie, per un futuro politico che resta incerto, ingestibile e ricco di incognite.

Cerchiamo allora come lucchesi e come toscani di dare un esempio pratico  enunciando con chiarezza le linee guida per la riscossa del centrodestra, dal livello locale al nazionale, precisando subito come la strada sia lunga e soprattutto faticosa in termini di impegno personale.

Come atto preliminare al resto occorre che ciascun attore, dall’astenuto all’elettore, dal tesserato al dirigente, dal cittadino all’amministratore locale, subordini la propria appartenenza partitica, valoriale, finanche ideologica, anteponendo ad essa l’appartenenza al territorio, la propria identità Lucchese e Toscana, valorizzando tutto ciò che può unire forze e sensibilità diverse. Non ci vorrà molto, ne converrà chiunque.

Il secondo passaggio prevede di convocarsi liberamente e apertamente, ripetutamente e ovunque sul territorio lucchese, senza attese messianiche o deleghe in bianco a nessuno e concentrare, da subito, ogni energia in due direzioni principali, una di sostanza l’altra di metodo tra loro complementari.

Da un lato sostanza, riconoscere le tematiche, i problemi e le criticità amministrative all’ordine del giorno del territorio, della nostra quotidianità, per analizzarle, dibatterle, farne proposta unitaria creando così le basi per una piattaforma programmatica chiara e condivisa da tutte le forze politiche del centro destra come da ogni altra libera forma associativa. Piattaforma programmatica, dal respiro almeno provinciale, sulla base della quale poter innestare le tematiche locali di ogni comune ed affrontare così ogni sfida elettorale in ottimale forma civica.

Dall’altro lato, al tempo stesso, riscoprire e ridefinire le regole del gioco, dalla condivisione delle scelte politiche a quelle della condotta personale di dirigenti candidati ed eletti, lavorando ad includere e quindi ad incentivare, a riaccendere ahimè, la partecipazione del cittadino lucchese alla vita pubblica e quella dell’elettore lucchese di area moderata a contribuire alla creazione dell’habitat politico nel quale possa riconoscersi.

Il terzo passaggio impone di di saper comunicare bene questo lavoro costituente, esattamente al fine di alimentarne con la partecipazione la massima aderenza dei contenuti alla realtà del territorio e della società in cui viviamo. Per fare questo occorrerà incentivare un impiego efficace ed intelligente di ogni più moderno mezzo di comunicazione, anche al fine di lasciare una traccia di questo trapasso d’epoca.

Il quarto passaggio quello di assumere seria consapevolezza, mentre la Lucchesia e certo la Valdinievole si fanno nuovamente laboratorio politico, di partecipare, anticipare e veicolare come toscani un dibattito in atto su scala nazionale in ordine alla necessità di ricompattare l’area politica di centrodestra di questo paese attorno ad un progetto in tutto nuovo: non solo concreto e serio nel fare ma onesto e pulito nella condotta, capace di essere lo specchio reale degli italiani del 2000 e delle loro aspirazioni.

Si può fare, con la fatica dovuta, in quattro mosse partendo da noi e dove non arriveremo, io sono più che certo ci aiuterà l’imperizia, ma molto più spesso la tracotanza, dei nostri avversari.

Vittorio Fantozzi
Sindaco di Montecarlo
Patriota Anarchico
Ex An ex Pdl
Classe 1978

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