Come curare l’insonnia con la fitoterapia
Data l’importanza fondamentale del sonno per l’equilibrio psicofisico dell’organismo, il problema dell’insonnia acquista un rilievo particolare: se l’insonnia continua per più di alcune notti di seguito può divenire “cronica” e provocando una condizione estremamente nociva per la salute dell’insonne. Se l’insonnia altera il naturale ciclo del sonno, può risultare difficile da recuperare, per questo motivo, tra quelli che soffrono di questo disturbo, alcuni cercano di dormire nel pomeriggio o nella prima serata, col risultato di ritrovarsi all’ora di addormentarsi molto vigili, aggravando l’insonnia. Altri spingono il loro corpo fino ai propri limiti, con la possibilità che possano insorgere gravi problemi fisici e mentali.
L’insonnia può essere classificata in:
– Insonnia “iniziale”: si manifesta con difficoltà ad addormentarsi. L’insonne si agita nel letto, rigirandosi alla ricerca di una posizione ottimale che concili il sonno, oppure si alza, accende la luce, gira per casa, beve qualcosa, si dedica alla lettura ed a ogni altro espediente che possa aiutarlo a dormire, ma senza successo, fino a quando non cade addormentato solo alle prime luci dell’alba.
– Insonnia “intermittente o lacunare”: il sonno rimane leggero per tutta la notte, intervallato da frequenti e brevi risvegli, talvolta in seguito a incubi. In genere, i soggetti che presentano questo tipo di insonnia, riferiscono al proprio medico di non poter chiudere occhio tutta la notte: in realtà, essi dormono solo male. Altre volte invece il soggetto si sveglia una o più volte durante la notte rimanendo sveglio per un periodo discretamente lungo, ma tali periodi di veglia sono intervallati da fasi di sonno normali.
– Insonnia “terminale”: è caratterizzata da un risveglio spontaneo e precoce per cui i soggetti che ne sono affetti, non riescono più a riaddormentarsi.
Le piante officinali in caso di insonnia
Le piante indicate nel trattamento dell’Insonnia “intermittente o lacunare”, che aiutano a mantenere il sonno prolungato, migliorandone la qualità sono, indicate a chi si sveglia più volte durante la notte sono:
•La valeriana: riduce il tempo necessario per addormentarsi e migliora la qualità del sonno, perciò è indicata in tutti i suoi disturbi, insonnia e ansia. Il meccanismo d’azione si deve agli esteri degli acidi valerianici e agli iridoidi, presenti nella radice, che inibiscono l’enzima (acido gamma-aminobutirrico transaminasi) preposto alla degradazione metabolica del neurotrasmettitore gamma-aminobutirrico (GABA). Questo mediatore chimico è responsabile della sensazione di rilassamento e dell’induzione del sonno. Per la presenza di questi principi attivi, la pianta possiede proprietà sedative, rilassanti e ipnoinducenti, cioè favorenti il sonno.
•L’escolzia: le sue parti aeree (stelo, il fiore) contengono alcaloidi (0,5%), fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che conferiscono alla pianta proprietà sedative e ipnoinducenti. Gli alcaloidi agiscono da un lato sull’attività cardiaca, abbassandone la pressione; dall’altro sul sistema nervoso centrale, riducendo l’attività delle cellule della corteccia cerebrale, in quanto inducono il rilassamento muscolare e stimolano il sonno. L’azione della pianta diminuisce il periodo dell’addormentamento e produce il mantenimento di una buona qualità del sonno, lungo tutta la notte evitando risvegli improvvisi. L’impiego dell’escolzia è quindi indicato in caso ansia, stress, disturbi del sonno (insonnia, risvegli notturni), disturbi psicosomatici, irritabilità, flessione dell’umore, dolori di natura psichica, nervosismo
•Luppolo è comunemente usato per il suo effetto calmante sul sistema nervoso e per la sua azione sedativa viene impiegato per migliorare il sonno. I fiori secchi possono essere cuciti in un cuscino per aiutare nell’insonnia. Dal XII secolo è menzionato come “rimedio per la melanconia” per le sue proprietà rilassanti. Queste sue funzioni sono ampiamente giustificate considerando la presenza di flavonoidi, antociani, proteine, amidi, glucidi, fitosterine, alcool cetilico, acido para-amino-benzoico e fitoestrogeni.
Altre piante officinali che intervengono sull’insonnia iniziale, conciliano il sonno, favorendo il rilassamento sono:
•La melissa: indicata per la tensione nervosa che colpisce il sistema muscolare. Le foglie della pianta, ricche di olio essenziale, sono calmanti sugli stati d’ansia, e rilassanti per i muscoli. Il suo uso è particolarmente indicato, perciò, in presenza di un quadro d’irritabilità generale, insonnia causata da stanchezza eccessiva, nervosismo, sindrome premestruale, spasmi e tensione muscolare.
•La passiflora: le sue foglie svolgono un’azione sedativa, e ansiolitica, e fanno della pianta un rimedio estremamente efficace nel combattere l’insonnia, perché stimolano il sonno, senza risvegli notturni, senza produrre senso di intorpidimento mattutino, ed effetti narcotici o assuefazione; in caso di stress, ansia e senso di angoscia; nelle forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica
Altre piante agendo sul sistema circolatorio abbassano la pressione favorendo il rilassamento generale, come:
•Il biancospino: la vitexina, principio attivo presente nelle foglie e nei fiori, agisce come spasmolitico, sedativo e ansiolitico naturale. Quest’azione sedativa e rilassante è utile in caso d’insonnia, soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l’emotività, tachicardia, palpitazioni, agitazione, angoscia.
•Tiglio: nelle foglie e nei fiori sono presenti flavonoidi, cumarine, olii essenziali, mucillaggini, tannini e zuccheri e sono utilizzate per combattere l’insonnia, tachicardia, nervosismo e mal di testa, dovuto a stati d’ansia e di stress, perché svolgono azione rilassante sul sistema circolatorio, provocando un abbassamento della pressione, ben tollerata in gravidanza, in fase di allattamento e dai bambini.
