Cerignola, sgominata il clan degli assalti con tecnologia bellica ai portavalori
Erano pronti ad agire, appena partiva l’informazione da “agenti” su tutto il territorio nazionale. Con armi da guerra, capacità di bloccare le comunicazioni con i “Jammer” e l’uso di tecnologie elettroniche sofisticate per tracciare i mezzi da assaltare.
Così con base a Cerignola partivano per rapinare Tir e portavalori con mitragliatori kalashikov. 14 gli arresti della polizia, che in 3 anni di indagine in questo filone, di arresti ne ha totalizzati ben 71. Un piccolo ed agguerrito esercito in possesso di armi da guerra, e specializzato in riciclaggio, sequestri di persona-
Adesso la Direzione centrale anticrimine crede di aver disarticolato completamente questa organizzazione criminale che agiva in tutta Italia, con gli ultimi 17 arresti a Cerignola, accusati di rapine, detenzione e porto illegale di armi, violenza privata e riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona. Ma soprattutto, l’inquietante disegno di una organizzazione che almeno per alcuni pregiudicati: “ha connessioni con i clan della cosiddetta quarta mafia”, così il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia, che sottolinea i 71 arresti in totale in soli 3 anni.
Le azioni criminali venivano commesse anche mediante l’impiego di disturbatori di frequenza – i cosiddetti jammer – per inibire le comunicazioni via radio e smartphone, al fine di impedire i contatti con le sale operative delle Forze dell’ordine (e delle ditte di trasporto).
I criminali – per ostacolare o ritardare la reazione da parte delle forze di Polizia, e guadagnare più facilmente la fuga – “solitamente bloccavano la viabilità con veicoli incendiati”.
In tre anni – così ancora il prefetto Francesco Messina – “tratte in arresto 71 persone e oltre 30 denunciate ed indagate in stato di libertà, a seguito di indagini per 11 episodi di tentata rapina, 3 rapine consumate ed un furto aggravato a sportelli bancomat”.
Nell’operazione di questo inizio di Novembre 2022, sono stati sequestrati 5 fucili mitragliatori kalashnikov, 1 fucile a pompa 5 pistole.
“Erano tutti stanziati in Puglia e specializzati negli assalti a furgoni portavalori, a TIR che trasportano tabacchi lavorati esteri ed a caveau di società di vigilanza privata”, così il prefetto Francesco Messina, direttore dell’anticrimine della Polizia di Stato, ha disegnato il filo rosso che lega i diversi episodi degli anni recenti, e gli assalti in diverse zone d’Italia, ma in realtà parte di un solo disegno criminale con al vertice una organizzazione ramificata e ben organizzata.
Tra le operazioni più significative di questa lunga indagine: l’operazione del Luglio 2020 a Brindisi, con l’arresto di 9 persone; quella del Marzo 2021 a Novara (in manette 7 persone); del Giugno 2021 a Modena e quella del Marzo 2021 a Brescia: con l’arresto di 31 persone.
La polizia descrive una banda organizzata e ramificata in tutta Italia, che utilizzava “schemi paramilitari”, ed una “accurata pianificazione degli assalti”.
In quella più recente – il mese scorso ad Avellino – nell’operazione che aveva portato all’arresto di 4 persone, c’era anche “un latitante colpito da un provvedimento di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso”.