Castagne secche, prezioso alimento della gente di montagna.

Zone stupende, quella di montagna, ma a volte difficili per chi, da contadino, ci abitava. Terreni spesso poco produttivi, dove la gente, a comprova che il detto “contadino scarpe grosse e cervello fino” si ingegnava a raccogliere ciò che la natura, anche se con sacrificio, offriva. E allora via con i funghi e le castagne, a cui talvolta si aggiungevano le patate.


Nel mondo contadino di un tempo la castagna rivestiva un ruolo spesso determinante per l’alimentazione della famiglia. In molte zone il grano non cresceva (salvo alcune varietà minori, adesso ricercate come grani pregiati) e ci si aiutava con le castagne.


La farina di castagne, prodotto dell’essiccatura e della successiva macinatura, era un tesoro per la famiglia contadina delle zone dell’alto Casentino. Non era un caso che fosse contenuta in cassoni di legno, pressata all’inverosimile, in modo da ottenere una sorta di mattone prezioso che non fosse attaccabile dagli insetti. E di volta in volta veniva staccato il pezzo necessario per la famiglia, per fare il castagnaccio o la polenta dolce, e anche per pane, pasta , biscotti

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