Buona fine, buon inizio.
Capodanno è sempre stata una festa importantissima in ogni civiltà ,anche se anticamente non per tutti i popoli cadeva nel passaggio tra il 31 dicembre e il 1 gennaio. Fu il calendario giuliano, ovvero il calendario promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di pontefice massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, mentre prima era il 1° marzo.
I Romani consacravano questo periodo di passaggio al Dio Giano Bifronte (da qui il nome Gennaio) Infatti, nelle rappresentazioni, una faccia del dio Giano guarda il passato e l’altra l’avvenire
Giano è il dio dell’inizio e della fine, o meglio di tutti gli inizi e di tutte le fini che compongono questo universo, del ritmo continuo di nascite e morti, che sono il destino dell’uomo e sono caratteri della scena della quale facciamo parte.
Nel ciclo eterno dell’inizio e della fine il tempo è incommensurabile, non esiste tempo che la mente possa misurare.
Capodanno è un momento di cambiamento, di rigenerazione, di nuovi auspici, e lo era soprattutto per le società agricole del passato, dove ogni ciclo annuale bene o male aveva dato i suoi frutti: si voltavano le spalle al passato e si guardava con speranza all’apertura di un tempo nuovo e di una nuova vita.