La Polizia di Stato ha arrestato in esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale di Lucca i due componenti della c.d. “banda del tombino”.
Nella mattinata odierna personale della Polizia di Stato del Commissariato di Viareggio ha tratto in arresto e condotto in carcere due versiliesi, S.G. 36enne di Pietrasanta e R.A. 43enne di Viareggio, componenti della “banda del tombino” che ha imperversato a Viareggio all’inizio dell’estate.
I due erano già stati arrestati a suo tempo in flagranza di reato dopo l’ultimo colpo messo a segno, a seguito del quale, erano scattate le indagini utili a dimostrare che proprio la tecnica adoperata fosse la “firma” del sodalizio criminale.
Le indagini si sono avvalse delle preziose tecniche della Polizia Scientifica del Commissariato attraverso le quali è stato possibile confermare la presenza dei due personaggi sui luoghi ove erano accaduti i delitti e, al termine della complessa ricostruzione di tutti gli episodi, il Commissariato potuto riferire con puntualità gli esiti alla Procura della Repubblica che ha immediatamente inoltrato la richiesta di arresto al G.I.P. del Tribunale di Lucca sulla scorta delle prove reperite.
La coppia di pregiudicati aveva adottato il particolare modus operandi che gli era valso anche l’appellativo di “banda del tombino” proprio perché utilizzavano le coperture in ghisa dei tombini stradali per sfondare le vetrate degli esercizi commerciali presi di mira per poi rubare all’interno, procurando danni in qualche caso anche maggiori rispetto al valore della merce razziata.
I furti a loro attribuiti sono quelli messi a segno alla Farmacia “Canali” nella notte del 06.05.2023, alla farmacia “Farmaè” di Via Aurelia Nord nella notte del 26.05.2023 e, nella stessa notte, presso la macelleria etnica sita in Via Puccini a Viareggio.
I due nella mattinata sono stati rintracciati ed arrestati dagli agenti del Commissariato, in forza all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lucca, che li hanno condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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