Approvata la riforma fiscale: tre soli scaglioni Irpef

Nel 2021 avevamo 5 aliquote, nel 2022, 4. La riforma di oggi, 2023, passa a tre.
E Iva azzerata sui beni di largo consumo

“Verso un calo delle tasse. La direzione è semplificare e favorire investimenti” questo l’intento del Consiglio dei ministri che approva la nuova riforma fiscale.

Anche sanzioni penali attenuate, per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega fiscale, che farà da cornice alla riforma delle tasse targata Centrodestra. E che promette di cambiare il sistema e mettere le basi per la riduzione delle tasse.

“Le nuove regole – spiega il ministero dell’Economia – saranno operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega e vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni”.

Sul fronte delle imprese ci sarà una graduale eliminazione dell’Irap e una riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi investe e\o assume.

Il provvedimento, suddiviso in 5 parti e 20 articoli, punta a ridisegnare l’intero sistema, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici.

Per renderlo operativo servirà l’approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune ‘coperture’ finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus che saranno rivisti.

La riforma parte dalla rivoluzione dell’Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%.

La flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura, e intanto per i dipendenti arriva la flat tax incrementale. Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell’Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.

Ci sarà il concordato preventivo biennale e un rafforzamento dell’adempimento collaborativo: “si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale – dice il Mef – che diventa preventiva e non più repressiva”.
Il governo vuole anche rimettere mano a tutto il sistema sanzionatorio tributario. In particolare per le sanzioni penali si userà un occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili: nella valutazione della “rilevanza penale” del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria.
È previsto poi un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla ‘cooperative compliance’, e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. Un altro effetto “premiale” per chi aderisce all’adempimento spontaneo è poi l’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative (che può arrivare fino all’integrale non applicazione) per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente in modo “tempestivo ed esauriente”. Della riforma, sostiene il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, “c’è necessità”. E aggiunge: “da cittadino” rilevo come un “buon segno” il fatto che si tratti della “prima volta, dopo molto tempo, che una riforma fiscale arriva a inizio legislatura”.

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