Al Palazzo delle Esposizioni di Lucca prosegue il ciclo di incontri con gli attori, legato alla stagione di prosa 2022-2023 del Teatro del Giglio.

 

Sabato 18 marzo alle ore 18:00, presso l’Auditorium di Piazza San Martino 7,

incontreranno il pubblico Emilio Solfrizzi e gli altri attori della compagnia di interpreti de

“Il malato immaginario”, in scena al Teatro del Giglio dal 17 al 19.

 

Citando le parole di Guglielmo Ferro, autore dell’adattamento del testo e della regia dello spettacolo, Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per se stesso, quindi per un uomo sui cinquant’anni; proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato, il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Con una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Molière, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride e tanto ma, come sempre, l’uomo ride del dramma altrui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli incontri con gli attori rappresentano un’occasione per conoscere, in una situazione informale, i protagonisti del teatro, del cinema e della televisione e per confrontarsi con loro.

Dopo l’incontro verrà offerto un piccolo aperitivo.

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