Nuovi dati sul riciclaggio dei rifiuti fanno ben sperare

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Risale a pochi giorni fa la pubblicazione dei dati Eurostat riguardanti le capacità di riciclo dei rifiuti dei Paesi europei. La statistica, citata anche in un dispaccio della ong ambientalista Kyoto Club, parla chiaro; l’Italia è al primo posto in Europa per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti (sia urbani che industriali e agricoli).

L’incidenza media fra i membri della comunità europea è infatti del 37%, mentre quello dell’Italia arriva quasi al 77%. Un risultato di tutto rispetto, se paragonato a quello di altri Stati (fra cui quelli considerati, storicamente, molto attenti all’ecologia); in Francia, ad esempio, la percentuale si attesta intorno al 54%, mentre nel Regno Unito e in Germania non supera il 45%.

Altro dato positivo è quello relativo al fatturato e al numero di addetti nel settore della catena del riciclo dei rifiuti (l’Italia, da questo punto di vista, è seconda in Europa solamente alla Germania).

I materiali più rilevanti nell’industria del riciclaggio sono rappresentati dalla carta, dalla plastica, dal vetro, dai metalli in genere e dalle sostanze tessili, ovvero ciò che gli addetti ai lavori definiscono come materiali riciclabili tradizionali. Nel complesso, questi flussi “girano” qualcosa come 26 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno.

Notevole importanza riveste inoltre il riciclo dei materiali misti avviati a selezione (14 milioni di tonnellate), quello dei composti organici (circa 6 milioni di tonnellate) e quello dei rifiuti chimici (quasi due milioni di tonnellate).

Niente male, per un Paese che da sempre viene indicato dai più come poco attento alle tematiche ambientaliste.

di Claudio Vastano

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